Ryo Okumoto

The Mith Of Mostrophus

Era il 1995 quando venni folgorato dall’ascolto di The Light degli Spock’s Beard. Suite musicali straordinarie con fughe di Hammond e Mellotron melodiche ed improvise mixate ad impasti vocali incredibili e chitarre elettriche sincopate che si inseguivano sopra un tappeto ritmico infernale basso-batteria. A distanza di 35 anni ritrovo sulla mia strada colui che, seppur dotato di una tecnica maestosa, all’epoca era un semplice turnista della band.Ryo Okumoto diventa membro ufficiale della band l’anno successivo e non la lascia più contribuendo in modo significativo a tutta la produzione del gruppo soprattutto dopo l’abbandono del cantante fondatore e tastierista Neal Morse.“The Myth of the Mostrophus” ha una line-up davvero impressionante, Okumoto attinge soprattutto dagli amici Spock’s Beard con il bassista Dave Meros e il chitarrista Alan Morse, e le voci di Jimmy Keegan e Ted Leonard nonchè la batteria di Nick D’Virgilio senza dimenticare tra gli altri, due special guest come Steve Hackett  e Marc Bonilla.L’album inizia in modo perfetto, Mirror Mirror suona complettamente e magicamente Spock’s Beard, chitarre e parti vocali si uniscono e si fondono al ritmo impostato dalla batteria ed ai vorticosi intrecci di tastiera di Ryo. Prog rock fusion jazz tutto è ottimamente miscelato in questo pezzo. L’intro della seguente Turning Point ricorda stranamente gli Opeth di Sorceress ma dopo qualche minuto ci troviamo lentamente ma inesorabilmente in un sound più anni settanta tipico di Yes e King Crimson con un bellissimo dialogo tra chitarra elettrica e tastiere che prendono il sopravvento improvvisando lunghissimi ed improvvisi dialoghi musicali.

A proposito di strani intro, anche The Watchmaker (Time on His Side) è maledettamente avvinghiata alla Genesiana Turn it on again, in un’atmosfera rock da dèjà vu che si sviluppa con un riff semplice e molto orecchiabile rendendolo sicuramente il pezzo più commerciale dell’album. La successiva Maximum Velocity inizia dolcemente per poi improvvisamentei risvegliarsi e riportarci violentemente nel mondo Spock’s ma è forse l’episodio meno ispirato del lavoro. Chrysalis è invece una veria e propria folk ballad a metà tra Jethro Tull e Pink Floyd, splendida la prima parte con un bellissimo arpeggio di chitarra e flauti di contorno alla triste e malinconica voce del singer.Arriviamo cosi alla mostruosa title track ed i suoi 22 minuti di pura essenza prog, una meraviglia musicale con il tipico sound Spock’s, Ryo ed i suoi compagni di avventura compiono un fantastico viaggio fatto vibrazioni, fughe improvvise, ritmi sincopati che nel loro insieme costituiscono un vero e propio marchio di fabbrica.

L’album è suonato e prodotto in modo magistrale, il risultato è omogeneo e appare chiaro come sia stato concepito e realizzato in modo d’assieme, da vera band e non solo per l’uscita solista di Ryo, quasto è un lavoro che colmerà sicuramente il vuoto causato dal silenzio degli Spock’s Beard soprattutto perche è un disco che potrebbe essere tranquillamente inserito nella loro discografia ufficiale.

Massimo Cassibba

insideout-music
www.ryookumoto.com

Mirror Mirror
Turning Point
The Watchmaker (Time On His Side)
Maximum Velocity
Chrysalis
The Myth Of The Mostrophus

Matt Dorsey – Bass, Guitar, Vocals
Jonathan Mover – Drums
Erik Madsen – Guitar
Keiko Okumoto – Vocals, Trumpet
Timothy Reid – Guitar
Katsuji Morioka – Bass
Yu Murakami – Drums
Takako Aramaki (a.k.a. Allan Chan) – Guitar
Yoshihiro Nakanishi – Violin
Naoya Izumi-Bass
Yasuo Yamamoto – Guitar
Yasunari Kodama – Bass
Koichi Inoue – Guitar
Kenji Hino – Bass
Mikio Yamabe – Drums
Tsubasa Sakiyama – Drums
Kiyoshi Murakami – Bass
Maoki Yamamoto – Drums
Chad A. Wright – Drums
Derrick Murdock – Bass
Steve Poloni – Guitar
Mike Miller – Guitar
Joel Taylor – Drums
Alan Morse – Guitar, Vocals
Sage Okumoto – Drums