power trio

Danko Jones

Nella sua militanza metal di ormai venticinque anni, il canadese Danko offre ancora la propria personale interpretazione del tanto caro vecchio rock‘n’roll, e lo fa in modo sempre uguale e sempre diverso, nel senso che gli album non sono mai sovrapponibili pur rimanendo tutti stilisticamente simili. Questo decimo full-lenght non perde il vizio di suonare diritto e diretto, senza fronzoli.

Prende da antiche rimembranze per fondervi il possibile catchy degli anni meno lontani. Insomma, ispirandosi ad Ac/Dc, Cheap Trick e Thin Lizzy, mette dentro orecchiabilità alla Foo Fighters e accentazioni punk adolescenziali, ma lo fa con la personalità spiccata di un mattatore che gioca con le frasi e con i riff, stendendoli su un piano sconnesso ed eclettico. Rispetto al disco precedente qui si utilizza meno senso commerciale e più senso rock, con ritornelli e riff più eccentrici, ma lo spirito è accordato sulla sempre verde attitudine da rocker.
Il rolleggiare di ‘GOOD LOOKIN’ si dimena nella forma cantata un po’ schizzata che è il clichè tipico di Danko, ma sempre alla ricerca di una forma non ripetitiva, aggiungendovi poi un ritornello fluido e accattivante. ‘SATURDAY’ è il ritmo ballabile e scanzonato, ma pieno di quell’energia che ogni buon rocker non può che divertirsi a seguire. ‘BLUE JEAN DENIM JUMPSUIT’ vive di atmosfera Thin Lizzy; il suo riff circolare ha nettezza avvolgente, adatta a servire vocalizzazioni altrettanto efficaci con l’aggiunta di un ritornello coinvolgente che entra subito in testa. ‘GET TO YOU’ si infila immediatamente nelle arterie e fa muovere piede e testa al ritmo cadenzato di una song alla Blink 182. Ancora tra punk e rock’n’roll si scatena incombente ‘DANGEROUS KISS’, che nel ritornello come al solito evita di prendersi sul serio.

Ma la velocità scatenata si ha con il frizzantissimo ‘FLAUT IT’ che è il pezzo più tirato dell’album, azzeccato come ritmica e come linea vocale, dall’anima irruenta. Nella Ac/Dciana ‘Let start the Show’, brano minore, c’è l’ospitata di Phil Campbell, segno della rockitudine di Danko; e non è un caso che esso abbia la chitarra solista più bella e soddisfacente di tutto l’album.
Fortemente americaneggiante, non si manca di fondere nel clima sonoro dell’album vari echi inglesi, acquistando variabilità pur nella stilistica piuttosto ben accorpata. Una caratteristica che torna qui, come nei lavori passati, è l’essersi basati sulla forza espressiva canora più che sugli strumenti, dove però la chitarra ritmica rimane fondamentale. I riff sono realizzati in modo da attirare l’attenzione, senza soffocarli mai negli arrangiamenti, questi ultimi gestiti infatti ogni volta in modo piuttosto essenziale. Gli assoli sono il minimo indispensabile, molto asciutti, senza ombra di virtuosismo, giusto per non lasciarsi dietro un po’ di elettricità che un buon rock deve assolutamente possedere. La batteria, lineare, è a servizio delle song ed evita di mettersi troppo in mostra. Non possiamo trovare nei Danko nulla che sia troppo elevato dal punto di vista artistico, ma certamente sanno iniettare in queste loro cavalcate non sempre originalissime, una buona dose di punteggiature non scontate.

Roberto Sky Latini

Mate In Germany
www.dankojones.com

I want Out
Good lookin’
Saturday
Ship of Lies
Raise some Hell
Blue Jean Denim Jumpsuit
Get to You
Dangerous Kiss
Let’s Rock Togheter
Flaunt It
Start the Show

Danko Jones – vocals / guitar
John Calabrese – bass
Rich Knox – drums