Exorcizphobia
Spiritual Exodus
Questo 22 settembre 2023 è uscito l’ultimo lavoro della band Ceca Exorcizphobia intitolato Spiritual Exodus su Doomentia Records e sarà seguito dal tour con Black Sachbak. Prima di dedicarmi alla descrizione delle otto tracce che compongono l’album, guardiamo alla storia di questo quartetto thrash metal.
La band si è formata a Trutnov, Repubblica Ceca, nel 2005. La formazione attuale è: Tomas Skorepa – voce e chitarra ritmica, Ondra Sima – chitarra solista, Ales Kostka – basso, Tomas Kejkrt – batteria. Il loro stile è fortemente influenzato da Thrash metal americano e canadese degli anni ’80. Hanno condiviso il palco con band come Exodus, Voivod, D.R.I., Napalm Death, M.O.D., Artillery, Manilla Road, Gama Bomb e molti altri. Gli Exorcizphobia hanno suonato in circa 400 spettacoli, fatto diversi tour in Europa e, per citare alcuni festival, si sono esibiti all’Obscene Extreme (3x), Brutal Assault (3x), Basinfire, Mystic, Taunus, Metalgate Czech Death Fest (3x) e così via… Initiation è la canzone di apertura. Questa rappresenta un’ottima ouverture dell’album.
È caratterizzata da un sound oscuro, una batteria possente e dei chitarroni “wow”. Un basso insistente ed una voce esaltante che ci inonda di energia pura. Già con la prima canzone si possono notare le doti musicali di questi ragazzi. Il secondo brano ha un titolo molto attuale, ovvero Violence and war che è un brano spirituale poiché la voce anche se con un tono agguerrito ed imperiosamente metal, canta parole contro la guerra. Il sound è cruento, la batteria a doppio pedale ci affascina di concerto con chitarre e basso ossessivi ed aggressivi che ricordano proprio la definizione di thrash metal, poiché La sua definizione deriva dal verbo to thrash (inglese per “battere, percuotere”). Un brano che rumorosamente arriva al cuore, il mio brano preferito. Giungiamo così al cuore del disco con la traccia n.4 ovvero Down the rabbit hole che ci accieca con il suo sound compulsivo ed oscuramente ossessivo.
Adoro il completarsi perfettamente di voce chitarre basso e batteria, come se tutti fossero indispensabili agli altri. La voce oscilla perfettamente tra un cantato graffiato e cupo ed un cantato pulito. Spiritual Exodus si chiude in modo spettacolare con un brano interamente strumentale della durata di ben 7’:12”. Che forse rappresenta un esodo spirituale dove la musica riesce a farci viaggiare sulle sue note. Per concludere posso consigliare l’ascolto di questo album agli amanti del genere.
DALYLA
Anche se ogni nota scatena un ricordo in ciascuno degli ascoltatori, è l’intera melodia a raccontare una storia.
(Paulo Coelho)