Kim

L’Estate di San Martino

Una storia curiosa quella de L’Estate di San Martino, band perugina fondata nel 1975 ed attiva soprattutto dal vivo con un un’intensa attività concertistica soprattutto nella loro Umbria.

Dicevo curiosa perchè, come leggo dalla loro biografia, dopo aver partecipato ad un concorso musicale nel 1978, vincono la possibilità di registrare un 45 giri per la RCA.  Il singolo dal titolo Il bimbo e l’eroe uscì ma solo in versione promozionale e non essendo distribuito nei modi convenzionali non ebbe purtroppo grande visibilità. Negi anni a venire il gruppo perfeziona ed arricchisce il suono iniziale aggiungendo tastiere, chitarra elettrica e batteria. L’attività live continua con performance in stile concept e lunghe suite musicali, fino al primo scioglimento avvenuto nel 1993.

Grazie al ritrovamento della registrazione di un intero spettacolo registrato a Perugia nel 1983, il gruppo si riunisce nel 2006 e dà alle stampe Alder,il primo cd della loro carriera, contenente tale registrazione.Finalmente, il vero e proprio esordio avviene l’anno successivo con Febo, album ideato nei  primi anni novanta ma rieseguito per l’occasione. Dopo un’altra lunghissima pausa, nel 2012 vede la luce Talsete di Marsantino, album quasi interamente strumentale con la partecipazione di ospiti illustrissimi come Steve Hackett, Francesco Di Giacomo e Bernardo Lanzetti. In occasione  dei 40 anni di attività del gruppo, nel 2015 lo stesso album viene riproposto in chiave completamente acustica sotto il nome di ESM#40 (Talsete, il viaggio acustico).

A distanza di altri sette anni, esce In questi giorni Kim, un nuovo concept album ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto: il tentativo di ibernare una ragazza americana di 23 malata di tumore, e risvegliarla in un lontano futuro in cui lei potesse finalmente guarire da un male ancora oggi in molti casi incurabile.In occasione di questo quinto lavoro, la line-up del gruppo è composta dal fondatore Marco Pentiricci coadiuvato da Massimo Baracchi al basso, Luca Castellani alla chitarra elettrica, Riccardo Regi alla chitarra acustica, Sergio Servadio alla batteria, Stefano Tofi alle tastiere e dall’innesto del nuovo cantante Andrea Pieroni.Devo dirvi che già dai primi ascolti del disco, si percepisce perizia musicale, pathos e grandissima voglia di riascoltare ed assaporare i suoni qui contenuti. I riferimenti musicali sono tantissimi ma nel suo genere la band è unica nonostante durante l’ascolto possa venire in mente un’altra band o artista.

La opener Cretto è già meravigliosa di suo, il gruppo riesce a racchiudere in circa tre minuti un caleidoscopio di suoni e sensazioni straordinari lo start del brano è un meraviglioso mix tra i suoni algidi degli ultimi Talk Talk e il Battisti più sperimentale della trilogia bianca che si evolve musicalmente tramite l’accompagnamento di un flauto trasognante.  Sul prato inizia con la voce caldissima di Andrea che ci introduce nel mondo genesiano basato sulle tastiere ed un arpeggio ipnotico di chitarra, bellissimo come bellissimo è l’assolo di tastiere nel finale. Con Inanna ed il suo incipit oriantale, si cambia completamente e i nostri si spostano nel territorio più ampio della folk-world music.

Gocce è una particolarissima traccia dove per quattro minuti sembra di ascoltare uno dei capolavori stilistici di Ivano Fossati e poi ci si ritrova nei campi fantastici e lussureggianti del prog più vicino al Canterbury sound che si ripropone anche nella successiva Coda, dove i Caravan ed i Camel sono vivissimi e nitidissimi. La straordinaria chitarra del breve Il ciclope ci accompagna fino a Il monaco Pierre, agitatissimo e sincopatico rock dal piglio molto teatrale.  Immaginarmi è la prima canzone del trittico lungo che conclude l’album, sopra una base musicale romantica e sognante la protagonista immagina di ritrovarsi un giorno viva e splendente in un nuovo mondo. Giungiamo così ai nove minuti quasi di gobliniana memoria di Caleidoscopio che fanno da ponte per l’ultimo brano Tewar (che contiene anche una ghost track). Qui i minuti complessivi sono undici, il brano nella sua texture iniziale si riallaccia alla splendida opener, si tratta di un pezzo etereo strumentale basato su tastiere e pianoforte ed un algida voce angelica che accompagna tutto il brano.

Un disco davvero molto bello denotato da un progressive molto moderno con un ottima produzione e ricco di suoni straordinari e suonato in modo magistrale, chapeau !

Massimo Cassibba

Cretto
Sul prato
Inanna
Gocce
Libera
Il Ciclope
Il monaco Pierre
Immaginami
Caleidoscopio
Tewar (+ ghost tracks)

Massimo Baracchi – bass, bass pedals
Luca Castellani – guitar
Marco Pentiricci – flute, flute Kiowa, sax, arpa
Andrea Pieroni – vocals
Riccardo Regi – twelve guitar chordes acoustic and electric guitar
Sergio Servadio – drums
Stefano Tofi – keyboards
Mauro Formica – bass on 7 and 8