Deep Purple

Turning to Crime

Un disco di cover dei Deep Purple ? E sotto Natale per di più ?, vabbè almeno non è un disco natalizio, ma secondo voi ci si può accontentare di un disco così?

Lo ammetto so di parte quindi qualsiasi cosa facciano  per me va bene anche un disco come questo. Certo è il disco che non ti aspetti dai Deep Purple anche perché diciamolo chiaramente i Deep Purple sono una band storica iconica quello  che volete voi, ma non dovrebbero essere  loro a coverizzare qualcuno semmai il contrario, e andrebbe riconosciuto loro uno status di grandezza tributando la maestà di una band come questa.

Invece con  grande umiltà (bisogna riconoscerlo) la band di Gillan e soci se ne esce con un disco come questo. Direte voi è una strenna natalizia? No per niente, è un disco uscito in questo periodo ma mai disco fu più interessante ed illuminante di questo Return To Crime, come dire che i Deep sono ritornati sul luogo del crimine facendoci conoscere il loro passato rischiando di essere catturati. diciamocelo ci sono riusciti, si sono fatti catturare nella loro essenza vera propria mostrandosi nudi crudi cosi come sono. In questo disco ci sono i brani che sicuramente hanno influenzato i vari componenti o che al limite sono cover di brani che semplicemente loro amano più di altri.
Ma io mai mi sarei aspettato di trovarmi di fronte ad una band che fa parte della storia dell’hardrock mondiale, alle prese con un brano dei Led Zeppelin  “Dazed and  confused”inserito tra l’altro in un medley che comprende altri grandi classici come ”Going Down/Green Onions/Hot ‘Lanta/Dazed and Confused/Gimme Some Lovin’” un medley trascinante come pochi  dove Don Airey e Steve Morse dettano legge e non ce ne per nessuno  soprattutto qui Don è il degno erede  di Jon Lord che si è sobbarcato il fastidiosissimo trono lasciato vacante per la scomparsa (non ancora stigmatizzata) dal grande maestro del quale  ha saputo disco dopo disco  prendere il suo bagaglio artistico facendolo proprio mantenendo la sua grande personalità artistica. Lo stesso discorso lo si può apporre a Steve Morse nei confronti di Ritchie Blackmore, essendo Morse il chitarrista più longevo nella storia della band.

Chiaro gli anni ce li hanno tutti e soprattutto Ian Gillan  se li porta non proprio alla grandissima e anche se la sua performance in questo disco è  da incorniciare, la sua fantastica voce che fu ormai sente il peso degli anni.“Return to Crime” è un disco verace che vede i Purple  al meglio della loro forma e malgrado l’età questi vecchietti suonano maledettamente bene, e la cosa bella è che si divertono e qui il divertimento si sente tutto con grande  gioia di noi fan  che non smetteremo di amarli.Oltre al citato medley tra le varie cover registriamo la presenza di un brano iconico ovvero “Shapes of Things” brano degli Yardbirds in cui suonò Jeff Beck ed in ultimis ma non solo  Eric Clapton (ma questa è un’altra storia).

In questo disco sono presenti anche i Cream dei quali i Deep Purple eseguono “White Room” con Gillan in grande spolvero ma non solo grandi brandi del rock, il profondo porpora  si permette il lusso di interpretare “Let the Good time roll” brano di Ray Charles  e Quincy Jones dando una sferzata di swing  incredibile con aggiunta della sezione fiati da paura  e qui il grande Don sfoggia  la sua arte  alla grandissima. Ma scusate ma sono i Deep Purple questi ? sembra quasi che abbiano swingato per tutta la loro storia talmente questa cover risulti  cosi vicino  allo stile purpeliano.

Che vi devo dire sarà pure un disco di cover lo avranno fatto per onore ed onere di contratto non è dato sapere a noi ci basti la loro musica  o quella degli suonata da loro,però come le hanno fatte mamma mia, d’altronde loro sono o non sono i Deep Purple ? Si lo sono!!!e allora lunga vita al Re.

P.S.

Tra l’altro, in questi giorni cade il 49novesimo anniversario di “Made in japan” un disco che è considerato giustamente una pietra miliare di tutti i live della storia del rock, e nemmeno  il doppio Frampton comes Alive ” che inaugurò la moda dei doppi live è così iconico come lo è Made in japan, questo anniversario rende  ancor più grande lo status regale dei Deep Purple nessuno come loro.

Stefano Bonelli  

Ear Music
www.deeppurple.com

7 and 7 Is (Love)
Rockin’ Pneumonia and the Boogie Woogie Flu (Huey “Piano” Smith)
Oh Well (Fleetwood Mac)
Jenny Take a Ride! (Mitch Ryder & The Detroit Wheels)
Watching the River Flow (Bob Dylan)
Let the Good Times Roll (Ray Charles & Quincy Jones)
Dixie Chicken (Little Feat)
Shapes of Things (Yardbirds)
The Battle of New Orleans (Lonnie Donegan/Johnny Horton)
Lucifer (Bob Seger System)
White Room (Cream)
Caught in the Act (Medley: Going Down/Green Onions/Hot ‘Lanta/Dazed and Confused/Gimme Some Lovin’)

Steve Morse – guitars
Ian Gillan – voice
Roger GLover – bass
Don Airey – keyboards
Ian Paice – drums