Stoned Jesus

Father Light

I tre musicisti ucraini hanno composto questo loro quinto lavoro a guerra già iniziata e in qualche modo la malinconia e l’evanescenza di certi suoni evocano straniamento. Abbiamo uno Stoner che però è ben altro di più, ricco e sfaccettato.

La prima traccia morbida ed onirica è la title-track ‘FATHER LIGHT’ i cui suoni acustici sono radicati nel periodo tra i sessanta e i settanta, con una verve hippy dolce, dal velo triste. La suite ‘SEASONS OF THE WITCH’ di oltre undici minuti è inizialmente un gorgo riffico doom che avvolge in modo instancabile e denso, ricordando in qualche modo i Black sabbath, con una certa dinamica strutturale che la rende fluida, passando poi ad una parte centrale più frizzante di tipo hard americano alla Grand Funk, senza farsi mancare appigli di tipo progressive. E’ una composizione con due anime che pur non legate in modo stretto regalano fascino senza annullarsi l’un l’altra. L’Hard Rock scorrevole di ‘THOUGHTS AND PRAYER’ appare come l’episodio migliore; è un bel girovagare circolare che quando si apre nel ritornello regala una certa serenità espressiva, anche se non manca di passaggi meno solari; gioca con volute di riff che si legano pastose e anche qui non manca un breve momento doom granulare nella sua distorsione.

In stile Soundgarden, ‘PORCELAIN’ si rende rarefatta ed atmosferica nonostante il riff denso ed il basso che traccia la via; è una calda performance che crea una trama di colori suadenti, con classe intelligente. Il brano più frizzante è ‘CON’, un afflato prog del tipo semplice di fine anni sessanta. In ‘GET WHAT YOU DESERVE’ si respira la brezza alla Black Sabbath dell’ultimo periodo con Ozzy, alla presenza dei tipici riff doom, ma senza appesantirsi troppo, con anche delle luci più evanescenti come succedeva per esempio dentro  ‘Air Dance’ (da ‘Never say Die’-1978) immettendo però un finale d’incrostazione acida. Sono state descritte tutte le song perché non solo non ci sono filler, ma esse emergono come sostanziosamente valoriali, non rendendo possibile la divisione tra canzoni minori e maggiori.

La voce non diventa mai rude o aspra, mantiene sempre un afflato atmosferico che racconta sensazioni spesso più limpide dei suoni, portando una certa leggerezza emotiva che persuade , pur essendo in altri casi una formula vocale atta a creare incantesimi incombenti.  Si percepisce una dinamica vivace, con un uso di pattern ritmici in grado di affermarsi in modulazioni accattivanti, con variazioni che toccano corde differenti dell’ascoltatore. Si sente una grande ispirazione che fuoriesce con immediatezza e spontaneità. La band inizia nel 2009 con una demo sita nell’alveo di uno Stoner molto legato alle immagini dark del doom oppressivo e spiritico, ma in questo disco sembrano meno scuri, pur lasciando alcune enfasi di quel tipo. E riescono a comporre un album di alto livello che non trova intoppi, anzi non ha difficoltà a costruire ottimo feeling. Un lavoro in grado di funzionare in ogni sua parte, e ciò lo rende uno degli album probabilmente migliori dell’anno 2023. Incredibile poter ascoltare ancora musica così soddisfacente in questo tipo di sound che spesso ha problemi di personalità.
Ma gli Stoned Jesus oggi sono al massimo della forma nonostante il duro momento bellico che stanno vivendo, ma forse proprio per questo.

Roberto Sky Latini

Father Light
Season of the Witch
Thoughts and Prayers
Porcelain
Con
Get what You Deserve

Igor – vocals / guitar
Sid – bass
Dmitry Zinchenko – drums