Insomnium

Anno1696

In una recensione, qualche tempo fa, scrissi che l’arte ispira altra arte e credo fermamente che non ci sia niente di più vero, però molti artisti prendono spunto anche dal quotidiano o dalla storia: non sono poche le band, infatti, che vengono ispirate a scrivere un disco basandosi su quanto accade ai giorni nostri o su quanto accaduto nella storia dell’umanità, una storia spesso costellata di eventi traumatici e brutali, a volte i riferimenti sono legati a fatti naturali che hanno sconvolto il normale girare della terra, ma quasi sempre sono gli orrori di cui l’uomo è stato capace, ad essere fonte di ispirazione.

Il caso vuole che tutto questo discorso ha a che vedere con il disco che mi accingo a recensire; sto parlando degli Insomnium e del loro nuovo disco Anno 1696. Come si può notare il titolo è relativo all’anno domini 1696 e fa riferimento a quanto accaduto nel 1675 nella cittadina di Torsåker, quando ben 71 persone furono bruciate vive e poi decapitate: il tutto in unico giorno. Questo macabro episodio, che segna uno dei momenti più bassi della storia umana e della religione cattolica, ha ispirato un racconto di fantasia da parte del bassista/cantante Niilo Sevänen, il quale a sua volta è stato fonte di ispirazione per il nono disco della band. La cosa davvero strana è che personalmente gli Insomnium non mi sono mai interessati più di tanto, questo disco è stato come un fulmine a ciel sereno, arrivando subito a segno. Sicuramente il genere resta sempre fedele a se stesso, continuando a muoversi su territori melodic death con la tipica flessione Finlandese, quindi con una sorta di malinconia di fondo che va ad amalgamare il tutto, anche se questa volta le melodie non fanno molto capo ad un versante malinconico, poiché la loro costruzione lascia spazio ad una speranza e all’orgoglio.Come già detto, la band non decide di virare il proprio sound verso altri lidi, ma decide di evidenziare diversamente la struttura dei brani e la loro costruzione. La base di partenza resta sempre un melodeath quindi, a cui vanno a sommarsi sovrastrutture melodiche capaci di cambiare radicalmente il senso generale che le composizioni riescono a trasmettere: non sembra di essere più al cospetto di una sorta di rassegnazione, qui i brani riescono a dare ampio respiro a tutte le emozioni e le sensazioni di cui le canzoni sono intrise: si può ascoltare la rabbia di una popolazione verso i propri aggressori, si può ascoltare la fierezza del popolo che non accetta i soprusi dell’invasore e la necessità di restare ancorati alle proprie radici e tradizioni, cosa che i barbari eserciti di allora, al soldo della chiesa cattolica, cercavano di estirpare in tutti i modi.
Anno 1696 è un disco sicuramente immediato ma capace di crescere ascolto dopo ascolto, nascondendo al suo interno stratificazioni armoniche e melodiche capaci di porre in risalto le parti più violente, così come i momenti più riflessivi; il tutto circondato da una più alta capacità di scrittura rispetto alle precedenti release della band e questa non è cosa da poco dato che gli Insomnium godevano già di un grande interesse intorno a loro, con questo disco penso seriamente che riusciranno ad accaparrarsi altri fan: se vi interessa un suono e una scrittura non standardizzata nel grande mare del death melodico, gli Insomnium sono la band che fa per voi, perché riescono, al di là delle chiare influenze, ad essere molto personali soprattutto in questo disco che, contrariamente alle aspettative legate al precedente EP, Argent Moon ricco di melodie malinconiche che rimandavano ampiamente ai Sentenced, in Anno 1696 è il comparto melodico a fare la differenza perché non vi è un briciolo di malinconia, quanto espressione di rabbia, fierezza e speranza e va a coadiuvare i momenti più tipicamente death ai quali donano ulteriore forza e potenza, quasi a voler simboleggiare la possenza e la grandezza dei popoli del Nord, capaci, nonostante la debolezza dei loro re arresisi all’invasore cattolico, di mantenere alte e gloriose le proprie tradizioni pagane e di connessione diretta con la terra e le forze della natura.

Nulla di originale nella musica degli Insomnium ma sicuramente una grande personalità, una grande capacità di non avere soluzioni a buon mercato e una bella capacità costruttiva e compositiva in grado di dare vita a dei brani che non stancano, anche dopo ripetuti ascolti, anzi sembrano sempre nascondere qualche altra sorpresa, stratificata in arrangiamenti mai fini a se stessi.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

Century Media Records
www.insomnium.net

1696
White Christ
Godforsaken
Lilian
Starless Paths
The Witch Hunter
The Unrest
The Rapids

Niilo Sevänen – bass, lead vocals
Ville Friman – guitars, clean vocals
Markus Vanhala – guitars
Jani Liimatainen – guitars, clean vocals
Markus Hirvonen – drums

Additional musicians
Sakis Tolis – guest vocals (track 2)
Johanna Kurkela – guest vocals (track 3)
Coen Janssen – keyboards