Yaràkä

Curannera

Certamente  ascoltare questo disco ha rappresentato un esperienza del tutto nuova  che esula da un modus operandi del tutto diverso di fare musica.

Quello che fanno gli Yarakà si fonde con la tradizione folkloristica del sud e soprattutto del salento. Non è la prima che mi imbatto in un genere come quello folkloristico infatti uno o due anni fa  ebbi  il piacere di recensire il disco del canzoniere Grecanico Salentino anche loro legati al salento. Questo lavoro degli Yarakà  però è  qualcosa di particolare che seppur moderno si fonde perfettamente con l’ancestralità dei racconti e della musica eseguita in questo disco intitolato Curannera una sorta di sciamana che con la sue pratiche ancestrali curava  le malattie del popolo. Il gruppo non è nuovo a pubblicare dischi perché già nel 2018 pubblicò il suo esordio intitolato   Invocaçao, che li porterà a fare dei concerti internazionali.

Gli Yaràkä, sono legati a doppio cordone ombellicale con la terra  ed in questo senso hanno voluto chiamarsi con questo acronimo che racchiude  i  quattro elementi della natura quali acqua fuoco aria e terra. Questo rapporto tra uomo e la natura che si lega non solo idealmente con Taranto con la Sicilia e la Romania, la Puglia con l’Africa e l’America dei nativi tutto ciò viene trasferito in questo disco  che racchiude storie  pagane religiose e magiche che si sa nei tempi antichi erano pratiche strettamente legate tra loro anche  per una sorta di credenza  popolare che allora viveva sull’ignoranza, perché tutto si reggeva sull’ingenuità della gente aspetto questo che in certe zone del profondo sud  è ancora presente .Tra l’altro  il gruppo lo scorso ha pubblicato un interessante documentario dove eseguono alcuni brani dal vivo all’interno di una chiesa di San Domenico alla Chiesa di Sant’Andrea degli Armeni passando per l’ipogeo paleocristiano “Antro della sirena”.

Il lavoro in questione rispecchia  questo mondo intriso di ritualità  e le canzoni sono un insieme di preghiere una richiesta d’aiuto affinché il raccolto del lavoro dei contadini andasse a buon fine ma anche per ciò  che riguarda le guarigioni dalle malattie.
Formato da otto canzoni  tra  composizioni nuove e vecchie riarrangiate per l’occasione che sono eseguite esclusivamente da strumenti acustici  e gode di una produzione  che ci consegna una realizzazione magnifica  e suggestiva . Malgrado questo uso di strumenti acustici Curannera è un disco che ha in se  ritmi suoni e vocalità davvero coinvolgenti  e sin dalla prima canzone “A Sant’anna” dove voce  e percussioni si fondono in un insieme sonoro ipnotico, l’atmosfera particolare del brano  spinge l’ascoltare a muovere tutto il corpo. Le canzoni sono cantate in dialetto salentino e se da un lato questo potrebbe una difficoltà nella comprensione dei testi, in realtà ciò aggiunge un valore  culturale a quest’opera che permette a noi ascoltatori di usufruire di una musica  che non si ascolta tutti i giorni.

In chiusura posso certamente dire  che Curannera degli Yarakà è un lavoro incredibilmente ben riuscito che trasmette in musica tutto ciò che riguarda la musicalità tradizionale  antica del sud ma che perla sua modernità è un cd consigliatissimo soprattutto a coloro che vogliano arricchirsi culturalmente.

Stefano Bonelli        

A Sand’Ánne
Maletìmbe
Fronni d’Alia
Canto all’alie
Tuppe Tuppe (Laude drammatica)
Affàscene
Draunara
Chiuviti

Gianni Sciambarruto – berimbao, chitarra, saz, doromb, voce
Virginia Pavone – voce, flauto armonico, tamburo sciamanico
Simone Carrino – tamburello, riq, daf, kanjira, troccola, voce
Prof.ssa Anna Vozza – voce narrante in “Tuppe tuppe”
Cristina Ciura – violino
Sabrina Di Maggio – violino
Arianna Latartara – viola
Mirko Sciambarruto – violoncello