SLAUGHTER FEST

Slaughter Club – Paderno Dugnano (MI) – 11-06-2023

LIVE REPORT – SLAUGHTER FEST – CROWBAR + CAYNE + IN-SIGHT + SATORI JUNK + ABBINORMAL + ABYSSIAN + SELF DISGRACE
@ Slaughter Club – Paderno Dugnano (MI) – 11-06-2023

Benvenuti allo Slaughter Club dove lo staff ha unito le forze con la Gravesin Booking, Rocker Sound Agency e We Fuckin Rock per organizzare lo SLAUGHTER FEST, per il quale hanno chiamato come headliner i massicci CROWBAR grandi esponenti dello sludge metal, con all’attivo il dodicesimo disco Zero And Below uscito nel 2022. Il palco sarà condiviso da ben sette band tratte dal nostra ricca scena underground, sul lato estremo abbiamo i SELF DISGRACE, IN-SIGHT e ABBINORMAL, passando al ramo gothic degli ABYSSIAN e CAYNE, infine allo stoner doom dei SATORI JUNK. Con un bill del genere si prospetta un evento di altissimo livello, scopriamo come si svolgerà quindi senza indugi che lo SLAUGHTER FEST abbia inizio!

SELF DISGRACE

In questa caldissima domenica, il metallo in quanto conduttore di calore ci terrà sempre compagnia, all’inizio sono pochissimi gli irriducibili che presenziano, ma pronti a ricevere il calcio d’inizio sferrato dai SELF DISGRACE, band fondata nel 2007 dalla thrasher Isa Brutal. Con Forest Of The Fear spezzano il silenzio dimostrando subito di che pasta sono fatti, aumentando il tiro con i pezzi successivi proponendone soprattutto, dall’ultimo terzo disco Fetus In Fetu del 2020.

Isa è una chitarrista di grande esperienza legata alle radici hold school, ampiamente dimostrato grazie alle continue scariche di riff e assoli affilati, ribaltanti giri di basso a opera di Overteo Busignano e martellanti parti di batteria scagliate da Chris Psycalamaro, infine alla voce la piccola Deb, ci stupisce con una vocalità versatile passando dal pulito allo sporco con grande facilità.

Sul palco si nota una buona alchimia e non manca l’interazione con il pubblico, il quale apprezza l’intero repertorio inclusa la finale Deliverance, dove alle doti canore di Deb si aggiunge pure la voce soprano, quindi tanto di cappello a lei e alla band in generale sia per aver aperto degnamente la serata, sia per aver dato una rinfrescata moderna al thrash old school.

Setlist:

Forest Of The Fear
Never Born
Partner In Crime
In The Name Of Lies
Schizophrenia
In Chains
Deliverance

SELF DISGRACE line-up:

Deb – vocals
Isa Brutal – guitar  vocals
Overteo Businaro – bass
Chris Psycalamaro – drums

Ora si cambia registro con gli ABYSSIAN nati nel 2010 a Milano, con all’attivo il secondo disco Godly pubblicato nel 2021, preceduti dall’intro aprono il sipario con Seven trasportandoci nella loro dimensione gotich-doom.

L’atmosfera è appesantita dagli oscuri riff generati da Rob e Frans ai quali il bassista Vinz aggiunge profondità, mentre Daniele Ferru già militante nei Drakkar sostiene la ritmica con parti di batteria d’intensità variabile, con rallentamenti e accelerazioni a seconda dell’andamento dei pezzi, rendendo complessivamente il sound molto compatto, ma il baricentro è senza dubbio il frontman Umberto Vono grazie alle sue movenze teatrali, e, alla sua variabile voce che a seconda delle canzoni, può essere pulita ma tenebrosa sino a diventare sporca e ruvida.

Il pubblico seppur ancora scarso risponde positivamente, in particolare ai pezzi di Godly dal quale la band trae anche il pezzo finale As The Sun, terminando la breve esibizione ma incisiva con successo.

Setlist:

Intro
Seven
The Realm Of CommorionLe
t Me Die Under The Stars
Milsterak
Soul Colonnades
As The Sun

Umberto Vono – vocals
Rob – vocals and guitar
Frans – guitar
Vinz – bass
Daniele Ferru – drums

