Voidfire

W Cienie

Il senso melodico di questi blackster polacchi crea un intenso susseguirsi di suggestioni che lo rendono quasi progressive. Una evocatività che si permea di costrutti descrittivi di tipo paesaggistico senza diventare musica ambient.

L’effetto oscurante è realizzato attraverso i canali della morbidezza, lasciando che si acquisti un chiaroscuro pittorico piuttosto che netti tagli di separazione tra luce e buio. ‘NADEJSCIE’, che apre l’album, è un bel quadro morbido nonostante la sua malevola escrescenza vocale, la ritmica chitarra-batteria è corroborante, assolutamente punto di forza di questa traccia. La seconda traccia ‘NIEPEVNOSC’ vive sulla falsa riga emozionale della prima, però si fluidifica e diventa più avvolgente nel proprio sviluppo strumentale. Un altro episodio ricco e attraente è dato dalla suite di circa quattordici minuti ‘CIENIE SZALENSTWA’ che molto deve anche alle parti acustiche che danno intensità emozionale in aggiunta ad un pezzo che comunque vive per la maggior parte di una tale densità avvolgente da risucchiare nel suo gorgo, complice anche un drumming che prova diverse dimensioni ritmiche, sempre efficaci; e l’assolo chitarristico, stupendo, enfatizza una bellezza disperata con evoluzioni che si affacciano all’ascolto in senso meno chiuso.

Nella rauca e corrosiva minisuite ‘Odchodzac W…’ c’è un ché di crooner nel cantato a tonalità bassa, purtroppo è solo due sezioni accennate, ma che avrebbe potuto sviluppasi in maniera accattivante dato il fascino del timbro espresso. La finale ‘OCZYSZCZENIE’ è un bellissimo momento soffice, intelligente e spirituale, che colpisce per la presenza contemporanea di semplicità e pathos, in questo caso solo parzialmente black, donando una certa serenità di fondo. Quello suonato non è uno scenario asfissiante, la durezza viene spesso mitigata da una profondità espressiva che oscilla tra l’oscuro ed il gotico, scurendosi verso il Black o diluendosi verso il gothic a seconda dell’anima comunicativa voluta. Il growling ha un sapore afono che lo rende meno aggressivo ma più sognante, per quanto possa trattarsi di incubi. Lo screaming invece è maggiormente ruvido, con un minimo di aggressività che però rimane in parte introspettiva.

La batteria è in mano a chi è in grado di interpretare le strutture con esecuzioni ficcanti. La sei-corde dalla sua ha un temperamento deciso e sempre adeguato che non disdegna di provare cose diverse per gestire le varie song. Essa distorce con tappeti granulosi come anche stilla note pulite e limpide, fino a porsi in simil-dolcezza con certe effusioni melodico-acustiche. L’insieme è sulfureo, ma non fa cappa di soffocamento, lasciando una rarefatta possibilità di respiro. Il goticismo impregna parecchio l’insieme facendo spesso prevalere la malinconia e la tristezza piuttosto che l’oppressivo sentimento di odio. La Svezia classica del genere è abbastanza presente, ma non rende la proposta una mera riproposizione di mestiere in quanto l’ispirazione artistica è piuttosto forte. Musica che fa emergere sentimenti veraci e profondi emanando qualità coraggiosa.

Roberto Sky Latini

Nadajscie
Niepevnosc
Rozmycie
Wrota
Odchodzac W…
Ciene Szalenstwa
Oczyszczenie

Krzysztof “Virian” Sobczak – vocals
Jacub Ndzienicki – guitar / bass