Threshold
Dividing Lines
Dalla Gran Bretagna si riaffacciano al mondo i raffinati Threshold, che sembrano sempre poco influenti nel mondo metal pur essendo considerati orami dei big del Prog, col loro afflato tecnico che offre sempre tanta bontà compositiva. La band è in grado di costruire ariosità diverse tra brano e brano, a volte con alcuni clichè, altre volte riuscendo ad imporre forte personalità. Questo loro dodicesimo disco conferma la grande tenuta di un combo sempre all’altezza della propria fama. La loro carriera presenta alcuni capitoli geniali, in questo caso siamo invece davanti ad un prodotto di alta qualità che però presenta un loro standard medio.La sonorità proposta oscilla tra brani leggeri per genere suonato, avvicinandosi all’AoR e a certe melodie orecchiabili, pur quest’ultime sempre inserite in contesti tecnici strumentali virtuosi, e brani invece più prettamente metal con dei groove piuttosto tonici e ritmici. ‘Hall of Echoes’ possiede una linea melodica molto mainstream ed è un esempio chiaro del lato ammiccante di questo album, sensazione aumentata anche da un passaggio del cantato che ricorda qualcos’altro (aiutatemi voi).
Anche la non eccelsa ‘Silenced’ contiene un passaggio cantato che ricorda altro, in questo caso ‘Innuendo’ dei Queen (1’7”). ‘Let it Burn’ invece usa una modernità gotica alla Lacuna Coil che dinamizza l’ascolto con una certa scattosità. Si inizia a fare davvero sul serio alla quinta traccia ‘THE DOMINO EFFECT’, una pregnante suite di undici minuti, malinconica e dura allo stesso tempo, che sa portare l’album ad un altro livello; qui la natura del brano sembra narrativo e costruisce ambientazioni descrittive. E’ realizzato inserendo un ponte centrale calmo che si rifà alla modalità espressiva degli Asia, seguita poi da una bella parte solista elegante. Stessa anima narrativa si trova nell’altra suite ‘DEFENCE CONDITION’ che utilizza un ritmo tonico più fluido e ballabile, lasciando che sia la freschezza limpida ad esporre la propria suadenza; linearità che permane anche nel rallentamento della ritmica dove poi arriva uno scorrevole e ruscellante assolo, per poi giungere ad un finale mordace con una voce incombente che fa vivere il senso narrativo del pezzo.
La più elettrica e frizzante ‘COMPLEX’ va considerata uno dei momenti migliori dell’album col suo riff potente, e la voce si sporca nelle strofe per essere maggiormente aggressiva, ripulendosi nell’ottimo e accattivante ritornello; un bel rutilare corposo. La bellezza, dura in maniera meno diretta, di ‘KING OF NOTHING’ sta nell’atmosfera emotiva, leggermente epica, e pure in uno degli arrangiamenti più belli del disco; la melodia fa venire in mente certo power melodico anche italico e le pause del songwriting aumentano l’intensità del pathos. Intrigante la rarefatta ‘LOST ALONG THE WAY’ che usa un appeal AoR dando però una impronta che fa venire in mente gli Yes del periodo ‘Drama’o gli Asia, un pezzo che ha poco a che fare col metal, diventando comunque un episodio attraente e succoso.
Il cantante Morgan ha la sua solita voce “carina”, altre volte più aggressiva, ma su una base gentile, mai supervirtuosa, comunque centrata ogni volta perfettamente sul pezzo. Sono presenti assoli relativamente prolungati, non sempre personalissimi, ma in alcuni casi davvero emozionali. La freddezza del primo ascolto si stempera dopo il secondo e poi sempre di più i pezzi entrano con densità dentro il fruitore. La qualità del lavoro viene un po’ rovinata da certi risvolti canonici che per quanto vi si possa essere affezionati in quanto appassionati, rendono non sempre sorprendente l’ascolto. Nell’insieme non viene però mai a mancare il piacere ed il gusto permettendo alle composizioni tutte di farsi strada adeguatamente con le loro vibrazioni. Come i Dream Theater il gruppo oggi si adagia su se stesso senza tentare più di innovare; ma in questo caso ciò che conta sono le belle canzoni e la cosa riesce di gran classe.
Roberto Sky Latini
Nuclear Blast
www.thresh.net
Haunted
Hall of Echoes
Let It burn
Silenced
The Domino Effect
Complex
King of Nothing
Lost along the Way
Run
Defence Condition
Glynn Morgan – vocals
Karl Groom – guitar
Richard West – keyboards
Steve Anderson – bass
Johanne James – drums