Metallica
St.Anger
Parlare di questo album dei Metallica è importante perché è un unicum compositivo nel mondo metal. E trattasi di un unicum soprattutto per un gruppo metal mainstream; a dire che nella fama trasversale dei Metallica appare curioso che un disco così anti-commerciale venga concepito, tra l’altro di estetica addirittura strana. Cioè un tipo di musica underground che però è stato prodotto da un gruppo di successo, anzi di ipersuccesso, come appunto i mitici Metallica sono.
E parlarne è d’uopo nel suo ventennale visto che è un disco di cui si parla ancora molto, anche se con lo scopo di denigrare i suoi compositori. Uscì il 5 giugno 2003 e deluse tantissimi fan, sia quelli storici più rockettari sia il pubblico non metal. Tutto dipese dalle canzoni? Probabilmente no, almeno per i metallari si trattò più di una incomprensione che di un vero fallimento nel songwriting, quindi da ricondurre al tipo di suoni utilizzati. Le chitarre sono meno roventi nella distorsione, ma è soprattutto la batteria, considerata nello stile del “bidone battuto”,(ho scoperto recentemente che in realtà il suono della batteria di lars è sta una scelta fatta scentemente ilquale ha scollegato la cordiera dal rullante ottenendo quel suono N.D.R) a rendere diversa la ritmica; in realtà in gioco entrano anche le inflessioni vocali che passano dal tipico rigurgito rock-metal del singer a quello più mellifluo, a volte corale, che rende più stranianti le singole song. Le tracce sono spesso lunghe ma non stancano i veri curiosi della musica perché sono piene di cose interessanti. All’interno troviamo ben poco thrash e diverse sezioni grunge; nu-metal e stoner e quindi per la prima volta nella musica dei Metallica troviamo molti accenni alla decade novanta. In effetti, a differenza di ciò che molti credono, nel Black Album che fu pubblicato mentre imperversavano i Nirvana, non c’erano tracce del Grunge; se ne trovano invece chiaramente qui, fuori tempo massimo, a dimostrazione che i Metallica non seguivano e non seguono le mode. Nel ’97 anche i Kiss provarono un sound grunge con ‘Carnival of Souls’, lì chiaramente inseguendo la moda, ma apparvero infantilmente incapaci di interpretare il genere, mentre qui sembra che i Metallica abbiano chiaro ciò che stiano facendo.
Tracce migliori. Non mancano le ottime canzoni da voto alto. ‘FRANTIC’ è uno stupendo sfogo sonoro che non manca di input Grunge quando rallenta, ma bene inseriti dentro l’alveo Thrash; si percepisce una volontà di espellere nervosismo e schizofrenia. Altra perla è la title-track ‘St.ANGER’, che oscilla tra compattezza feroce e ancora morbidezze Grunge, in una espressività molto sentita che appare schizzata ma anche equilibrata nei suoi diversi toni di consistenza materica. ‘DIRTY WINDOW’ è stupenda nella sua variabilità, e la sua predisposizione all’anormalità la rende parecchio intrigante oltreché stimolante. L’ossessiva ‘INVISIBLE KID’, completata anche da aritmie del drumming, è un susseguirsi di battute d’arresto e ripartenze che però non hanno niente a che vedere con gli “stop and go” del metalcore, circondandosi invece di cantati molli e malati; pezzo singolare. Eccitante la partenza speed di ‘SWEET AMBER’ con suoni stoner avvolgenti, decisamente rockettari, con anche rallentamenti ben congegnati e una bella linea vocale decisa e diretta in un insieme piuttosto evocativo; alcuni accordi ricordano ‘Grinder’ dei Judas (1980), ma sono velocizzati.
