Septic Flesh

Modern Primitive

Tornano ad affacciarsi sul mercato discografico i greci Septic Flesh e lo fanno con un disco che già dal titolo offre una visione di ciò che saranno le musicalità e le tematiche:Modern Primitive.

Il titolo racchiude in sé quasi un ossimoro, eppure, nella realtà dei fatti, non si può fare altro che dare ragione al pensiero che si cela dietro questa scelta, perché tutto il disco è pregno di queste atmosfere che mostrano richiami al passato e un occhio buttato verso la modernità. Qui l’interconnessione tra metal e classicismo, anche se non si tratta di vero e proprio classicismo, si fa ancora più stretta ed intensa, andando però a vantaggio delle orchestrazioni e della porzione sinfonica a cui i Septic Flesh ci hanno abituato da molti anni a questa parte.I greci ne hanno fatta di strada dal loro esordio e hanno avuto modo e coraggio di cambiare pelle in continuazione, prendendo una strada che li ha portati ad essere ciò che sono oggi, probabilmente il gruppo di riferimento per chiunque voglia approcciarsi ad un metal estremo perfettamente amalgamato con spettacolari orchestrazioni. Attenzione, parlo di orchestrazioni e non di extreme symphonic metal perché nei Septic Flesh il discorso è un po’ differente rispetto a tutto il mondo metal sinfonico, perché qui il riferimento non è solo legato al “mondo operistico” ma c’è una vera e propria ricerca che scava nei meandri di tutta la musica classica, operistica e anche della neoclassica.

I Septic Flesh sono tornati, dopo ben cinque anni, che non li hanno visti proprio statici dato che hanno affrontato diverse tournée e concerti singoli, pertanto ci si poteva aspettare un album un po’ sotto la media, invece no, Modern Primitive è un gran disco, un album che non ha nulla da temere al confronto con i suoi predecessori, attestandosi su livelli compositivi eccelsi, soprattutto per quel che riguarda le magnifiche orchestrazioni che lo avvolgono in tutto e per tutto, diventandone la componente principale. Di strada ne è stata fatta parecchia da quel lontano 1999, anni di uscita del disco che stravolse completamente il sound che i Septic Flesh avevano avuto fino ad allora: Revolution DNA, un disco che ha letteralmente segnato la carriera dei greci e che ha aperto loro le porte della commercializzazione. Intendiamoci, non è che prima non fossero conosciuti, ma godevano di quello status di band di culto caro a molte band, ma i Septic Flesh avevano la necessità di andare oltre e guardare avanti e non restare intrappolati in questa gabbia.

Tornando a Modern Primitive, c’è da dire che i nostri decidono, ancora una volta di cambiare pelle, ovviamente lo stravolgimento non è così plateale come l’uscita di Revolution DNA, direi che in questo disco parliamo di aggiungere sfumature e particolari al colore e al tessuto della loro pelle, orpelli che passano attraverso il suono e la composizione. Questo disco non porta eccessivi stravolgimenti, restando ancorato ad una formula ben oliata e ben collaudata, eppure si possono notare delle interessantissime novità che fanno capolino tra un riff e l’altro e anche all’interno dello stesso riff. Sto parlando di una integrazione maggiore tra la parte orchestrale e la parte degli strumenti tipici del rock: la porzione orchestrale si allarga e prende quasi tutto lo spazio all’interno del concept compositivo, traendo ispirazione non soltanto dalla matrice europea della musica classica e operistica ma questa volta l’orecchio si sposta decisamente ad est, guardando a quanto fatto dai compositori dell’Est europeo e della Russia. A tutto questo va ad aggiungersi un’importante presa di coscienza che le colonne sonore sono delle opere vere e proprie e anche esse fungono da ispirazione per la creazione di un effetto cinematico che catapulta Modern Primitive su un livello differente rispetto ai predecessori. In tutto questo si staglia la porzione metal della band, che nonostante sia cambiata nel corso degli anni, non dimentica mai da dove viene. Gli strumenti “classici” del mondo rock si ritagliano il proprio spazio in maniera elegante e fungendo da contrappunto all’orchestra e guidandola, come base, in alcuni casi fungendo quasi da bordone, verso tutte le sovracostruzioni e sovrapposizioni che il momento compositivo richiede. L’effetto è detonante e da ai brani grande aria e profondità, anche perché il riffing non è particolarmente estremo, infatti i Septic Flesh vanno a pescare, in molti momenti, dal riffing tipico del gothic rock e solo nei brani più concitati il riferimento è il death metal. In alcuni momenti sembra quasi di ascoltare un Carpenter (Deftones) che si diletta a giocare con il metal più pesante, tanto è di matrice più rock il riffing chitarristico. Ottimi anche gli inserti “atmosferici” che i Septic Flesh decidono di inserire attingendo alla tradizione della musica popolare greca e medio-orientale, con puntate nel mondo prettamente arabo davvero di gran classe.

Un disco davvero di grande caratura e che conferma le capacità compositive, di arrangiamento e di integrazione delle strutture musicali che hanno raggiunto i Septic Flesh, cui forse manca un ultimo tassello: la batteria, troppo statica e schematica, si adagia un po’ troppo, a mio parere, su quelli che sono i tempi dettati dalle orchestrazioni non arrivando ad osare mai. Penso che con una batteria più dinamica e che riesca ad uscire un po’ fuori dagli schemi, non solo delle figure di riferimento tipiche del metal, ma anche da ciò che detta l’orchestra, sicuramente il disco ne avrebbe guadagnato anche in senso di dinamicità delle composizioni, perché da sole, le orchestrazioni non bastano.

Parliamo, ovviamente, di un parere puramente personale e magari a molti piacerà sicuramente così, come sicuramente è piaciuta ai Septic Flesh.Modern Primitive è un gran bel disco, un platter che non sfigura affatto accanto alle precedenti produzioni, anzi, se vogliamo, porta i Septic Flesh ancora un gradino sopra e sono certo che farà la felicità di coloro che lo ascolteranno. Un consiglio per i neofiti, approcciatevi a questo disco, così come alla discografia dei Septic Flesh da Revolution DNA in poi, con la mente scevra da pregiudizi o con schemi ben precisi in testa, perché qui dentro troverete davvero di tutto mixato e shakerato con grande capacità e competenza.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

The Collector
Hierophant
Self-Eater
Neuromancer
Coming Storm
A Desert Throne
Modern Primitives
Psychohistory
A Dreadful Muse

Seth Siro Anton – vocals and bass
Christos Antoniou – guitar andorchestrations
Sotiris Anunnaki V – vocals and guitar
Kerim ‘Krimh’ Lechner – drums