Reapter

Blasted

Possanza, violenza, compattezza. Groove animalesco e muro sonoro. Gli italici assaltatori sono una valanga di roccia e produttori di sudore da headbanging.

Se questo 2022 li veda più Thrash o Death, diciamo che non è completamente nessuna delle due espressività anche se il Death spesso è solo una accentatura; possiamo pensare anche alla presenza di un Metalcore non troppo definito, di certo questi musicisti non amano eccessivamente i break morbidi, e quindi se rallentano un po’ la parte meno dura, lo fanno fare alle chitarre senza immettere melodie vocali che possano compromettere il risultato tonico. Dopo l’ep ‘First One’, esce nel 2013 il primo full-lenght ‘M.I.N.D.’ e nel 2016 il secondo ‘Cytamics’ , e alle spalle hanno già da tempo esperienza da concerto; e del resto la loro musica è fatta proprio per la dimensione live

‘NO BLACKWARDS STEP’ non ha alcuna pietà dell’ascoltatore, ma è comunque a suo modo orecchiabile, sono grumi di riff e di voce granulosa; il pezzo funziona e scatena. E così a scorrere l’album anche la seconda traccia ‘COLD WAR’ schiaccia membra e stimola l’adrenalina, e l’assolo però si fa più classicamente Heavy Metal. Come episodio altrettanto incombente troviamo ‘TIMELESS’ che sferra un attacco bello tosto.  Un altro dei pezzi migliori è nel feeling di ‘THE WAY OUT’ che attrae grazie ad un ritmo cadenzato, ma è la voce che nel suo esprimersi muta in modo variegato, a rendere intrigante il dipanarsi della traccia. Interessante l’atmosfera darkeggiante e rovente  di ‘Eve’. La potenza di fuoco nell’ultima traccia ‘WALL OF DEATH’, altro bel momento, non evita al combo di ricercare una fase più raffinata dedicata alle chitarre soliste che qui si avvolgono l’una all’altra uscendo dall’ambito più violento per una scintillìo di metallo più classicamente anni ottanta.

Il moniker è una contrazione di Reaper (mietitore) e la scala sismica Richter. In effetti escono per smuovere e uccidere. Non che siano tutte song irresistibili, ma nel loro meglio riescono a colpire ed affondare. La vocalità scura è piuttosto musicale, non è un vero e proprio growl, quanto un roco vociare intellegibile e cantabile, estremamente qualitativo. La velocità ritmica non è un elemento utilizzato in modo piatto, non sono tantissime le variazioni ma nemmeno insignificanti, la struttura è sempre sorretta a dovere da un insieme corposo e rutilante. Il chitarrismo solista non è spinto al massimo, poche volte le sei corde si alza a creare sferragliamenti, ma nelle poche volte che ci provano, riescono benissimo a dare il tocco estetico necessario. Una costruzione dei brani generalmente abbastanza semplificata, ma non banale, in grado di far emergere il dinamismo da un corpo sonoro comunque denso. Il genere come viene suonato dà adito a inserimenti di più ampio respiro, ma il gruppo non ha voluto troppo approfittare di questo scegliendo una forma più concisa, senza però frenarsi del tutto, e così ogni tanto escono passaggi meno claustrofobici. Questo apparente frenarsi, a volte funziona, a volte no; alcuni brani stanno bene come stanno, altri sembra che necessito di aggiunte. Ad ogni modo il lavoro è godibile e non manca di risultare ficcante.

Roberto Sky Latini

 

Nadir Music
www.reapter.com

No backwards Step
Cold War
Riot
10 days
Eve
The Way out
Timeless
Wall of Death

Claudio Arduini – vocals
Max Pellicciotto – guitar
Daniele B ulzoni – guitar
Jury Pergolini – bass
Emiliano Niro – drums