Dall’oscurità si ritorna alla violenza! Meglio tenersi forte per non essere letteralmente spazzati via dagli ABBINORMAL, esponenti del death-grindcore milanese che dalla nascita nel 2017, hanno pubblicato quest’anno il secondo lavoro Grind Hotel.
Dopo l’intro partono secchi con Discrimination, prima di una lunga serie di bombe a mano lanciate in platea, dove l’headbanging comincia a far svolazzare le teste e qualche pazzo sfida il temibile caldo pogando, grazie all’ottima interazione di Eric Vieni frontman carismatico, coinvolgente e dal growl incendiario.
Sempre affiatato con i suoi compagni d’avventura impegnati a sparare canzoni a raffica, in un turbine di riff inflitti da Max Maestrelli, cementati dalle spigolose linee di basso scagliate da Marco Comini, mentre Luca Cacciatore tortura piatti e pelli senza sosta.
Non dimentichiamo le dolci melodie sempre a opera di Eric alla tastiera, che creano un interessante contrasto in mezzo al macello totale, facendo una mediazione tra le canzoni dei loro due dischi e terminando con medley, gli ABBINORMAL portano a casa un altro trionfo con un live spietato senza fare prigionieri.

Setlist:

Intro
Discrimination
Ho Chi Minh Trail
Brutalized
Negative Vibes
Grind Hotel
Be Sick
Hexakosioihexekontahexafobia
Hellcore
Epileptic Shit
Don’t You Worry About The Song
Obsession
Urban Massacre
Gli Esclusi
Gux
Big Crunch
One minute Silence
The Summer Is TragicM
edley – Cynism At 52 Hz / Bullet Proof

ABBINORMAL line-up:

Eric Vieni – vocals and guitar
Max Maestrelli – guitar
Marco Comini – bass
Luca Cacciatore – drums

Come ho detto inizialmente il bill di oggi è variegato, ora passiamo la parola ai SATORI JUNK quartetto da loro stessi definito acid-horror-doom, che dalla nascita nel 2012 hanno pubblicato nel 2018 la seconda fatica The Golden Dwarf.
Ben accolti partono con Shamaniac proiettandoci in una dimensione sperimentale, dove regna un sound retrò basato sulle sonorità distorte di Chris alla chitarra e Lorenzo basso, i quali fanno largo uso del FUZZ mentre Luca alla tastiera arricchisce di atmosfere psichedeliche.
I pezzi sono di lunga durata con repentini cambi di tempo, la cui struttura è sorretta dalle tempistiche volubili tracciate da Max alla batteria, Luca è anche un cantante dalla voce pulita e malinconica in linea con i testi strazianti, più che cantare sembra declamare e con dinamicità e determinazione, i milanesi propongono un set di soli quattro pezzi, che sono risultati coinvolgenti e orecchiabili riscuotendo buon successo.

Setlist:

Shamaniac
Blood Red Shrine
T.T.D. (Thousand Tons Demon)
Cosmic Prison

SATORI JUNK line-up:

Luca – vocals and key6boards
Chris – guitar
Lorenzo – bass
Max – drums

Il livello di pesantezza della serata ha l’andamento delle montagne russe, ora risaliamo bruscamente con l’arrivo degli IN-SIGHT band ormai di famiglia su questo palco, una volta sistemato il palco attaccano con Boogie Man richiamando la gente all’interno.
Posso anticipare che la loro esibizione sarà una mazzata dall’inizio alla fine, inoltre stasera li vediamo con una rinnovata formazione dato che Alessandro Marino, Michele Lupo e Giovanni Raddi hanno lasciato la band, mentre il compianto Andrea Pecora come tristemente saprete è morto a giugno 2022 (RIP fratello).
Dal 1996 hanno pubblicato quattro dischi, ciò nonostante decidono di suonare due pezzi dal primo Infection Of Mind, e, quasi interamente il secondo Endorsed By Hate. Belli carichi e coinvolgenti fanno dilagare inesorabilmente il loro melodic death metal, Marco Gilardoni e il nuovo arrivato Andrea Frau disseminano riff e assoli devastanti, abbinate dalle viscerali linee di basso scaturite dalla new entry Roberto Genoni, mentre il cingolato Mek sfoga tutta la sua rabbia accanendosi contro piatti e pelli.
La prestazione vocale dell’evergreen Emanuele Cosmo, convince i presenti grazie al suo micidiale growl, tanto che alcuni pezzi sono accompagnati da un “pogo accaldato”, anche i nostri sono messi a dura prova ma resistono tenacemente, i nuovi arrivati sono già perfettamente integrati questo è un punto fondamentale per la buona riuscita del live. Cosa che avviene sino alla conclusiva Not In My Name, al che la band comasca riceve  rumorosi applausi e può lasciare a testa alta il palco all’ultima band italiana.

Setlist:

Intro
Boogie Man
Infection Of Mind
Ticket
Black Opera
Fury Of The Wind
No Compromise
Informutation
Not In My Name

IN-SIGHT line-up:

Emanuele Cosmo – vocals
Marco Gilardoni – guitar
Andrea Frau – guitar
Roberto Genoni – bass
Mek – drums 

Siamo giunti alla penultima band della serata che chiude la parentesi italiana, si tratta dei CAYNE e sulle note di My Damnation danno il via all’esibizione, iniettando nei presenti una forte dose di stoner rock.

