Eagles Eagles
Nel ‘72 una band che resterà per sempre nella storia del Rock, debutta e inizia a dare la sua interpretazione del sound americano.
Nel ‘72 una band che resterà per sempre nella storia del Rock, debutta e inizia a dare la sua interpretazione del sound americano.
Anno 2002: esordio Heavy Metal chiaro e netto per una band svedese che è rimasta realtà minore del panorama, eppure con una certa visibilità che l’ha resa un gruppo ormai noto agli appassionati e che ha donato un certo apporto contenutistico al genere che suona.
Una band cattura la nostra attenzione, andiamo in Svezia con un duo Dark, Melancholy Rock di Göteborg, freschi di firma con la Rockshots Records che è orgogliosa di annunciare la firma della band goth rock/metal svedese Outshine per l’uscita del loro nuovo album “The Awakening” uscito a maggio 2022.
Dalle lande pugliesi arrivano i Kormak band interessante per la sua proposta musicale fatta di death folk metal combinazione quanto mai originale che unisce i growl alle melodie cantate in clean ed il cantato lirico con il quale raggiunge le tonalità basse tanto che sembra essere influenzata da Tarja Turunen ma questo avviene sporadicamente.
È fuor di dubbio che la Polonia musicalmente sia un paese in cui esistono diverse scene musicali ed i Meresin sono solo uno dei tanti gruppi che appartengono a tale scena.
Sin dall’inizio degli anni settanta, i Kaipa sono stati uno dei più importanti gruppi dell’ambiente progressive europeo. La loro musica prende spunto dalla tradizione folk del nord europa e costituisce un curioso ed affascinante mix di stili e culture.
Un gruppo britannico poco conosciuto in Italia ma famoso in patria e negli USA, con milioni di dischi venduti, sono i Foghat, band Hard-Rock’n’Roll che suona una iconica musica dura bluesata.
Dal 1977, anno di fondazione della band, i Marillion di strada ne hanno fatta tantissima passando dal neoprogressive degli anni 80/90 a nuove alchimie musicali create a partire dal 1989, dal nuovo cantante Steve Hogarth e dalla chitarra storica di Steve Rothery.
Un compatto muro sonoro che non annoia nonostante la mono-dimensionalità compositiva. La blastemia più tradizionalista emerge dai testi, insieme ad altri messaggi altrettanto virulenti e ribelli, con tanto di parolacce disseminate qua e là, oltre a giudizi ingiuriosi contro le persone e le mentalità.