Terra

Für Dich Existiert Das Alles Nicht

Addentrarsi in un sentiero ed intraprendere il cammino non è sempre semplice, a volte è necessaria una certa preparazione interiore e una volontà che deve essere andata a ricercare nel profondo di noi stessi, soprattutto quando questo sentiero si percorre al buio, in una notte gelida e con un cielo velato da cui la luna sembra fare capolino per confondere ancora di più il nostro andare, disegnando tra le nuvole un arazzo psichedelico atto a intorpidire i pensieri. Immagini che sembrano essere bloccate lì e non volersi muovere, affollando la mente e bloccandola in quell’attimo.La sensazione di intorpidimento è piuttosto reale e muovere un passo diventa complicato e pesante come non mai, perché il battuto su cui si cammina è impervio, scivoloso e in gran parte paludoso, con il freddo che sale dai piedi fin dentro le ossa, attraversando tutto il corpo.Ascoltare i Terra e il loro terzo lavoro in studio Für Dich Estiert Das Alles Nicht, offre tutte queste sensazioni, un immoto che funge da motore per lasciare che dentro ognuno di noi si liberino certe impressioni e paure. Il genere proposto dal trio inglese parte da una base di atmosferic black metal per poi diradarsi in territori che spaziano dal post-rock fino all’ambient, ma la caratteristica principale è l’ossessività, quel senso di girare intorno, ripercorrendo sempre la stessa strada perché non si hanno punti di riferimento.I brani del disco sono solo quattro ma si dipanano per una lunghezza che supera abbondantemente i dieci minuti e ogni brano è pregno di intense sfumature che si riusciranno a cogliere solo se si deciderà di intraprendere il viaggio a cui i Terra ci invitano con coscienza.

Il tutto è avvolto da una luce che varia da una scala di grigi al crepuscolare e il riffing sembra sostenere, ma in realtà lo è esso stesso, un mantra ossessivo e deflagrante che si insinua nel nostro animo per toglierci ogni punto di riferimento e ogni certezza: questo l’intento delle composizioni, fiaccare ogni sorta di lumicino che arde dentro di noi, per portarci in un mondo dove tutto è appannato, nebbioso, gelido e fumoso.Il terzo album è un traguardo molto importante per ogni band perché spesso è il disco che ne decreta la sopravvivenza o la morte, ma in questo caso questo Für Dich Estiert Das Alles Nicht si presenta come un’ulteriore stratificazione e sopraelevazione delle fondamenta costruite con le prime due release, infatti se si ha la possibilità di fare un paragone con le precedenti, questa opera è la completa presa di coscienza delle capacità compositive che i Terra hanno sviluppato nel corso degli anni e di anni ne sono passati sotto i ponti, basti pensare che questo disco esce a ben sei anni di distanza dal precedente, pertanto le idee, i pensieri e il riffing hanno avuto modo di sedimentare per bene nella testa del terzetto.

Un ibrido tra black metal, post-metal, drone/ambient e malessere in cui a farla da padrone è sicuramente l’ambiente che i Nostri vogliono sviluppare, ogni cosa in questo disco è a servizio del creare un’atmosfera disturbante e sicuramente poco accogliente, tanto che la produzione è davvero molto particolare, con le chitarre in rilievo ma affossate allo stesso tempo, una voce che non solo è poco presente, ma quando lo è in realtà sembra emettere grida di dolore o versi che contribuiscono a portare il caos nell’aria putrida che si respira, stranamente si ha una batteria decisamente in rilievo rispetto al resto, che scandisce ogni singola sfumatura, come rappresentasse il ritmo che accompagna un sabba o un’iniziazione, anche il basso, pesantemente distorto è posto lì in avanti insieme alle chitarre, solo che non ha quel suono affossato come per le sei corde.

Sicuramente un disco che non è per tutti e sicuramente un disco che ha necessità di ripetuti ascolti per poter essere penetrato e compreso, ma sicuramente un disco in cui, nonostante la lunghezza delle singole composizioni, non ci si annoia mai.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

 

Code666 Records
www.facebook.com/TerraUK

The Beginning
Verisimilitude
Gelbwerdend
The End, My End

Ryan Saunders – guitar
Scott/Scuz Brophy – bass
Luke Braddick – drums