Ross The Boss

By Blood Sworn

L’enfatizzazione epica di  gruppi come Manowar e Virgin Steele è una caratteristica molto specifica nell’ambito Metal, e non tutti sanno esprimerla nel senso Heavy Classico degli anni ottanta. In questi ultimi anni di passato prossimo, sono tre gli eroi metallari che se ne sono riappropriati.

Uno è il bassista dei Symphony X,  Mike Le Pond, coi suoi Silent Assassins; un altro è appunto il chitarrista dei  V. Steele, Jack Starr con i suoi Burning Starr (stranamente la modalità strutturale del Moniker è lo stesso: Mike LePond’s Silent Assassins e Jack Starr’s Burning Starr). E poi c’è lo statunitense Ross The Boss, storico chitarrista dei Manowar. E’ una enfatizzazione fumettistica, talvolta kitsch, ma molto divertente e di impatto funzionalissimo. E’ musica per vecchi estimatori come me, che ascoltandoli sente gli stessi brividi della passata gioventù, ma possiede l’energia che dovrebbe piacere anche ai giovanissimi.

Con questa tipologia sonora il rischio di cadere nel derivativo è alto, e infatti qui c’è anche una vicinanza al plagio quando si compone, come nella title-track  “By Blood Sworn” che ricorda parzialmente il brano dei Manowar  “Blood of my Enemies” del 1984 (lo stesso Ross lo ammette). Ma ci si fa presto perdonare con la seconda traccia “AMONG THE BONES”, che non è irruente, anzi anche piuttosto elegante nella sua potenza, ma colpisce in pieno l’obbiettivo. I Pezzi che vogliono essere fortemente legati al passato di Ross senza copiare troppo ci sono e mantengono buonissimo l’ascolto, tra questi “THIS IS VENGEANCE” che si esprime in modo estroverso ma dove l’assolo invece è una serissima evoluzione espressiva e “WE ARE THE NIGHT” che usa una verve adolescenziale più da film da supereroi. Il pezzo più rotondo e probabilmente anche il meglio riuscito è “FISTFUL OF HATE”, con il suo rifframa orientaleggiante ma con un 4/4 veloce senza fronzoli inutili, e soprattutto un ritornello melodico riuscitissimo. Uno dei pezzi più divertenti è “DEVIL’S DAY” che acchiappa subito l’ascoltatore, e se uno ci fa caso prende un po’ dallo stile di Ted Nugent, ed è forse questa la sua bellezza. Ancora più funny “PLAY AMONG THE GODZ” che in qualche modo sfiora l’essenza dei Raven, anche se il senso della cavalcata è strettamente Manowariano. E ancora , ancora e ancora più funny la rockenrolleggiante “CIRCLE OF DAMNATION” che alleggerisce il decorso dell’ascolto, ma senza eliminare la dinamicità. Interessante l’atmosfera lugubre di “Lilith”. La ballata “Faith of the fallen” è più un esercizio di stile che una novità, ma si fa ascoltare senza problemi.

Questo disco è meno entusiasmante di quello precedente “HAILSTORM” del 2010, ma non cede a mode e le sue trame sono impudenti, da buon rocker incallito legato alla vecchia sana e onesta guardia. Il cantante Lopes è tecnicamente meno perfetto di quello che ha sostituito (Patrick Fuchs), però è sempre in grado di interpretare al meglio la sua figura di superuomo e lo fa senza temere paragoni. Si butta nel tema musicale pieno di grinta, anche a rischio di apparire ridicolo, riuscendo però ad evitarlo. Da sottolineare la presenza al basso di Mike LePond, la cui partecipazione non può essere un caso data la premessa che ho fatto ad inizio recensione (e il suo strumento si sente). Curioso è il contributo di Barnewold che con la band di LePond suona la chitarra e qui invece la batteria, ma si sa che alcuni artisti sono poliedrici. Questa band è d’acciaio in tutto e per tutto e non divaga, va sempre dritta al punto.

Roberto Sky Latini

By Blood Sworn
Among the Bones
This is Vengeance
We are the Night
Faith of the Fallen
Devil’s Day
Lilith
Play among the Godz
Mother of Horrors
Fistful of Hate

Marc Lopes – vocals
Ross Friedman – guitar
Mike LePond – bass
Lance Barnewold – drums