Various
Reimagining The Court Of The Crimson King
Per celebrare uno dei più grandi album della storia del rock l’etichetta Cleopatra Records riunito la creme de la creme dell’establishment del rock mondiale realizzando questo tributo con altisonanti quali Todd Rundgren, Steve Hillage, Carmine Appice, Ian Paice, Arthur Brown, and King Crimson’s Jakko M. Jakszyk and Mel Collins e Joe Lynn Turner alla voce a cui è stata affidata Moonchild; e James Labrie che ha cantato veramente alla grandissima In the court of the crimson king e tra le altro ha già partecipato ad altri tributi del genere con il tributo ad EL&P e Genesis.
Le canzoni che fanno parte del disco sono delle pietre miliari a cui i musicisti hanno dato di nuovo vita, non che fossero scomparse nella polvere del tempo anche perché ogni amante del progressive rock che si definisce tale di certo saprà a memoria quelle gemme incastonate nella pietra.Nella reinterpretazione di tali canzoni la cosa importante è rispettare la partitura originale ed è quello che è stato fatto perché le canzoni non sono state modificate e a fare ciò sono stati invitati dei musicisti in grado di reggerne il confronto nella nuova interpretazione essendo tutti musicisti con un bagaglio storico notevole.In fase di produzione poi tutto è stato professionalmente ed un disco come questo uscito lo ricordiamo nientemeno che nel 1969 possiamo considerarlo come un disco dei nostri giorni anche se bisogna dirlo il disco originale ha sorprendentemente retto benissimo al passare del tempo.
La cosa particolare a mio avviso è il fatto di trovare due versioni di 21first century skizoid man la prima molto fedele all’originale l’altra versione in cui tra l’altro è presente il tastierista Brian Auger che dato un rilettura della stessa inserendo nella fase centrale America dei Nice e qui mi fermo perché non voglio addentrarmi in un escursus che mi farebbe penetrare nel più profondo del rock progressivo “antico” passatemi il termine.
Il disco si chiude con la versione strumentale tipo karaoke in modo che si possa cantare.Non posso chiudere questa recensione senza fare una cenno grafico a questa operazione di recupero si perché la copertina del disco mi sembra che sia stata fatta con l’intelligenza artificiale perché pur rappresentando sempre il faccione terrorizzato, qui è stato fatto un lavoro troppo preciso e nitido avendo usato dei colori digitali, e pur essendo l’espressione del faccione “orribile/terribile/grottesco” non supera a mio avviso la copertina originale che tutti conosciamo. La cosa che sicuramente rimarrà di questo Reimagining The Court Of The Crimson King è che sin dalla prima nota all’epica conclusione di rimarrete affascinati da come ogni canzone viene celebrata da questo incredibile gruppo di musicisti!
Stefano Bonelli