Self
Beyond The Black
Gruppo tedesco con frontalwoman che ha una voce dal timbro non originalissimo ma comunque bellissimo per una cantante brava nel modulare ed interpretare.
Ma è la musica a colpire con impatto diretto, con un metal orecchiabile eppure tonico. Quinto album che centra nel segno della qualità senza arzigogoli e senza temere di usare ritornelli dall’appeal immediato, riuscendo a mantenere qualità e vigore. La melodia è una carta vincente quando la si utilizza con questa bravura. La prima traccia ‘IS THERE ANYBODY OUT THERE’ è subito accattivante e il ritornello s’insinua in modo da farsi ricordare, ma è la linea melodica globale a risultare fresca e assolutamente funzionante. La successiva ‘REINCARTATION’ è intrigante alla stessa maniera, anche se cambia parzialmente in senso folk e parzialmente inspessendosi per un accompagnamento vocale maschile in growl molto azzeccato. Con ‘INTO THE LIGHT’ si percepisce un cambio leggermente più epico, ma l’immediatezza è la stessa, e qui la vocalizzazione delle strofe ricorda un po’ lo stile dei Mastercastle italiani, dando un input meno catchy sebbene ci sia anche tanta melodia; emergendo anche questa tra i migliori episodi del lotto.
L’inizio etnico di ‘NOT IN YOUR NAME’ si trasforma velocemente in una canzone di modern-metal con l’intelligenza di giocare tra potenziamenti e sofficità in modo naturale, con echi fra voce femminile e maschile gestiti magistralmente. Considerando la totale assenza di filler, belle risultano entrambe le due ballate, ma rispetto alla pur sinuosa ‘Wide Awake’, la soavità di ‘I REMEMBER DIYNG’ raggiunge un pathos molto più potente ed una magia più avvolgente. Sound scintillante, con un atteggiamento che non vuole mai esasperare la costruzione con orpelli che possano appesantire il song-writing. E’ uno di quei dischi in grado di realizzare la quadratura del cerchio riuscendo a comporre un insieme che sia non commerciale e commerciale allo stesso tempo, dove l’aggettivo “commerciale” esprime solo fascino positivo.
In tal senso la quasi assenza di assoli è proprio da vedere in questa ottica di perfetto equilibrio stilistico, e i brani non sembrano avere bisogno di parti soliste. Eppure quello contenuto in ‘Winter is coming’ non è affatto una presenza debole o inopportuna, anzi l’assolo si scatena dando elettricità alla song. Ci sono i riff, ci sono i giusti refrain, c’è tanta ampiezza descrittiva e pure intensità esecutiva, nonostante si tratti di una visione che vuole arrivare dritta al fruitore. Ci sono anche piccole accentazioni, quali inserti sonori, che hanno il centrato scopo di rendere più tonico l’insieme. La forma canzone è classica, niente di innovativo, ma si è riusciti a costruire pezzi che non sembrano né deja-vù nè scontate apostrofi. Nella concettualità della band possiamo intravedere i finlandesi Nightwish e gli olandesi Within Temptation, ma sembra più esplicita la visione che li accomuna ai Delain.
Tutte le caratteristiche gotiche, sinfoniche e folk, qui vengono ridotte all’osso, per una sottrazione che però conserva la luce di un arrangiamento ricco di sensazioni, avendo anche la capacità di non trasformarsi in Pop. Tutto scorre con ruscellante fluidità, e il luccichìo compositivo segue l’intera scia sonora, brano dopo brano, senza impuntarsi mai. Nemmeno un pezzetino di noia è presente qui dentro ed è da tenere in mente che in tale genere musicale sarebbe facile cadere nei clichè. Un album che viene voglia di risentire subito.
Roberto Sky Latini
Nuclear Blast
www.beyond-the-black.com
Is There Anybody Out There
Reincarnation
Free Me
Winter Is Coming
Into The Light
Wide Awake
Dancing In The Dark
Raise Your Head
Not In Our Name
I Remember Dying
Jennifer Haben – vocals
Chris Hermsdörfer – guitar
Tobi Lodes – guitar
Stefan Herkenhoff – bass
Kai Tschierschky – drums