Bruno CENCETTI (Magia Nera)
a cura di Roberto Sky Latini 25.06.2023
intervista per Vlad
Intervista a Bruno Cencetti, compositore dei Magia Nera, band storica, oggi al terzo full-lenght intitolato ‘Vlad’ (recensione su questa testata), con una attitudine settantiana di intensa atmosfera. Eccolo spiegarci la sua verve artistica, col sentimento appassionato che lo contraddistingue.
- Dopo decenni di silenzio, oggi siamo al terzo album dopo ‘L’ultima danza di Ophelia’ del 2017 e ‘Montecristo’ del 2020. Ti stai rifacendo del tempo perduto. Cosa andò storto negli anni settanta?
Cosa ando’ storto negli anni 70? …. allora….ecco… tutto pronto per il nostro disco che avrebbe dovuto vedere la luce alla Magma (etichetta dei New Trolls) dai quali eravamo stati promossi a pieni voti con cena presso il loro ristorante e bellissimo accordo commerciale con l’armatore Lolli Ghetti, con il quale avremmo noi fatto l’inno della Sampdoria e lui finanziato il nostro album. Poi banchetto a Villa Marigola (San Terenzo) una sera d’estate, tutto pronto per farci ascoltare, quando un acquazzone violento costrinse tutti i Vip nella Villa e noi cercare il rifugio agli strumenti nel casotto del giardiniere; fin qui tutto abbastanza strano ma normale, salvo che due nostri amici entrati spacciandosi per tecnici nostri si sono ubriacati e durante l’acquazzone hanno seminato faraone arrostite, e bottiglie d’olio in giro lanciandosele l’un l’altro. Inutile dire che finito l’acquazzone la colpa fu attribuita a noi. Di lì a poco ci siamo sciolti come neve al sole.
- Possiamo considerare questo tempo una apnea artistica? Come si è potuta conservare la scintilla per tutti questi anni, prima di farla respirare?
Beh si, apnea artistica mi piace, anzi devo dire proprio la verita’: il bisogno di respirare dopo un’apnea ben si associa al bisogno di creare dopo il digiuno sonoro. Direi che quando le passioni sono grandi non si estinguono mai del tutto, basta soffiare piano piano e il fuoco riprende.
- Magia Nera è una creatura personale, tu master-mind e unico compositore a tutto tondo?
Si scrivo io parole e musica, tutto qui, e’ una cosa che mi viene naturale come parlare o mangiare.
- Se gli altri partecipano, in quale forma sono pro-attivi alla tua musica?
Una volta che la linea melodica e’ tracciata e le parole sono ben adattate, ognuno e’ libero di interpretare la propria parte come pensa meglio, poi se ne discute assieme.
5. Molto peculiare la tua attitudine al concept. Quale è il rapporto tra le tue idee sonore e quelle narrative?
Diciamo che la mia caratteristica precipua e’ che quando scrivo un pezzo, al contempo lo vedo come fosse un film, infatti ho fatto numerosi video montati da me con immagini per rendere visibile quello che vedevo, poi l’ideale sarebbe il teatro.
6. Ma la scelta del soggetto è legata ad un momento della tua vita o sono ridondanze che ti porti nel tempo?
La scelta del primo e secondo soggetto sono state di Giorgio Mangora produttore del primo album, che mi ha suggerito i due temi, io poi ho visto il film a modo mio con le solite immagini che mi si formano nella mente. Per “Vlad” e’ stato diverso, ho proprio pensato alla sua dipendenza dal sangue e mi e’ venuta subito la figura della madre disperata che per non perdere il figlio gli da’ il proprio sangue pur di salvarlo.
7. Cosa ti fa poi propendere per un soggetto piuttosto che un altro?
Sono le circostanze, infatti i primi due non li ho scelti, il terzo e’ spuntato da solo!
8. Secondo te, la cultura del musicista può essere staccata da un apprendimento più ampio? Può un musicista avere qualità conoscendo solo settori ristretti della società?
Beh… io non conosco la quantita’ di sapere dei musicisti che preferisco, quindi non saprei dire se loro sono poliedrici o solo musicisti puri; io per quanto mi riguarda sono assolutamente dipendente da tutto quello che e’ scienza, paleantropologia, storia, geologia, zoologia, chimica e seguo in continuazione personaggi come Barbero, Pievani, Manzi, Barbujani e tutte le trasmissioni scientifiche; una malattia che mi ha portato a scrivere un altro libro… “Grozzy l’ultimo dei Neanderthal” dal quale nascera’ il prossimo album.
9.Infatti l’ultimo disco, ‘Vlad’, è accompagnato da un libretto narrativo. Quale obbiettivo ti poni con la pubblicazione parallela del libro?
Il libro non vuole essere un modo per pilotare la fantasia di chi ascolta, bensi’ solo un suggerimento per far capire come io vedo la cosa, poi ognuno puo’ usare la chiave di lettura che pensa, d’altronde un libro non e’ un film, c’e’ sempre spazio per la personale fantasia.
10. Unisci le tue opere mettendo insieme l’arte musicale con quella letteraria, da dove nasce questa tua esigenza?
Quello che fondo assieme spesso nasce dallo studio del soggetto. Nel primo album, Amleto, nel secondo il libro il Conte di Montecristo di Dumas e anche i films, poi ho lasciato correre la mia fantasia.
