Grimm Distribution

In the Tomb of the Forgotten King

Ecco l’esordio di una nuova band di Melodic Death Metal fatta di componenti dell’est-Europa.

L’intro atmosferico “SHINING”, costruito su un dolce pianoforte, introduce l’album con una certa eleganza, ed è forse l’unica cosa, insieme all’ultima traccia, che può essere considerata davvero valida. Per il resto la musica è focalizzata in un continuo semplificare e banalizzare anche i giri sonori che sembrano buoni spunti. La varietà espressiva è davvero poca e molte volte ci si riduce ad una ripetizione noiosa dello stesso motivo, e la monotona voce cavernosa non contribuisce certo alla valorizzazione degli episodi che si susseguono senza produrre alcun salto emozionale. Se qualcosa di buono emerge da brani come “My Bloody JJ” o la title-track “In The Tomb Of A Forgotten King”, dove anche senza molta dinamicità si ascolta un songwriting congegnato meglio, anche se poco efficace, l’inutilità pura invece si percepisce fruendo tracce come “There’s no Place for Life” e “Anabiosis”, che scorrono senza nessuna fantasia sottolineando la propria fastidiosa staticità. L’oscurità doom di Infernal Sun fa sbadigliare, come una bella tapparella che dà ombra alla stanza per una bella pennichella (concilia davvero il sonno, l’ho provato). Maggior pregnanza si riscontra nella strumentale “EXORCIST”, il cui più importante messaggio è però quello di far capire come sia stato inutile far cantare questo disco a Thanatos, in quanto il pezzo in questione funziona benissimo senza vocalismi pur rimanendo strutturalmente simile alle altre canzoni.

Suonare scontati in questo modo rende il disco inerme, davvero privo di ogni attrattiva. Il disco suona come se il pianista italiano Einaudi si volgesse al dark ambient, senza però quel minimo di ispirazione che talvolta in quello si sente. Una serie di tappeti sonori che riempiono le tracce ma non le caratterizzano; una impresa portata avanti come se si avesse tempo da perdere, e come se nessuno sapesse usare gli strumenti meglio di così. La limitatezza è nelle idee, ma i musicisti non fanno niente per cercare di mascherare la loro mancanza di ispirazione, magari con un po’ di orpelli distrattori. La voce è tra le emissioni peggiori di questo lavoro, per colpa di un growl che c’è o non c’è, non fa alcuna differenza.

E’ interessante solo quando sussurra, per il resto è un sottofondo ingombrante e fastidioso. A parte l’inesistenza di virtuosismo strumentale, qui dentro non vige neanche un minimo di spessore compositivo. Solo talvolta si salva il basso, ma il basarsi sulle tastiere non li aiuta né per la linea melodica né per il sostegno dell’intelaiatura. Se la semplicità non è sempre sinonimo di povertà, qui è sinonimo di piattume. L’insieme non funziona né in ambito Melodic né in quello Doom o Ambient. A volte mi domando se certi musicisti sappiano ascoltarsi. Si sentono le infuenze di ben altri personaggi, ma sviluppati con infantile modalità di copia, declassando una musica che merita ben altra dignità. Che alcuni di loro abbiano avuto esperienza di ospedale psichiatrico doveva aver generato visioni di ampia elucubrazione, ma ciò non è accaduto, timbrando un cartellino di una concezione musicale ristretta, piuttosto standard e prevedibile, troppo “normale” e canonica, e in più senza afflati artistici. Più di una opera che parla di occultismo, mi sembra un’opera che suona occultata. Sicuramente un disco da votare con l’insufficienza. Queste sono esperienze da abbandonare subito, sia come fruitori che come compositori, è un consiglio che dò senza cattiveria ai sei membri della band.

Roberto Sky Latini

The Shining
My Bloody JJ
There’s No Place For Life
Anabiosis
In The Tomb Of A Forgotten King
Infernal Sun
Falling Snow
Sleepless Anger
Exorcist

 Thanatos – vocals
Rapsidis – guitars
Shoggoth – guitars
Athame – keyboards
Abhoth – bass
Nyarlathotep – drums