Violentor

Manifesto di odio

Un compatto muro sonoro che non annoia nonostante la mono-dimensionalità compositiva. La blastemia più tradizionalista emerge dai testi, insieme ad altri messaggi altrettanto virulenti e ribelli, con tanto di parolacce disseminate qua e là, oltre a giudizi ingiuriosi contro le persone e le mentalità.

òL’essenza musicale non ha nulla di originale ma funziona perfettamente nella propria forma fluida. Nel 2011 esordisce questa band italica che arriva oggi al sesto full-lenght con in mezzo un ep nel 2020, e l’energia permane integra. La band ricorda i Subhuman per la pesantezza sonora, che qui è però anche maggiore (lì almeno c’erano gli assoli), ma soprattutto per i testi irrispettosi e volgari, pieni di inaccettazione della realtà.

La violenza della title-track ‘MANIFESTO DI ODIO’, massiccia nella sua forma di muraglia incombente, è l’anima punk più esplicita che si possa pensare, ancorata in toto al passato più intransigente. Ma anche le altre canzoni hanno la stessa coerentissima presenza aggressiva sia dal punto di vista sonoro che lirico. ‘FACCIAMO LA GUERRA’ possiede un riffing leggermente più articolato, ma la velocità la lega abilmente rendendola compatta, riuscendo a farsi divertente in misura maggiore sia come variabilità, per quanto limitata, che come approccio d’insieme. La bellezza di ‘Senza Limite’ sta nel rifframa che all’inizio sferraglia alla Motorhead per poi modificarsi più volte con la chitarra ritmica in continua fibrillazione.

Chi vuole l’esempio più lampante della loro modalità di pensare i testi, basta ascoltare ‘Siete tutti morti’ che abbraccia tutti i parametri più violenti di paraculata. Pochissimi rallentamenti, tra cui quello più significativo, ed infatti ben riuscito, all’interno di ‘Tieni d’occhio la tua strada’. La soft-song ‘Ballad of the free Spirits’ non ha molto da dire, appare un errore più che un brano da prendere sul serio; la voce sembra voler essere dissonante, ma invece appare disfunzionale ed interpretata male nonostante gli ospiti, molto meglio tutti gli altri brani, quelli tirati dove non ci sono cadute ideative ed esecutive.

Songwriting potente che renderebbe al massimo in sede live, con pogo sfrenato e colpi di spalla per sudare e scatenarsi tra gli umori accaldati di gente felice di farsi male. La voce non tenta di ampliare il quadro delle note da toccare, o di servire modulazioni per punteggiare lo schema in maniera più colorata, anzi cerca sempre di rimanere nella più pura tradizione urlata in senso monocorde. Una monotonia tipica del genere che anche nella brevità delle tracce (invero non così corte) ripercorre le concezioni dei primi anni ottanta; è il classico punkeggiare tacciato di fare ‘brani tutti uguali’ ma che realizza l’estetica del vero punk , quello verace e senza compromessi.

E’ un’essenza musicale che possono godersela coloro che quel movimento l’hanno amato. Niente virtuosismi e nessuna pennellata sfumata. Talvolta si passa ad uno Speed-metal che però mantiene sempre una caratteristica forte di hardcore. Questi italici panzer del metallo più inesorabile hanno deciso di cantare in italiano oggi per questo nuovo prodotto e non la possono mandarla a dire meglio di così, diretti, offensivi e teste di cazzo dalla parlantina assolutamente non simbolica. Chi vuole schiacciare l’acceleratore e al tempo stesso mandare tutti a fanculo, ascolti “tranquillamente “ questo lavoro.

Roberto Sky Latini

Time To Kill Records
www.facebook.com/VIOLENTOR666

Manifesto Di Odio
La Paura Uccide
Facciamo La Guerra
Vendetta Privata
Ballad of the Free Spirits
Senza Limite
Siete Tutti Morti
Tieni D’Occhio La Tua Strada
Il Fondo

Dog – vocals / guitar
Gigi – bass
Michal – drums