The Steel Bones

First Step

Cazzo che disco !!! Potrei finire qui la recensione, perché è la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltando First Step opera prima dei marchigiani The Steel Bones. Mi preme subito imprimere sul word  questo pensiero perché sennò me lo scordo. I Guns’n’Roses erano  anche una band southern rock americana fino al midollo quei cori di Patient che a me piacevano tanto una band che ha avuto la capacità di scuotere un mercato discografico non dico fermo ma quasi erano freschi e genuini poi si sono persi per strada diventando l’ombra di se stessi. Perché ho pensato ai Guns  per gli The Steel Bones? Perché un po me li ricordano anche se la band nostrana è legata a doppio cordone ombellicale al southern rock quello classico con lynyrd skynyrd Molly Hatchet  Outlaws qualcosa dei Free e dei primordiali ZZTOP. Ma alle prime note dell’iniziale Hard Bones è stato un attimo pensare agli America di Horse with no name poi vabbè il brano si è evoluto e cambiato ma questa degli America a mio avviso è una delle influenze primarie della band italica e loro sono italiani non scordiamolo. Adesso sembrerò come uno di quei conduttori di Xfactor quando dicono ma lo sai che mi hai trasportato nel tuo mondo etcetc. Con mio grande “rammarico” la debbo ripetere anch’io quella frase a me tanto ostica dicevo ma che c…o vuol dire che ti fa trasportare nel tuo mondo ??? Ebbene ascoltando questo disco è successo l’impensabile cioè veramente sentirsi trasportato in un immaginario prettamente cinematografico alla Born to Be wild per dire è stato un tutt’uno.

Provate a dare un ascolto a questo disco, “che lo merita tutto per altro” e lasciatevi trasportare nella highway desertica tipo quella  dove Tom Hanks ha fatto la scena mitica di quando correva correva  senza dove andasse immaginando di stare dentro ad Cadillacde cappottabile e impolverata sono queste le sensazioni che da “First Step” si vabbè ma i The Steel bones  sono italiani e pure marchigiani ma come fanno a scrivere canzoni la già citata Hard bones  beh, se lo fate ascolterete per prima cosa grilli e percussioni ma poi una grande esplosione di rock, no non ho detto heavy metal ma bensi quell’ heavy rock di vecchio stampo di cui avevamo perso le tracce poi il timbro fantastico della voce di Ivan Battistella compie il resto della magia , si ma loro so italiani oppure fanno finta di esserlo e si ono trasferiti in Italia per fare gli americani no no loro non cantano tu vo fa l’americano sono italiani ma influenzatissimi da queste cose. Dopo Empty Heads ci arriva un staffilata  acustica pazzesca atmosfera d’altri tempi West Highway vedi Stè!! Cce riusciti a farti trasportare nel loro mondo cavolo. E qui vengono in mente i Doobie Brothers ma che ste chitarre slide queste sono cose che non bisogna perdere e farle diventare e nostre come se fossero parte del nostro patrimonio culturale. Altra ballad meravigliosa  “Scars Remain” chi può dire di non averle le ferite quelle che ti friggono il cervello per quanto fanno male e per quanto si cerchi di dimenticare rimangono chiuse in fondo al cuore e si è cosi che si vive. Rock company chiude quasi il disco questo è un pezzo che potrebbe aver scritto Ted Nugent avete presente Cat Scratch Fever? . in chiusura arriva un’altra emozionante canzone che ha che fare con i Rolling Stones  di Sympathy for the Devil ma non ne  è la cover bensi una citazione che evidentemente giaceva  a livello ispirativo embrionalmente parlando ed è uscito fuori come chiusura come in una sorta di parto ,qui icori raggiungono una magnificenza inverosimile ascoltandolo mi son detto pensa se le lynyrd  female facessero i cori de sto pezzo. Aò un’altra volta  mi sento trasportato nel loro mondo però mi piace io ci voglio stare in questo mondo antico e moderno allo stesso tempo va bene la musica commerciale quello che volete ma io sono come i The Steel Bones  ovvero americano!!!!

In un film di fantascienza stupendo con Jodie Foster Contact, il papà gli diceva sempre Un passo alla volta  “Ellie” e per gli Steel Bones è si un primo passo seppure piccolo ma fondamentale per arrivare in universo infinito.

Stefano Bonelli

Hard Bones
Empty Heads
West End Highway
Better
Good To Be Alive
Scars Remain
Rockompany
Hunter Of tears

Ivan Battistella – vocals guitar and harmonica
Carlo Lantieri – guitars banjo mandolin harmonica and backing vocals
Simone Gagliardi – drums percussions and backing vocals
Maurizio Leone – bass