Seventh Storm

Maledictus

Al contrario di tante affermazioni assolutistiche che si lamentano di un panorama non più in grado di regalare grandi dischi, la bella musica ancora esiste, basta avere la pazienza di cercarla. E’ ciò che avviene con gli iberici Seventh Storm che in questo 2022 regalano ai metallari un prodotto da voto altissimo. Nessun filler, ed anzi ogni singola traccia è una canzone potente e valorialmente espressiva, rendendo difficile decidere quale sia la migliore. Questo è il magnifico progetto del batterista dei portoghesi Moonspell, che scrive brani uno più iconico dell’altro, e debutta battendo meritatamente cassa presso l’ascoltatore interessato a cercare il meglio del meglio.Ascolti il primo brano evocativo ‘PIRATE’S CURSE’ e ti dici: “Wow, questo sarà l’episodio più bello dell’album!”, ma poi passi alla passionale ‘SAUDADE’ e dici: “No, forse è questa la migliore”. Ma arriva la terza orientaleggiante e scura ‘GODS OF BABYLON’ e ti ecciti pensando che può essere questa. Alla fine sei confuso e non bastano i ripetuti ascolti successivi a farti decidere, perché ognuna sembra la più intrigante.

Non succede spesso, ma qui è così perché ogni passaggio ti prende e ti sorprende. Così di seguito per l’americaneggiante ‘THE RECKONING’, suadente e magica, e per l‘articolata ‘INFERNO RISING’, alternativamente aggressiva e soffice. ‘SEVENTH’ è tecnica, mentre ‘MY REDEMPTION’ è l’orecchiabilità fatta eleganza tramite un fascinoso ballo mollemente agitato. L’unica flessione si ha con la cavalcata di ‘HAUNTED SEA’ che però per qualsiasi altra band sarebbe stato il pezzo migliore, infatti anch’esso risulta del tutto ficcante. A pari merito tutte le canzoni concorrono alla costruzione di un full-lenght da lodare in maniera sperticata. La versione aggiuntiva di ‘Saudade’ acustica è altrettanto ammaliante di quella distorta e però sottolinea meglio la forza  emozionale del cantato.

Molti afflati dark dentro feeling vibranti e molto del merito va al cantato decisamente intrigante.  Il singer appare come uno dei migliori della scena attuale; è tecnico quanto passionale ed è anche stupendamente personale, non paragonabile ad altri. Abile nel duro come nel morbido.  La qualità vocale, dalla tonalità calda e profonda, infatti è densamente performante, e contiene un tasso lirico fortemente impattante, dal carattere epico, con un leggero goticismo tonico di fondo. Il virtuosismo espressivo rende in senso istrionico l’effetto esecutivo, imponendo una atmosfera virile e teatrale davvero notevole. La bravura nel modulare le corde vocali affinché producano effetti diversificati e sempre molto sentiti, aumenta il tasso artistico di un songwriting già vincente. Tutto è molto centrato sul cantato, però la parte strumentale è ricca e succosa, pregna di parti interessanti e inserti raffinati. Le trovate sono molteplici, mai scontate.

Gli strumenti non si accontentano di creare i riff, dando invece, con l’arrangiamento, stoccate di classe che fanno diventare il tutto parecchio emozionale. La sezione ritmica è superba, e le chitarre posseggono una musicalità profonda. La struttura delle song diventa essenziale nei propri equilibri creativi, ma gli assoli trovano il giusto spazio sia nel comparto melodico che nel rivolo tagliente, dando prova di lucente maestria. Le tastiere non emergono sempre, ma si inventano piccoli inserti utilissimi. E’ uno di quei gruppi che vive un Heavy Metal moderno, pieno di influssi estremi o classici, ma che rimane nel genere appunto Heavy, senza snaturarlo ma facendolo evolvere con intelligente ispirazione. In tale stilema troviamo anche una attitudine progressive alla Symphony X, che però è limitata così da non farli diventare una realtà prettamente Prog-metal.  Trame sonore acriticabili, per descriverle è stato necessario usare tutte le enfasi possibili. Un disco dal carattere monumentale. Se non vi piace è solo questione di gusti, ma certo gusti da mettere in dubbio.

Roberto Sky Latini

Pirate’s Curse
Saudade
Sarpanit
Gods of Babylon
The Reckonig
Seventh
My Redemption
Haunted Sea

Mike Gaspar- drums
Rez – vocals
Ben Stockwell  – lead guitar
Josh Riot – guitar
Butch Cid – bass