Pawns & Kings

A tre anni dal buon “Walk the the sky “ gli Alter Bridge segnano un deciso passo in avanti con questo bellissimo “Pawns & Kings”.

Un lavoro molto eterogeneo contraddistinto da sonorità decisamente più scure, pesanti,con liriche sempre più attuali e decadenti. La title-track scelta come primo singolo aveva fatto capire che la strada tracciata era sempre più orientata verso delle strutture complesse , senza impattare troppo sulla orecchiabilità dei ritornelli.La opener “This is war” mostra una band in grande forma, con un Myles Kennedy a fare da cornice ad un brano molto dinamico caratterizzato da una struttura armonica di prima qualità.Le successive “Dead among the living “ e “Silver Tongue” seguono la falsariga della opener, mostrando un impeto compositivo mai domo e un suono così roccioso e stratificato da far impazzire l’ascoltatore.

La scelta della band è sicuramente quella di sparare a “tavoletta “il pedale dell’acceleratore, senza trascurare la composizione e la qualità compositiva che li ha sempre contraddistinti . La produzione come sempre è affidata alle mani sapienti del fedele amico Michael Elvis Baskette che in questo capitolo porta la band ad un livello superiore.I ricami chitarristici di Michael Tremonti e le sue ritmiche granitiche, fanno collante perfetto con la solidità ritmica col duo Marshall-Philips,il tutto finalizzato con una voce assolutamente divina di Myles Kennedy che sembra non conoscere età e limiti. Questo bellissimo “Pawns & Kings” bilancia perfettamente le sonorità proposte senza mai annoiare, porta l’ascoltatore ad un livello di attenzione sempre molto attiva.

Nel finale del disco colpisce la malinconica “Fable of the silent son” e la sognatrice “Season of promise” che permettono a questo lavoro di essere considerato uno dei migliori album della band e non solo.

Lubranomic