Marco Mattei Out of Control
Sono sincero, io di Marco Mattei non sapevo un acca, se non che in occasione dell’uscita di Out of Control, venivo a sapere i nomi dei musicisti ospiti in questo suo lavoro di debutto
Sono sincero, io di Marco Mattei non sapevo un acca, se non che in occasione dell’uscita di Out of Control, venivo a sapere i nomi dei musicisti ospiti in questo suo lavoro di debutto
Nel 1970, in piena era prog-rock, quando nel mondo c’erano gruppi che hanno fatto la storia della musica, in Italia si cominciava a vivere questo fermento musicale e si viveva una fantastica ed irrepetibile stagione di vero e proprio rock.
E’ evidente che la Premiata Forneria Marconi, stia vivendo una sorta di seconda giovinezza musicale.
La bellezza estetica di certi gruppi progressive diventa sostanza artistica pregnante anche se gioca con sonorità già conosciute, ma ciò è possibile se si ha una personalità che attinge da un quid d’ispirazione.
Registrato durante i mesi di lockdown, Surrender of Silence è il ventisettesimo album in studio di Steve Hackett, chitarrista e compositore storico dei Genesis, con cui è stato in line-up dal 1971 al 1977, per poi intraprendere la carriera solista.
Inizio subito con dire che Tony Kaye è stato il primo tastierista degli Yes e già con questa affermazione possiamo intuire la grandezza musicale dell’artista di cui parliamo. Con lui gli Yes incisero oltre ai primi due album, Yes (1968) e Time and a Word (1969), i due capolavori The Yes Album e Fragile.
Lavoro numero 34 per i mitici Hawkwind capitanati sin dal 1969 dall’inossidabile leader Dave Brock, protagonisti e fondatori dello space rock pù estremo che nel corso del tempo, altri artisti seguiranno e svilupperanno a loro piacimento.
Nuovo cd per gli Stick Men creatura in cui vivono menti geniali della musica la quale una di queste è il bassista specializzato nell’uso del Chapman stick: Tony Levin. Ma anche Pat Mastelotto noto batterista per essere membro dei king Crimson assieme allo stesso Levin.
Se dovessi descrivere questo album con due aggettivi direi: coraggioso e spiazzante.
Gli anni settanta sono l’anima precisa di questo disco. La band norvegese si ritrova chiusa nella bolla temporale di un periodo lontano senza alcun contatto con l’oggi.