Wet Leg Wet Leg

Questa musica sembra innovativa, ma non lo è, ha già una storia nella scena sin dagli anni novanta, e però questo duo di ragazze inglesi (Isola di Wight’) la propone in maniera fresca e molto divertente.

La voce fa il suo verso soffuso come va di moda in parecchie artiste sia mainstream che underground, ma tale tipologia di cantato ha una sua propria e ricca scena. Debutto super-funzionante, per due  musiciste che pare abbiano scritto musica col solo scopo di divertirsi fra loro, ma di cui poi il mercato ha deciso di appropriarsi.

I brani di apertura ‘BEING IN LOVE’ e ‘CHAISE LONGUE’, tra i migliori del lotto, hanno il cantato più mono-corde rispetto ai successivi, in particolare il secondo che deve il suo fascino proprio al tono poco modulato, tale da renderlo più ammaliante. La due song invece piuttosto saltellanti giocano positivamente il loro brio riuscendo ad emergere maggiormente rispetto all’insieme del lavoro. Una è ‘WET DREAM’ che rimanda fortemente ad una espressività da adolescente, ma la cui suadenza ha una valenza leggermente seriosa dentro l’interpretazione allegra che prende in maniera immediata l’ascoltatore, peccato per la sua eccessiva brevità (meno di due minuti e mezzo). La seconda è ‘UR MUM’ dove l’urlo estremo sul finale immette una scossa d’adrenalina che una musica così “carina” parrebbe non dover avere. Poca distorsione chitarristica in questo genere di rock, ne troviamo, in senso quasi Noise in ‘Oh No’, dove si evidenzia una attitudine simil-punk. E una certa vena Grunge emerge con ‘Piece of Shit’, che però alla fine risulta una canzone quasi beatlesiana nella sua sonorità morbida.

Va considerato che la modalità canora ha una impostazione molto sensuale, concetto che è inutile sorvolare dato che è netta tale percezione. L’orecchiabilità è forte ma lontana dal pop di moda, dando al rock eseguito una connotazione sfrontata, e anche provocatoria nonostante non sia dal suono violento. I testi in effetti talvolta hanno un doppio senso anche sessuale, e nonostante i tempi moderni attuali, la cosa funziona ancora, ma attenzione, essi hanno un sacco di ironia. La loro femminilità è coi suoni esibita, ma sembra lo faccia per prendere in giro certi luoghi comuni; del resto la sonorità vocale ha dell’irriverente. Indie rock, appunto alternativo, che segue scie sonore già ben consolidate nei tempi, però ancora in grado di passare per non canonico, e quindi dando l’idea della “diversità”. Molta New Wave anni ottanta, suoni psichedelici sparsi qua e là, basso martellante, soavità bilanciate a ritmiche frizzanti, molta tranquillità ma anche una dinamicità di base che solletica l’epidermide. Un ottimo lavoro lontano da qualsiasi monoliticità, infatti le sue tracce non si assomigliano mai, scorrono con ritmiche diversificate, con forme colorate e sfaccettate nonostante non siano mai pezzi lunghi. Anche la singer prova soluzioni ogni volta diverse e gli arrangiamenti rispondono a stimoli variegati rendendo le atmosfere sempre interessanti. Il basso spesso è pulsante ed è quello che maggiormente ricorda i decenni passati di certa musicalità non dura, però usatissima in contesti sia mainstream che sperimentali. La comunicabilità è così ben riuscita che non sarà facile ottenere in futuro la stessa qualità nella medesima tipologia di musica. La copertina non è un granchè, ma è la musica, alla fine, a vincere.

Roberto Sky Latini

Being In Love
Chaise Longue
Angelica
I Don’t Wanna Go Out
Wet Dream
Convincing
Loving You
Ur Mum
Oh No
Piece Of Shit
Supermarket
Too Late Now

Rhian Teasdale – vocals / rhythm guitar
Hester Chambers  – lead guitar / vocals (‘Convincing’)

Guest:

Dan Carey – keyboards
Ellis Durand – bass
Henry Holmes – drums