Virtual Symmetry
Virtual Symmetry
Quando la strumentazione vola ariosa, s’inerpica rocciosa, corre virtuosa, crea paesaggi lucenti, fantasie inebrianti, cieli colorati, si costruisce un ricco feeling di emozionanti saliscendi. E’ quello che fanno questi italiani e svizzeri insieme, senza remore e senza ritrosie. Il disco racconta di come esistano ancora musicisti di spessore che sanno coniugare la tecnica con l’emotività ideativa. Un Prog-metal tradizionale gestito con impronta intelligente e con vena artistica pregnante. L’aspirazione appare quella di volersi fare immediatamente importante, quella di non voler rimandare, quella di buttarsi con tenacia nella scena più impegnativa.L’album si apre con una megasuite di ben venti minuti, impattando subito stupendamente con un brano poetico ma anche tonicissimo, la title-track ‘VIRTUAL SYMMETRY’ che è il capolavoro assoluto del lavoro, ma anche un pezzo che emerge sopra tanta produzione attuale nel suo essere immane, ficcante, suggestivo. E’ un pezzo dove si sommano volute strumentali cangianti, realizzando una struttura dinamica e variabile, ma mai intricata, riuscendo nei cambiamenti a farsi seguire con piacevole saporosità. La linea vocale è poi, quando densa, quando scintillante, sempre perfettamente evocativa e tecnicamente efficiente. Un episodio che merita meritati applausi e voto altissimo.
Però la grande cura che è stata messa nella registrazione vocale di questa traccia, assolutamente perfetta, non è la stessa che troviamo nel secondo brano a seguire. ‘My Story unfold’ mette in luce un difetto di non perfetta esecuzione canora rispetto ai suoni sopra cui si stende, tendendo a terminare alcune frasi con una leggera dissonanza fastidiosa, che evita di un pelo la stonatura. Il songwriting rimane comunque, anche quello della melodia, sempre azzeccato e le parti strumentali sono ineccepibili, ma la performance del singer ha questi piccoli punti che fanno storcere la bocca (le orecchie), su cui si può anche sorvolare ma che una produzione più attenta avrebbe colto e modificato. Non si capisce come mai, visto che poi si torna ad essere impeccabili nel prosieguo dell’avventura. Tra i pezzi migliori si può annoverare anche ‘THE PARADISE OF LIES’ che tra riff duri e aperture nel ritornello, pianoforte dolce e chitarra avvolgente, diventa un vorticoso ed epico teatro metallico, in questo pezzo più alla Dream Theater che negli altri, usando assoli da combattimento.
Vari momenti del cantante ricordano Roberto Tiranti, sia nella tonalità che nello stile, ma nella maggior parte dei casi le due ugole non sono sovrapponibili così che lo spazio espressivo diventa libero da costrizioni esterne. Egli ha una bella voce pulita che arrochisce per alzarsi di tono quando deve rendere più aggressivo il cantato, e questa accensione la rende in grado di accentuare il carattere intrigante di una linea melodica già interessante, gli esempi più eclatanti li si trovano nella luminosa ‘COME ALIVE e nella sinuosa ‘Butterfly Effect’. Tra le cose più affascinanti sta ‘FANTASIE DI VERITA’, che presenta la lingua italiana nella parte intorno al ritornello, ma il cantato in lingua madre è gestita così bene da far pensare che tutta in italiano avrebbe ottenuto la stessa validità estetica. La ballata finale ‘Insomnia’ è chiaramente Dream Theater e possiamo anche esserne felici perché è in grado di lasciare una eco nella persona che la sente.
L’era espressa è quella moderna sebbene talvolta si sentano anche brevi respiri settantiani. I Dream Theater si respirano ma in realtà ci si pone in una dimensione diversa, cercando di non lasciarsi trascinare dall’emulazione, e in effetti si percepisce una buona personalità, non solo nell’ugola, ma anche nel modo di stendere le trame. Possiamo percepirvi inoltre l’orecchiabilità del metal melodico italico rappresentato da tante band oggi nel nostro paese, che infilano il prog anche nel Power. I Virtual Symmetry suonano nettamente il genere progressive ma nelle melodie hanno tanto in comune col nostro panorama odierno. Esistono nel mondo gruppi prog sperimentali e gruppi prog che vogliono invece portare come bandiera il classicismo tipico del genere; i Virtual Symmetry fanno parte di questa seconda schiera, e riescono a cavalcarlo con abile maestria. Essi valorizzano in modo convincente un genere che è ancora in grado, con creativi come questi, di regalare prodotti da incanto senza dare la sensazione di essere scontati. Un lavoro che possiede magia, mescolando imponenza fluida e leggerezza pesante, nel senso che scorre tutto in maniera naturale, evitando impuntature o giri a vuoto. Anche i brani di una certa lunghezza sembrano finire troppo presto ma in verità sono esaustivi e la soddisfazione finale fa venire la voglia di rimettere su l’ascolto per riviverlo. La maggior parte delle atmosfere sono solari, anche quando si usano accordi più scuri e velocizzazioni più incombenti, e ciò crea sorrisi di piacere nell’ascoltatore che viene attirato lungo tutta la fruizione senza soluzione di continuità.
Un terzo full-lenght che si attesta in alto nella classifica di quest’anno, senza alcuna possibilità d’errore valutativo.
Roberto sky Latini
Sensory Records
www.virtualsymmetry.com
Virtual Symmetry
My Story unfold
The Paradise of Lies
Come alive
Butterfly Effect
Fantasie di Verità
Rising
Insomnia
Marco Pastorino – vocals
Valerio Aesir Villa – guitars
Mark Bravi – keyboards
Alessandro Poppale – bass
Alfonso Mocerino – drums