6. Ma la scelta del soggetto è legata ad un momento della tua vita o sono ridondanze che ti porti nel tempo?
La scelta del primo e secondo soggetto sono state di Giorgio Mangora produttore del primo album, che mi ha suggerito i due temi, io poi ho visto il film a modo mio con le solite immagini che mi si formano nella mente. Per “Vlad” e’ stato diverso, ho proprio pensato alla sua dipendenza dal sangue e mi e’ venuta subito la figura della madre disperata che per non perdere il figlio gli da’ il proprio sangue pur di salvarlo.
7. Cosa ti fa poi propendere per un soggetto piuttosto che un altro?
Sono le circostanze, infatti i primi due non li ho scelti, il terzo e’ spuntato da solo!
8. Secondo te, la cultura del musicista può essere staccata da un apprendimento più ampio? Può un musicista avere qualità conoscendo solo settori ristretti della società?
Beh… io non conosco la quantita’ di sapere dei musicisti che preferisco, quindi non saprei dire se loro sono poliedrici o solo musicisti puri; io per quanto mi riguarda sono assolutamente dipendente da tutto quello che e’ scienza, paleantropologia, storia, geologia, zoologia, chimica e seguo in continuazione personaggi come Barbero, Pievani, Manzi, Barbujani e tutte le trasmissioni scientifiche; una malattia che mi ha portato a scrivere un altro libro… “Grozzy l’ultimo dei Neanderthal” dal quale nascera’ il prossimo album.
9.Infatti l’ultimo disco, ‘Vlad’, è accompagnato da un libretto narrativo. Quale obbiettivo ti poni con la pubblicazione parallela del libro?
Il libro non vuole essere un modo per pilotare la fantasia di chi ascolta, bensi’ solo un suggerimento per far capire come io vedo la cosa, poi ognuno puo’ usare la chiave di lettura che pensa, d’altronde un libro non e’ un film, c’e’ sempre spazio per la personale fantasia.
10. Unisci le tue opere mettendo insieme l’arte musicale con quella letteraria, da dove nasce questa tua esigenza?
Quello che fondo assieme spesso nasce dallo studio del soggetto. Nel primo album, Amleto, nel secondo il libro il Conte di Montecristo di Dumas e anche i films, poi ho lasciato correre la mia fantasia.
11.Cosa ti ha fatto scegliere la storia di “Vlad”?
La storia di Vlad e’ un piccolo tarlo che si è insinuato in me anni e anni fa; un personaggio così conosciuto che però nessuno ha mai voluto vedere dal lato umano, quel lato che lui ha perduto ma che aveva, e questo mi fa pensare anche ad altri tipi di mostri che hanno abitato questo pianeta e fatto cose inenarrabili, eppure sono stati innocui bambini a loro tempo.
12.La narrazione dell’ultimo album in cosa può essere considerata attuale?
Proprio per il fatto che c’e’ dappertutto un Dracula o un Dottor Jeckill pronti a trasformarsi in Mister Hyde! Ci sono stati prelati, giudici e politici che durante la loro vita “normale” si sono fatti notare come persone esemplari, ma che al momento giusto si sono trasformati in pedofili, stupratori, giustizialisti omicidi o quant’altro di nefasto.
13.Possiamo dire che la tua espressività non si limiti alle semplici sensazioni di pelle tue personali, ma che in qualche modo si incentri sulla persona umana in senso universale?
Eh sì, proprio come dicevo, è l’essere umano che ha queste deviazioni; e sembra che siano proprio caratteristiche dei Sapiens più recenti, perché nel passato, tra i cacciatori-raccoglitori sembra che non ci fossero scontri. Sembra quindi che il tipo di pensiero sia mutato e che la competizione dopo l’invenzione dell’agricoltura e della nascita delle citta’ sia diventata più violenta; infatti non si sono mai potuti appurare scontri armati fra Sapiens e Neanderthal, anzi nel periodo di convivenza durato alcune migliaia di anni ci sono stati scambi culturali e anche ibridazioni delle quali portiamo ancora tracce nel 4-6 % nel nostro DNA.
14.Come ti immedesimi nel personaggio narrato? A me sembra che tu riesca a vivere le sensazioni specifiche di ognuno di coloro che racconti, anche se di tipo contrapposto.
Vivo queste sensazioni in modo strano, a volte in terza persona e a volte in prima; esco ed entro dal personaggio. E’ strano.
15.La tua ispirazione naviga molto in senso antico, tra prog; rock e cantautorato settantiano. Senti quindi che c’è ancora tanto da dire attraverso la forma del rock classico?
Non c’e’ limite al rock, anzi direi che lo hanno dichiarato morto prima del tempo; anche lui come Dracula risorge e colpisce quando meno te lo aspetti, e’ solo che il mondo gira così tanto in fretta da non permettere di guardarsi attorno. Si corre guardando solo avanti, mordendo un po’ qua e un po’ là, visto che l’offerta musicale è oggi enorme. Una volta si comprava il disco con fatica e si ascoltava mille volte, così si riusciva a valicare la barriera dell’inconscio e si entrava proprio con il corpo e con la mente dentro a ogni pezzo; ora no.