Roger Waters

The Lockdown Sessions

La pandemia ha fermato tutti, artisti e lavoratori da stipendio,ed ovviamente ha fermato anche grandi band e grandi artisti. Questo batterio ha agito come la morte non distinguendo chi colpisse ricco o povero, criminali o innocenti.

Il Covid dai chiamiamolo con il suo nome. Ha avuto un riscontro positivo sul fatto di far rimanere chiusi dentro casa chiunque, tra questi anche uno come Roger Waters ha dovuto attenersi alle regole restrittive che esso portava con sé. E lui è solo un esempio di artisti che abbiano pubblicato i loro dischi nel periodo pandemico, facendone in qualche caso dei capolavori in questo caso stiamo parlando dell’ex Pink Floyd cofondatore della band inglese, che pensato bene di seguire la tendenza pubblicando un disco che non si può definire un album intero ,avendo al suo interno solamente cinque canzoni frutto di versioni casalinghe improvvisazioni da studio di registrazione e quant’altro.

Il nuovo EP perché di questo si tratta si chiama amleticamente The lockdown session, un lavoro in cui Roger Waters in pratica coverizza sé stesso dando alla luce nuove versioni di canoni stra-conosciute tutte appartenenti al repertorio floydiano di quando lui era ancora nella band. La cosa interessante di queste canzoni è la versione intimista che ne è stata fatta. E quindi iniziamo l’ascolto con il brano d’apertura affidata a Mother brano tra i più belli di The Wall . già dalla partenza del brano la voce di Waters che annuncia il brano è qualcosa di suggestivo “Good evening ladies and gentleman welcome to the starlight bowl, one two three four “ed inizia il riff stupendo di questa canzone, con un assolo che fu eseguito da Gilmour tra i più struggenti che abbia mai ascoltato. Segue Two sun in the sunset, presente nel disco Final Cut ed epitaffio di Waters per la sua permanenza floyidiana.

la particolarità di quel disco sta nel fatto che venne registrato con un sistema audio quadrifonico e di cui veniva consigliato l’ascolto in cuffia per un’esperienza audio suggestiva. Il bassista poi usò questo sistema di registrazione anche per uno dei suoi primi album da solista The pros and con of Hitch hicking, sistema che poi venne accantonato per i costi proibitivi che comportava subire, un po’ come fu per gli aerei quando venne messo  al riposo forzato il Concorde. In Vera a mio avviso uno dei punti più lirici in assoluto sempre da the wall dove si canta “BRING THE BOYS BACK HOME” CHIARO RIFERIMENTO POLITICO CONTRO TUTTE LE GUERRE.Salto a piè pari la successiva The Gunner’s Dream  e The Bravery of Being Out of Range per arrivare ad una versione di Comfortably Numb inaspettata intimista ed introversa rispetto alla sua versione originale ed anche diversamente floydiana,con la chitarra  ad urlare con le sue note un disagio psicologico a cui si va incontro, ma che ci riporta indietro nel tempo fino ad un epoca  in cui i Pink Floyd  ci travagliavano la vita cambiandocela per sempre con il Live a Pompei .

La versione che Roger Waters ha fatto di Comfortably Numb è qualcosa di incredibilmente suggestivo ma quello che colpisce più di tutto è la voce di questo artista che con la sua età ha raggiunto una timbrica di una maturità e di una consapevolezza che ti strugge mentre recita perché in questa versione ha scelto questa opzione davvero indovinata anche per il particolare arrangiamento che però non ne ha cambiato lo spirito. Questo è sicuramente uno dei brani più crepuscolari che la sua mente abbia concepito, dagli effetti speciali di cui il pezzo è farcito, e dalle coriste eccezionali che aiutano il cantante in modo da creare un’atmosfera psichedelica ed accattivante ma l’aggettivo è restrittivo. La canzone è stata chiamata non a caso Comfortably Numb 2022 essendo nella sua esposizione molto cinematografica.

In chiusura voglio dire che se il buon Waters ne avesse fatto un disco intero sarebbe stato meraviglioso ma ci dobbiamo accontentare, e scusate se lo dico ma sicuramente la tragica pandemia che abbiamo tutti subito è stata almeno utile a far sì che i musicisti che amiamo e non, abbiano avuto la possibilità di offrirci la loro arte al meglio delle loro possibilità.

Stefano Bonelli

Legacy Recordings
www.roger-waters.com

Mother
Two Suns In the Sunset
Vera
The Gunner’s Dream
The Bravery of Being Out of Range
Comfortably Numb 2022

Roger Waters – vocals, guitar, piano
Gus Seyffert – bass, cello, backing vocals
Joey Waronker – drums, percussion
Dave Kilminster – guitar, rhythm guitar
Jonathan Wilson – guitar, backing vocals
Jon Carin – keyboards, backing vocals
Lucius – backing vocals
Bo Koster – Hammond organ (on all tracks except “Mother”)
Ian Ritchie – saxophone on “Two Suns in the Sunset”