Satan
Earh Infernal
Il tempo per gli albionici Satan sembra mai passato, la sonorità è quella, le strutture sono quelle, ma anche l’altissima qualità è quella. Il gruppo vive di chitarre appuntite e di rifframa aggressivo; azioni forti ma sempre eleganti, evocative.
Sono passati molti anni dal primo ‘Court in the Act’, album mito della NWOBHM del 1983, ma avere la stessa impostazione li ha fatti rimanere giovani nella tonicità. L’essere vintage è un loro punto di forza, non una debolezza.
‘ASCENDACY’ dal ritmo incalzante, è anche un brano riempito di assoli che la rendono intrigantissima, oltre al fatto che la linea melodica è perfettamente incastonata nel songwriting. ‘A SORROW UNSPENT’ funziona allo stesso modo, ma qui c’è in più un dinamismo che ricorda i Mercyful Fate, scurendo leggermente la scena. L’inizio di ‘LUCIFERIC’ è classe pura, ma l’intero componimento è eleganza; esso scorre fluido con ritmo cadenzato, e voce circondata da cori aperti che lo rendono arioso. ‘FROM SECOND SIGHT’ è un Power ricco di urgenza espressiva, che tra il cantato e la chitarra non trova mai pace, così rendendo bene l’elettricità del momento. Tra gli episodi meglio riusciti c’è la veloce ‘THE BLOOD RAN DEEP’, rotonda ed esuberante, che cavalca la classicità senza apparire stantìa. ‘EARTH WE BEQUEAT’ ha un fascino più ampio rispetto agli altri pezzi, e vive di diversi aliti settantiani, e la sezione strumentale centrale è uno dei momenti più alti del disco. Un brano come ‘Burning Portrait, forse non eccelle come gli altri pezzi in scaletta, ma da sola la parte solista brilla per qualità e fascino.
Le chitarre soliste cesellano continuamente la scrittura, modalità tipica di una band in cui gli assoli sono elemento fondamentale. La voce non è una virtuosa dell’ugola, ma il suo cantare è dosato con intelligente impostazione, di chi sa cosa serva alla canzone, sebbene sappia anche esternare degli acuti di tutto rispetto, non usandoli però nella modulazione del cantato, bensì adoperandoli come urli isolati. Non è musica sinistra o violenta, è però piena di ispirata energia e non rinnega l’appartenenza all’heavy metal più integerrimo. Ma al posto della cattiveria, la musica è pervasa di epicità, un afflato atmosferico pregno di sensazioni mitiche. Solo sei album ma tutti sfolgoranti di anima e passione. Molta passione e attitudine all’antica, con assenza di ipertecnicismo, che non vuol dire assenza di virtuosismo, esso anzi molto presente.
La produzione tecnica “sporca” è infatti utile a tracciare una densità emozionale attraverso il suono netto e corposo. E’ musica quasi pennellata ma pennellata con un tratto forte, come un affresco dipinto a colori caldi ma non tenui. Per quanto lo stile ricalchi la loro essenza primaria, si notano tanti elementi heavy che negli anni si sono stratificati, provenendo da altre realtà, e che nei Satan di oggi possono essere qua e là rintracciati. I Satan sono una attualissima esigenza, creano una tensione che mantiene vivo l’interesse in maniera continuativa. Questa non è musica lenta, eppure possiede uno spirito anche Doom, non perché la band si chiami Satan, del resto il moniker non ha un significato occulto per questo gruppo, ma perché le trame narrative utilizzano caratteristiche sonore parzialmente drammatiche. In sintesi parliamo di arte pura.
Roberto Sky Latini
Metal Blade
www.satanmusic.com
Ascendacy
Burning Portrait
Twelve Infernal Lords
Mercury’s Shadow
A Sorrow Unspent
Luciferic
From Second Sight
Poison Elegy
The Blood Ran Deep
Earth We Bequeath
Brian Ross – vocals
Russ Tippins – guitar
Steve Ramsey – guitar
Graeme English – bass
Sean Taylor – drums