Dying Fetus
Make Them Beg For Death
Finalmente sono tornati, dopo un paio di album non propriamente a fuoco e ricchi di sterili tecnicismi fini a se stessi sostenuti da un songwriting non proprio eccellente, i Dying Fetus tornano a spaccare ossa e lacerare carni come se il tempo non fosse trascorso da quei capolavori di Brutal/Death-Hardcore che rispondono ai nomi di Killing On Adrenaline e Destroy The Opposition.
A sei anni di distanza dal precedente Wrong One To Fuck With, il ruggito del Maryland torna a far sentire la sua potenza sonora: Make Them Beg For Death riprende le sonorità degli album che hanno reso grandi i Dying Fetus, attraverso riff carichi di groove, brutali e con un growling più cavernoso che mai: il tutto guarda al passato, ma non come un’operazione nostalgia che si limita a riproporre quanto già detto, qui tutto suona fresco e brutale; già perché i Nostri hanno appreso la lezione dei flop precedenti e sono tornati a mettere la tecnica al servizio della brutalità.
Make Them Beg For Death è un platter che riporta i ragazzoni di Baltimora a rodere nuovamente i confini tra metal e hardcore, sfociando, paradossalmente, ancora di più nei territori del secondo, sfornando un riffing circolare e carico di tensione rabbiosa e ribelle che solo l’hardcore riesce ad avere: riff semplici ma pesanti ed estremamente carichi di groove metallizzato caro a band come i Madball, Sick Of It All, Biohazard, Terror e altri che hanno saputo unire la furia hardcore con il timing dell’ hip-hop e i Dying Fetus sono stati tra i primi, in ambito brutal/death a capire che in realtà i generi potevano essere in accordo tra loro e grazie alle loro spettacolari capacità compositive hanno dato vita ad un interessante incrocio tra brutal/death e hardcore, da cui si è successivamente sviluppato ciò che noi oggi chiamiamo death-core.
Disco di una sorprendente bellezza questo nuovo lavoro, capace di riprendere i vecchi afflati e riproporli in veste rinnovata oggi: qui si va dritti al sodo senza troppi panegirici, se non qualche momento in cui i tecnicismi prendono qualche secondo di sopravvento ma sostenuti da un riffing assassino, diretto e cafone capace di fare muovere la testa anche al più ingessato dei metallari, nessuna concessione a galanterie e perbenismi: la rabbia viene esposta tutta ed è pronta a mordere senza battere ciglio.Tutto sembra riconducibile ai tempi che furono, anche la produzione non è da meno, donando alle composizioni quel taglio secco e chirurgico che hanno fatto la fortuna di dischi come Destroy The Opposition, con quel tocco di vintage che non guasta, anzi paradossalmente riesce a rendere il groove ancora più ficcante e ricco di spunti, legando molto bene con le divagazioni più moderne.
Make Them Beg For Death è un coinvolgentissimo trito di death, grind e hardcore in grado di sfornare un riffing che gira che è uno splendore riportando le tipiche atmosfere e tensioni che si respirano in situazioni di guerriglia urbana dove la violenza è, forse, più elevata che in altre soluzioni di tensione.
Disco consigliato a chi ama mettere un album nel lettore ed avere adrenalina pronta all’uso, a chi ama la cafonaggine e la rabbia, dove tutto è diretto e senza filtri inutili, compendi che sarebbero solo in grado di far perdere potenza al tutto.
I Dying Fetus sono tornati a fare ciò che sanno fare meglio e questa volta, oltre l’operazione nostalgia, c’è in campo una scrittura veramente ficcante e in grado di colpire nel segno già dal primo ascolto, capace di fare breccia negli amanti del genere da subito, grazie al suo groove, alla sua tecnica e alla scrittura mai banale.
Daniele “Darklordfilthy” Valeri