Tony Kaye
End Of Innocence
Inizio subito con dire che Tony Kaye è stato il primo tastierista degli Yes e già con questa affermazione possiamo intuire la grandezza musicale dell’artista di cui parliamo. Con lui gli Yes incisero oltre ai primi due album, Yes (1968) e Time and a Word (1969), i due capolavori The Yes Album e Fragile.
Dopo alcune vicissitudini venne allontanato dal gruppo e sostituito dal mago delle tastiere Rick Wakeman.Tony Kaye venne richiamato nella band all’inizio degli anni ottanta, sue le parti di tastiera nel fantastico album 90125 del 1983, per restare in pianta stabile fino a metà anni novanta, contribuendo alla rinascita degli Yes in chiave moderna. Nel corso della sua lunga carriera Tony Kaye non è mai riuscito a portare a termine un lavoro solista e dopo la sua uscita definitiva dagli Yes a metà anni novanta aveva addirittura annunciato il suo ritiro dalle scene musicali senonchè gli eventi legati all’11 settembre 2001 lo hanno ovviamente profondamente toccato ed ispirato a scrivere questo nuovo album, il primo a suo nome.
Non è facile parlare di questo album, è una sorta di suite musicale che descrive le emozioni ed i ricordi di quei tragici momenti, Roger Dean (lo storico disegnatore delle copertine degli Yes e degli Asia) ha creato una delle sue opere cupe e tuttavia belle per la copertina di questo album, mentre la produzione di End of Innocence è nelle mani di Tony Kaye, che ha anche composto tutte le canzoni, ad eccezione di Sweetest Dreams che è stato coprodotto con la moglie, Jay Schellen si occupa della batteria e delle percussioni.L’opener Twinkle Twinkle Little Star inizia con tuoni e fulmini e la voce della moglie di Kaye che intona una ninna nanna la notte prima degli eventi fatali il brano successivo 911 Overture è un pezzo orchestrale, molto vicino allo stile di Vangelis. Il breve intermezzo NYC Blues introduce a Battle Cry ed alla successiva 285 Fulton Street dove le percussioni unite ai toni gravi dell’organo trasmettono la cupa atmosfera che regna sul World Trade Center di New York City. In Let’s Roll è in evidenza il pianoforte di natura sinfonica di Tony, dopodiché finiamo a Flight 11/Tug of War/Towers Fall, dove la musica è intervallata dalle tragiche conversazioni telefoniche degli assistenti di volo con la torre di controllo, preludio al drammatico crollo di entrambe le torri.
Con Sweetest Dreams, Aftermath e Heroes, Kaye restituisce un pò di speranza e melodia ad un’opera che fino a questo momento restava su binari cupi e drammatici. The Battle è la traccia più lunga dell’album con oltre undici minuti, canti orientali intervallati da frammenti sonori. Hope and Triumph cita la Dichiarazione di Indipendenza ed è ovviamente un inno patriottico, Homecoming e Ground Zero con una cristallina melodia di una chitarra acustica e le grandiose arie sonore delle tastiere di Kaye chiudono con toni emozionanti e di speranza per un futuro migliore.
Come accennavo, non è facile scrivere e recensire un album di questo tipo, non c’è una canzone che si eleva sulle altre e trattandosi di una suite dedicata alle vittime dei drammatici eventi avvenuti vent’anni fa l’emozione è forte. Non è sicuramente un cd di facile ascolto e non mi sento di consigliarlo anche se ammetto che Tony Kaye con il suo End of Innocence toccherà tantissimi cuori.
Massimo Cassibba
Cherry Red Records
www.facebook.com/tony.kaye.3
Twinkle Twinkle Little Star/Twilight Time
911 Overture
NYC Blues
Battle Cry
285 Fulton Street
Let’s Roll
Tug Of War
Flight 11
Towers Fall
Sweetest Dreams
Aftermath
Heroes
The Battle
Hope And Triumph
Homecoming
Ground Zero
Tony Kaye – Keyboards, All Instruments
with:
Dani Torchia – Vocals
Jay Schellen – Drums, Percussion