Skeletoon

Pop Evil

Gli statunitensi attivi discograficamente dal 2008, fanno il loro mestiere, pubblicano un settimo lavoro ordinario timbrando il cartellino. Solo professionalità in questo sforzo compositivo e nessuna vera scintilla. In un tal gruppo di canzoni, ne brillano solo tre, accontentandosi per il resto di melodie scarsamente efficaci, molto scontate, e dando più risalto agli arrangiamenti che alla linea cantata. In effetti dal punto di vista sonoro c’è una spinta potente e anche spesso dinamica, ma che non porta a risultati convincenti. Sembra un metalcore di medio-bassa fattura, condito di elettronica e di post-hardcore che in molti casi non diventa carattere sostanziale quanto di cornice, fermandosi al palo con un senso pop più che rock.

‘CIRCLES’ funziona e rende questo uno degli episodi più ficcanti e hard, soprattutto grazie ad una riffica incombente e per un cantato che limita l’approccio sdolcinato. Non male anche ‘EYE OF THE STORM’ in cui la parte morbida si coniuga bene con quella accentata e violenta; piuttosto ficcante la ripetizione del titolo. La parzialmente Industrial Metal ‘WRONG DIRECTION’ si attesta come la miglior traccia del lotto, pesante e densa, con la vocalità meglio pensata in questo disco, leggermente introspettiva. Tra i brani minori è divertente ‘Sound of Glory’ ma non merita che un semplice leggero apprezzamento, non apparendo in alcun modo pregnante. La semi-ballata ‘Skeletons’ è un americaneggiante cantautorato da classifica alla Nickelbach, che guarda caso non si integra nemmeno bene col disco, e rimane comunque una idea derivativa.

E la vera e propria ballata, ’Worth it’, sfacciatamente e banalmente catchy, anch’essa contraddittoria con lo stilema dell’album, perde pure quel poco di positivo che possedeva la canzone precedente.Siamo, nella maggior parte dei casi, al cospetto di canzoncine innocue. L’essenza pop e anche hip-hop viene travestita da spirito rock col groove assassino fatto di chitarre ribassate e riff che deflagrano durissimi, ma tale trucco, per certi versi piacevole, non rende validi i pezzi. Il songwriting non possiede nulla di particolare, la percezione di già sentito rende l’ascolto un continuo dejavù. La voce in particolare non tenta nulla di particolarmente significativo.
Quando essa canta pulita si lascia andare in modo semplicistico a melodie abusate già nel mondo del pop, sfigurando anche rispetto al Pop vero e proprio. Mentre quando usa gli scream, pur apparendo più intenso, è formalmente canonico, e anche in questo caso non tenta niente che sia fuori schema, evitando quindi anche piccole connotazioni che possano essere considerate Alternative. Qualsiasi sia il lato espressivo che utilizza, il gruppo evidenzia oggi scarsa personalità; persino quando tenta la carta del Nu-Metal o dell’Hardcore che sembrano sollevare parzialmente l’esito. Una delle opere che diventerà sicuramente tra le peggiori dell’anno 2023 in corso, non raggiungendo la sufficienza. Qualità che perde tanti punti in confronto a generi similari, ma anche rispetto a musiche commerciai di ben maggior spessore. E’ un disco che fallisce anche nel blandire. Alla fine possiamo dire che si abbonda di Pop e si latita in Evil.

Roberto Sky Latini

Arrival
Paranoid – Crash & burn
Circles
Eye of the Storm
Sound of the Glory
Skeletons
Worth it
Who will be become
Wrong Direction (feat. Devour The Day)
Dead Reckoning (feat. Fit For A King)
Raging Bull (feat. Zillion)

Leigh Kakaty – vocals
Dave Grahs – guitar
Nick Fuelling – guitar
Hayley Cramer – drums