In the electrik universe

Mahogany Frog

Devo dire che da quando collaboro con la moonjune record ho sempre ascoltato cose particolari fatte da musicisti avulsi dalle regole di mercato che vuole musica sbrigativa e di consumo.
È quindi con vero piacere che mi accingo a recensire questo nuovo lavoro dei Mahogany Frog ormai giunti al settimo album, uscito sempre per MoonjuneRecords.
Potremmo riassumere la musica dei Mahogany Frog in una parola ovvero sperimentalismo tout court.
LA musica strumentale che il gruppo compone è totalmente fuori dagli schemi, talmente è invischiata in estremismi estetici che scaturiscono da una grande percentuale che loro dedicano all’improvvisazione. Una ricerca estrema di sonorità esplorate tra i molti suoni che nel tempo sono stati generati da varie band, una fra tutti i Pink Floyd quelli della prima ora.
Qui ci troviamo di fronte ad un gruppo che mette in difficoltà chi volesse collocarlo in un genere, in quanto quello che esce fuori dai loro strumenti è un melting pot di generi che vanno dal rock al jazz alla psichedelia
Allo space rock. I suoni acidi che la band produce sono il frutto di questa estenuante ricerca che sembra non aver mai fine essendo loro arrivati come detto pocanzi alla settima incisione, quindi è una musica in continua evoluzione mai fine a se stessa con lo scopo di rinnovare le loro produzione ogni volta che si presenta loro la possibile di trasferire come in questo caso la loro musica su di un supporto sia fisico che su piattaforma. Quello di cui sono convinto è che il loro habitat naturale sia l’aspetto live, dove magari poter sperimentare ancora di più che in uno studio di registrazione.
Il disco si compone di “sole” cinque tracce, due suite che da sole fanno in pratica il disco per la loro durata che si attesta sulla mezz’ora circa e sono l’opener “Theme form PD” e Sun Dog” che sono i brani meno commerciali se vogliamo volti a quello sperimentalismo intransigente e acido e che ben si protengono verso l’ascoltatore gli altri brani non sono meno belli me avendo una durata per così dire canonica sono i più digeribili e sono “Cube” “ Psychic Police Force”e Floral FLotilla”,ma sempre con quel tono sperimentale. il brano di chiusura ha questo incedere costruito su suoni elettronici con basso e batteria in primo piano ed in sotto fondo la parte del leone la fanno le chitarre ma qui non dobbiamo intenderle come chitarre usate normalmente cioè con riff ed assoli perchè vengono intese come effettistica un po come faceva David Gilmour all’epoca di Atom heart Mother.
Un disco certamente interessante da ascoltare ma che richiederà un’attenzione particolare all’ascolto atteggiamento giusto per un disco del genere. Un disco per intenditori dal palato fine e quindi non per tutti

  1. Theme From P.D.
  2. Cube; (((Sundog)))
  3. Psychic Police Force
  4. Floral Flotilla (Sail To Me My Love In Your…)
  5. Octavio

Graham Epp – guitar, keyboards
Jesse Warkentin – guitar, keyboards
Scott A. Raizenne Ellenberger – bass, synthesizers
Andy Rudolph – drums, synthesizers, sampling

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