Immediatamente delineano una ritmica molto marcata, determinata dalle sei corde di Diego Minach, uno scalpitante Marco Sacchetto (Temperance e Coevo) dietro le pelli dà manforte picchiando duramente, il tutto è strettamente legato dal bassista Andrea Bacchio, infine Giordano Adornato dà lustro ad una vocalità pulita ed estesa, talvolta usando degli effetti che ben si abbinano con il sound, inoltre vista l’assenza di Giovanni Lanfranchi per impegni familiari, sempre Marco si occupa dell’inserimento in base di melodie, che rendono il sound più moderno e personale.
Sulla breccia dal 1993 e reduci di vari cambi di line up, Giordano e soci mettono in piedi uno show di grande impatto catturando l’attenzione generale, che si protrae grazie al loro potere di coinvolgimento e il bel tiro delle canzoni, tratte da Cayne del 2013 e Beyond The Scars del 2018.
Raccogliendo meritati applausi, i milanesi CAYNE hanno degnamente chiuso la compagine italiana dello SLAUGHTER FEST, spianando la strada per i tanto attesi headliner.

Setlist:

My Damnation
Free At Last
King Of Nothing
Blessed By The Night
Together As One
Outcast
Addicted

CAYNE line-up:

Giordano Adornato – vocals
Diego Minach -guitar
Andrea Bacchio – bass
Giovanni Lanfranchi – violin and keyboards
Marco Sacchetto – drums

Signori e signore siamo giunti all’apice dello SLAUGHTER FEST, fortunatamente grazie alla pioggia il clima afoso si è affievolito, ma l’aria è sempre carica di tensione perché il palco sta per essere calcato dai grandiosi CROWBAR. In tutta tranquillità settano i propri strumenti e una volta che è tutto pronto, irrompono con Self Inflicted dando ai fans una scossa immediata, una sorta di resurrezione dal torpore del calore, infatti ben presto la gente anche se non ha raggiunto il numero sperato si scatena nel moshpit.
Il quartetto di New Orleans punta tutto sulla sostanza, niente scorribande sul palco ne lunghi discorsi, bensì sparano un pezzo dopo l’altro come proiettili da una cartuccera, al cui termine il massimo dell’interazione è il segno OK seguito da un breve applauso da parte del frontman Kirk Windstein. Dalla nascita nel 1990 in Louisiana la band ha subito vari cambiamenti, ma la potenza del loro sludge metal non risulta indebolita, le canzoni Chemical Godz e It’s Always Worth the Gain tratte dall’ultimo dodicesimo disco Zero And Below, sono apprezzate come tutto il resto del repertorio.
Kirk e Matthew Brunson emettono ritmiche pesanti e compresse dai suoni distorti, avvolte dalle bombate linee di basso piazzate da Shane Wesley, il loro andamento altalenante è evidenziato dal buon lavoro di batteria, dietro alla quale Tommy Buckley accelera e rallenta rendendo i brani movimentati. Inoltre Kirk sfoggia una vocalità al vetriolo incattivendo ulteriormente il sound, l’entusiasmo dei fans è costante e ripagano ogni canzone applaudendo e incitandoli in coro, purtroppo quando ci si diverte il tempo vola e con Planets Collide terminano la prima parte dello show, infine tornano con l’ultima hit Like Broken Glass determinando, purtroppo, la fine di uno show di grande spessore chiudendo con stile festival lo SLAUGHTER FEST.
Anche questa giornata è giunta al termine, combattendo contro il caldo abbiamo assistito alle performance di sei band italiane, delle quali possiamo essere solo orgogliosi dato che hanno suonato con grande passione e determinazione, bravi ragazzi continuate così!
Ovviamente complimenti ai Crowbar che hanno pienamente soddisfatto i fans, chiudendo nel migliore dei modi lo SLAUGHTER FEST. Sinceri complimenti all’organizzazione composta dallo staff dello Slaughter Club, Gravesin Booking, Rocker Sound Agency e We Fuckin Rock, sperando che questo fantastico evento diventi un appuntamento fisso.
Alla prossima!

Setlist:

Self Inflicted
High Rate Extinction
I Feel the Burning Sun
Chemical Godz
Fixation
Bleeding From Every Hole
To Carry The Load
The Cemetery Angels
It’s Always Worth the Gain
All I Had (I Gave)
Planets Collide
Like Broken Glass

CROWBAR Line-up

Kirk Windstein – vocals and guitar
Matthew Brunson – guitar
Shane Wesley – basso
Tommy Buckley – drums