Slash ft M.Kennedy

& the Cospirators Living the Dream

Esce il quarto album solista del chitarrista dei Guns And Roses, terzo con i Cospirators e Myles Kennedy (Alter Bridge) alla voce, e naturalmente va tutto liscio perché la qualità è confermata.

In realtà c’è meno elettricità del solito e una serie di canzoni minori che ne fanno un lavoro in flessione rispetto all’ultima uscita di 4 anni fa. Però sarebbe un errore sorvolare su questa nuova uscita.La chitarra solista rimane personaggio centrale dello spirito compositivo, calda e gustosamente rockeggiante. La prima traccia “THE CALL OF THE WILD” è un rock’n’roll tipico per la tradizione di Slash, dinamico e trascinatore. La seconda “Serve your Right”, minore, ricorda che una delle ispirazioni di Slash è sempre stato l’altro guitar-hero americano Ted Nugent. Ma è “MIND YOUR MANNERS” a velocizzare il motore, utilizzando una sfumatura southern che non affievolisce la carica in sesta marcia, ed è di nuovo l’assolo il vero fautore dello scatenamento. “Read between the Lines” rivela parzialmente che il R’n’R ha origini di tipo Rythm and Blues, allacciandosi ad un passato mitico per sound e per influenza. Un pezzo semiballata come la pulita “Lost inside the Girl”, commerciale, viene tenuta su bene sempre dalla chitarra, mentre un altro arrangiamento meno elettrico l’avrebbe fatta considerare un filler, e questo dimostra che stavolta il merito della bellezza di questo lavoro è più di Slash che di Myles. Un esempio tipico di alcuni brani che potevano decollare meglio lo dà “Sugar Cane” dove tutto, dalla batteria alla chitarra, funziona allegramente ma dove è il cantato a seguire uno schema troppo leggero. Poco feeling inserire una ballata come “The One You Loved Is Gone” che sembra quasi una canzone pop da boyband, qui davvero siamo al riempitivo. Le pecche alla fine sono momenti trascurabili, possiamo ritenerci soddisfatti.

Va ripetuto che è la sei corde la cosa più bella di un album così, ed è quello che ci si aspetta quando si compra un cd del mito in questione. La voce potrebbe diluirsi meno dentro linee melodiche fin troppo sinuose e morbide, e darci dentro con un atteggiamento più  animoso, che invece affiora solo parzialmente e di rado. Detto questo, Myles non usa l’ugola risparmiandosi e comunque è sempre ben funzionale. I brani StreetMetal da rocker non mancano, nella somma totale sono un numero sufficiente e ciò bilancia tonicamente l’insieme. Forse il tutto è un po’ troppo pulito. Non è l’opera migliore di Slash (ce ne sono di più infiammati), né il miglior disco dell’anno, però è musica che vogliamo ascoltare, magari in auto macinando chilometri. L’esistenza di un artista come Slash è un premio per il metallaro che ancora può fare affidamento sui propri idoli senza paura di venir deluso con prodotti scadenti, sempre che non ci si aspetti l’ennesima altolocata opera d’arte, ma ci si allunghi a divertirsi con il semplice sano Rock’n’Roll figlio dell’elettricità di una chitarra.

Roberto Sky Latini

The Call Of The Wild
Serve You Right
My Antidote
Mind Your Manners
Lost Inside The Girl
Read Between The Lines
Slow Grind
The One You Loved Is Gone
Driving Rain
Sugar Cane
The Great Pretender
Boulevard Of Broken Hearts

Myles Kennedy – vocals
Slash – guitars
Cospirators:
Frank Sidoris – rhythm guitar
Todd Kerns – bass
Brent Fitz – drums