Edenbridge

Shangri-la

La  band austriaca è tornata in questo 2022 con la sua solita forma elegante. Tale undicesimo full-lenght racconta il concetto di paradiso fornendo musica di ampio respiro, non particolarmente complessa ma comunque enfatica e piena di atmosfera.

La prima traccia ‘AT FIRST LIGHT’ è il biglietto da visita che mette subito in scena le tre anime principali di questi musicisti: la sezione iniziale di 2 minuti e 53 secondi è Power Metal, poi arriva il tonico sinfonismo che dura 1 minuto e 2 secondi, quindi l’anima progressive nel finale, ogni momento quasi separato a sé; una minisuite dalla splendida essenza che brilla di più con la sfaccettatura prog. Quando questi tre caratteri emergono, realizzano i migliori brani, mentre quelli pensati in senso commerciale sembrano mancare di quel quid in più come se i musicisti non riuscissero a creare qualcosa di meno canonico e prevedibile. Avviene con le ritmate ‘The Call of Eden’ e ‘Somewhere else but Here’ le cui linee melodiche sembrano un riciclo sentito e risentito, per quanto fatte bene, e risuccede con la ballata ‘Savage Land’, suadente e atmosferica, ma ancora più scontata nel suo cantato, che sarebbe magica nella sua declamazione se non fosse che il senso di deja-vu è troppo evidente; peccato, perché il finale col flauto è un momento favoloso, gestito in modo originale. Quando uno ha ascoltato tanto rock della storia, avverte subito quanto tali canzoni siano un forte ricalco di cose del passato, non come stile, ma proprio come sequenza di note utilizzate. ‘Hall of shame’, che è appunto un altro episodio Power, testimonia chiaramente come in queste accezioni il gruppo sia più bravo. Ma per tornare all’altezza qualitativa della traccia apripista bisogna arrivare alla succosa ‘FREEDOM IS A ROOF MADE OF STARS’ che ancora gioca sulla settorializzazione dei tre generi, in questo caso però quello Power, che termina al primo minuto e 57 secondi, presenta la stessa ovvietà delle tracce modaiole, mentre cresce a dismisura la classe nel successivo lato Progressive/Symphonic, davvero pregnante, e il brano funzionerebbe perfettamente in maniera più breve senza la parte iniziale. La ballata che ha una reale valenza qualitativa è l’armoniosa ‘ARCADIA’ che afferra il fruitore nella sua dolce presa ammaliante, e i vocalizzi finali aumentano il pathos generale. Questa prima parte termina con la fresca ‘THE ROAD TO SHANGRI-LA’ che utilizza una impronta leggermente epica per concludere la tematica lirica scelta, con un suono aperto e solare che la chitarra solista è in grado di aumentare.

La seconda parte è quella che continua la saga di ‘The Bonding’, album del 2013. Si tratta di cinque tracce ben legate tra loro che funzionano quasi alla grande, dove troviamo le classiche buonissime capacità compositive della band. Soprattutto le due sezioni ‘ALPHA AND OMEGA/THE ELEVENTH HOUR’, che messe insieme fanno un componimento Symphonic Power a doppia voce maschile/femminile, regalano un ficcante piacere, sebbene come era successo altrove, il momento evocativo finale da film non abbia molto di originale, cosa che vale anche per la soft-song ‘Round and Round’ a causa della melodia.

Questa realtà tipica della scena con le frontwomen ha però occupato una nicchia tutta sua, avendo uno stile molto personale nell’unione tra voce della cantante melodica e chitarra liquida che costruisce assoli molto diluiti e lunghi, pieni di  altrettanta melodia. Ma in questa opera vediamo che il gruppo non si attesta nella categoria del completamente sinfonico, e nemmeno prog né power, perchè le varie parti non si fondono quasi mai fra loro, rimanendo narrazioni staccate l’una dall’altra anche se messe insieme vanno a formare una canzone. A questi generi possiamo aggiungere che  il catchy di alcune song che vanno in direzione dell’AoR/Pop, e anch’esse sembrano capitoli a parte, anche se diventano quelli meno riusciti, spersonalizzando l’insieme. Senza contare che si percepisce anche l’attitudine da colonna sonora che permea molto tale materiale.  La singer negli anni ci ha abituato al suo stile lento e riflessivo, con vocalizzazioni allungate e morbide, difficilmente accentate o scattanti, ma piene di  accattivante eleganza che avvolge con le sue spire morbide ma inesorabili. La chitarra ritmica non cerca rifframa complessi eppure nella semplicità gli accordi hanno la loro perfetta emanazione d’efficacia, riuscendo a rendere strutturare un andamento vivace. Da sottolineare che le melodie individuate in questa recensione come criticità dell’album sono comunque gestite con alta professionalità e profondità di esecuzione così da poter regalare emozioni a chi riesce a estraniarsi dalla sensazione di deja-vù.

Roberto Sky Latini

 

 

AFM Records
www.edenbridge.org

 At First Light
The Call Of Eden
Hall Of Shame
Savage Land
Somewhere Else But Here
Freedom Is A Roof Made Of Stars
Arcadia (The Great Escape)
The Road To Shangri-la

The Bonding (Part 2)
Overture

Alpha And Omega
The Eleventh Hour, Round And Round
The Timeless Now
Finale