Tracce minori. La song ‘Some kind of Monster’ è un perfetta escrescenza americana che vive di singulti heavy-thrash legati sia al metalcore che al Nu-metal senza mai perdere forza tonica, un momento non veloce e molto basato sulla voce, che però risulta globalmente ficcante e adatto alle sessioni live. ‘My World’ è un rock non thrash che ricorda bene gli anni novanta appena trascorsi, avanzando con uno spirito torrido che ben si lega allo stoner. ‘Shoot Me again’ è un episodio incentrato sulla sonorità Grunge, e non in modo parziale, magari anche un po’ alla Korn negli attimi NU, e risulta molto minore rispetto agli altri pezzi, apparendo più un rigurgito emotivo che un momento pensato con attenzione; questo sì che è un pezzo troppo prolungato. ‘The unnamed feeling’ è ancora una volta Grunge, e dall’interpretazione vocale fuoriesce un’anima dolente. ‘Purify’ possiede dei riff e delle accelerazioni intriganti ma alla fine l’insieme risulta poco riuscito in quanto tutto è assemblato senza una struttura unitaria. ‘All within my Head’ è una buona canzone, bel groove dal caldo afflato scuro.
Questo disco non è totalmente thrash, essendo invece molto inserito nella corrente Noise. Sembra un album thrash con la stessa mentalità che hanno i tedeschi Voivod, i quali spesso divagano e non si mantengono mai del tutto dentro il loro genere di base. Il Noise Rock è un genere che esiste dagli anni ottanta (gruppo iconico furono i nordamericani Sonic Youth che esordirono nel 1983), ma esso non è mai uscito dall’underground, e del resto non potrebbe visto il suo animo poco adatto alle mode. L’album non manca di energia e nemmeno di valore creativo, ma il fatto che l’ottimo songwriting presente per metà, si accompagni all’altra metà di canzoni meno funzionali, lo rende uno dei lavori meno di livello del gruppo, senza però poter scendere alla semplice sufficienza. Sappiamo ormai che il combo usò questa sessione di registrazione quale psicoterapia di gruppo; i loro problemi psicologici vennero affrontati anche con questo metodo artistico. Ma al di là dei lati personali, che comunque hanno sempre un impatto importante per pensare le produzioni artistiche, non solo musicali, quello che emerge è un quadro compositivo ricco e sfaccettato che è messo insieme con una verve sperimentale molto esplicita.
Fosse stato di una band underground probabilmente sarebbe stato amato, ma essendo uscito dai Metallica è risultato un lavoro indigesto ai più, non abituati a tale sound e soprattutto non aspettandoselo da essi. Rimane comunque un disco che contiene l’anima dei Metallica, anima che emerge in qualche modo. Questi musicisti non avevano mai seguito una scia uguale a se stessa, modificandosi ad ogni full-lenght, e però questa creatura discografica è la loro ultima innovazione (tralasciamo ‘LULU’ con Lou Reed che è il nulla più assoluto e che comunque non può essere considerato un disco ufficiale della band). Qui, in modo alternativo, finisce la ricerca di nuove espressioni e il disco segna il termine di una lunga e particolare marcia, degna di musicisti che guardavano sempre oltre. Successivamente arriveranno altri tre album, e saranno di qualità, ma sottolineeranno una meritata autocelebrazione, in qualche modo tornando al passato. Ed è giusto, dato che dopo un po’ è semplicemente sufficiente scrivere belle canzoni, quando ormai la propria arte è stata sviscerata. I creatori del thrash qui in St.Anger non utilizzarono molto la loro invenzione ma fecero qualcosa che spesso molti gruppi non hanno il coraggio di fare: vivere fino in fondo il loro percorso artistico. Anche per questo i Metallica sono fra i più grandi.
Roberto Sky Latini
Elektra / Vertigo
www.metallica.com
Frantic
St. Anger
Some Kind of Monster
Dirty Window
Invisible Kid
My World
Shoot Me Again
Sweet Amber
The Unnamed Feeling
Purify
All Within My Hands
James Hetfield – vocals, guitar
Kirk Hammett – guitar
Bob Rock – bass (Robert Trujillo – accredited but he doesn’t play on the album)
Lars Ulrich – drums