Sirrush Molon Labe
L’oscurità infesta l’atmosfera dell’ascolto. Questa italica band estrema cerca l’epicità infiammata e rutilante; scura sì, ma dinamica e convulsa, e non confusionaria.
L’oscurità infesta l’atmosfera dell’ascolto. Questa italica band estrema cerca l’epicità infiammata e rutilante; scura sì, ma dinamica e convulsa, e non confusionaria.
È sempre molto bello poter parlare di underground italiano, soprattutto se parliamo di death metal e ancora di più se è di quello fatto a dovere, capace di elevare il Bel Paese anche in questo campo.
Death metal ferale, oscuro, pesante. I suoni crepitanti e le cadenze mortifere rendono denso l’insieme percettivo. Growling e screaming si contendono il cantato, vincendo entrambi, ed entrambi soffocando l’ascoltatore con efficaci macinature stritolanti.
Behemoth! Un nome che, oggi più che mai, suona altisonante, un nome che genera hype ovunque venga scritto o pronunciato, un nome che risuona largamente nel panorama del metal estremo e non solo da anni, ma esattamente di quali anni parliamo?
La recensione potrebbe partire e finire così: i Machine Head sono tornati e sono tornati alla grande, poiché questo disco riscatta Robb Flynn e soci da anni di uscite senza mordente e senza ispirazione. Ma, ovviamente, non finirà affatto così dato che i ragazzoni americani questa volta di carne al fuoco ne hanno parecchia.
Lingua morta, una sorta di omaggio a concetti e forme espressive che ormai abbiamo dimenticato, capacità evocative del pensiero scritto che risuonano ai bordi di una realtà e quotidianità che non sembrano avere tempo per tornare a confrontarsi con i versi trasposti in rima, di qualunque tipo essa sia.
Oggi mi tocca un arduo compito: la recensione di un gruppo appartenente a quella fetta di metallo estremo ed oscuro, che probabilmente, tra le tante derivazioni del metal estremo, è il mio preferito: stiamo parlando del Doom/Death
Torniamo a parlare, a distanza di ben cinque anni del duo più bucolico di sempre, una coppia artistica decisamente sopra le righe, che nonostante sia sempre fuori dagli schemi, dato l’essere estremamente pacchiana, gode di un elevatissimo status di band di culto e, ad essere sinceri, questo status è ben guadagnato dato che, al di […]
Nell’anno domini 2022 e più precisamente nel mese di maggio, tornano ad affacciarsi sul mercato discografico gli Irdorath e lo fanno giocandosi una carta piuttosto furba, riregistrando il loro EP di esordio Gotterdammerung (Zorn der Elemente) e chiamandolo Gotterdammerung MMXXII.
Acidissimo metal teutonico dall’attitudine nera. Siamo al quinto album, e ancora si fanno delle modifiche all’esporsi sonoro che cerca un’altra strada rispetto al passato. Si tratta chiaramente ormai di un gruppo alternativo che non ammette staticità di sorta, provando a bruciare ogni forma di rock.