Phoenix

Vasko Atanasovski Adrabesa Quartet

Se non avete mai sentito parlare di Etno fusion questo disco vi farà comprendere il perché di questa un’unione trasversale tra due generi così particolari e diversi tra loro ma che fondendoli evidentemente danno vita qualcosa di unico. Il risultato di questa unione è questo disco intitolato “Phoenix”.

L’Adrabesa Quartet questo è il nome di questo gruppo, è composto da quattro musicisti eccezionali, riuniti dal suo fondatore e leader di lunga data: il compositore e sassofonista sloveno Vasko Atanasovski, il quale ha creato questo che è da considerarsi un vero e proprio ensemble internazionale e di cui fa parte anche un fisarmonicista italiano “Simone Zanchini” che da  molto tempo che collabora con Vasko , noto e affermato maestro europeo, avendo collaborato con rinomati musicisti come Hindi Zahra, Vlatko Stefanovski e Living Color (non la band di colore del cantante Corey Glover), tra una celebre carriera. Il suo approccio magistrale e senza pretese al suo strumento lo ha visto abbracciare una miriade di generi diversi, esibendo una scioltezza e una grazia che si adattano a qualsiasi impostazione musicale.Il disco di Vasko ci colpisce sin dalle prime note per la sua eleganza fatto questo che si eccentua ancor di più per via della presenza di soli strumenti acustici ed anche per il modo con cui vengono suonati, un connubio senz’altro intrigante che ci proietta in atmosfere etniche d’altri tempi.

Il particolare che secondo contribuisce a far si che il disco venga ascoltato con la dovuta attenzione è proprio questo raccoglimento intimo che coglie sia chi ascolta che suona gli strumenti, in questo disco anche se dobbiamo riconoscere che la fisarmonica in genere è lo strumento che racchiude in se tutta la sensualità di cui gode, a parte questo c’è un altro strumento che riesce a farci innamorare di questo lavoro. parliamo della tuba serpente, strumento particolarissimo per la sua forma sinuosa che ricorda quella di un serpente che viene suonata magistralmente da Michel Godard in pratica la tuba sostituisce quello che farebbe il basso in un gruppo normale.

Per chi non conosce Vasko possiamo dire che in patria viene considerato come una sorta di Jimi Hendrix del sassofono all’interno del quintetto c’è il figlio di Vasko “Ariel Vei Atanasovski” che si cimenta con bravura al violoncello.Per quanto riguarda la scaletta possiamo dire che ovviamente ci sono composizioni che ci prendono più di altre come ad esempio la “Concerto Epico”nel quale viene  mostrato tutto il talento dei musicisti che riescono malgrado la complessità degli arrangiamenti, a dare  una lettura ironica del brano stesso.

Tanto per tagliar corto mi sento di poter affermare che il disco va considerato in toto anche perché non mi sembra non segnalare questo o quel brano anche se per “concerto epico si può considerarlo come una sorta di capolavoro a se.Quindi se volete un mio consiglio ascoltatevi molto attentamente “Phoenix” e sicuramente verrete catturati dalle atmosfere etniche di cui questo disco è pregno da segnalare però l’assolo veramente stupendo alle percussioni di “Thornica”.

Stefano Bonelli

Moonjune Records
www.vaskoatanasovski.com

Meeting
Green Nymph
The Partisan Song
Liberation
Balet
Concerto Epico
Thornica
Yellow Sky
Outro

Vasko Atanasovski (Slovenia) – sax, flute, compositions
Simone Zanchini (Italy) – accordion
Michel Godard (France) – tuba, serpent
Bodek Janke (Poland/Germany) – drums & tabla
Special guest: Ariel Vei Atanasovski (Slovenia) – cello