Strigoi

Viscera

Il mondo in cui viviamo è pieno di anime perse, pieno di anime immortali e immonde che vivono ai confini tra la vita e la morte e che possono assumere forme di animale, essere invisibili e continuare a vivere nutrendosi del sangue fresco delle loro vittime. Tutto questo ha un nome e il nome è rumeno. Romania, la terra della Foresta Nera, la terra di Vlad III di Valacchia, meglio noto come Dracul: il nome è Strigoi.Strigoi è il nome del nuovo progetto di Greg Mackintosh e Chris Casket, dopo che i Vallenfyre si sono sciolti e se i Vallenfyre erano lo sfogo del dolore e della nichilista visione del mondo di Greg, dopo la morte del padre, gli Strigoi conservano questa visione nichilista a cui si aggiunge la necessità di fare vedere l’orrore che attanaglia il mondo.A differenza del progetto precedente, che vedeva Mackintosh riassaporare il suo atavico amore per sonorità death/crust, in questi Strigoi si continua a sentire l’amore per il death metal, ma entrano in gioco le pesanti sonorità dei primi Paradise Lost che, d’altronde, sono la band madre del buon Gregor, quindi siamo su un’evoluzione in senso grezzo del sound dei Paradise Lost di Lost Paradise e Gothic.

Viscera è il nome del secondo disco degli Strigoi, edito dalla Season Of Mist che orgogliosamente li strappa alla Nuclear Blast e li porta orgogliosamente nel suo roster, e il disco non si discosta poi molto dalle sonorità del precedente disco del 2019 ma ne accresce l’intensità andando a giocare molto su suoni decisamente migliori e composizioni più lente e più pesanti in cui il death metal rimane a dare la pesantezza: qui è la porzione Doom a farla da padrone e si dipana lungo tutte le dieci tracce che compongono Viscera ora in maniera tipica, richiamando alla band madre, ora risultano essere rimaneggiate e reindirizzate in maniera più moderna e in certo senso anche minimale. Non ci sono innovazioni nel progetto Strigoi, ma non sono affatto necessarie perché sia Greg sia Chris hanno la volontà e la necessità di andare subito al sodo, senza l’aggiunta di particolari orpelli, che pur ci sono, per ottenere le atmosfere decadenti e mortifere di cui il disco è imbevuto.

Nessuna fonte di luce è capace di penetrare le fitte trame di Viscera, nessun accenno alla speranza o alla positività, qui il cammino si dipana lungo strade da cui risalgono fumi acri e marcescenti e l’aria che si respira è totalmente sulfurea e in questo sia il death metal sia il Doom sia una piccola porzione di crust, ancora presente nel sound, rappresentano sicuramente la migliore commistione per poter portare avanti la visione del mondo della coppia che ha dato vita al progetto e la ferocia delle anime immortali cui il nome della band dà vita.

Come dicevo poco sopra, nulla di nuovo sotto il sole ma una prova sicuramente importante per i due musicisti, ormai sulle scene da decenni (non dimentichiamo che Chris Casket è il bassista degli Extreme Noise Terror), che riescono a sfornare un album solido e soprattutto valido sotto tutti i punti di vista, con un sound grezzo e feroce al punto giusto, ma anche in grado di regalare, nei momenti più doomy, delle spettacolari melodie decadenti e asfissianti capaci di catturare l’ascoltatore e portarlo nei meandri più bui del proprio Io e metterlo direttamente a contatto con i suoi demoni grazie anche ad una produzione completamente all’altezza della proposta: sporca e grezza ma capace di rendere pienamente la forza della proposta.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

United in Viscera
King of All Terror
An Ocean of Blood
Napalm Frost
Hollow
A Begotten Son
Bathed in a Black Sun
yzantine Tragedy
Redeemer
Iron Lung

Greg Mackintosh – vocals  and guitar
Ben Ash -guitars
Chris Casket – bass
Guido Zima – drums