SOLO

Propaganda in my eyes, again (you’re erased) è il nuovo singolo/videoclip

Un brano che ci trasporta nella Seattle grunge di fine anni ‘80
“Propaganda in my eyes, again (you’re erased)”
è il nuovo singolo di

«È un brano che punta il dito contro il sistema consumistico e a come la nostra società ci spinga verso l’odio fazionistico per poterci più facilmente controllare, trasformandoci in consumatori passivi»

Nuovo singolo, nuovo cambio di rotta per SOLO che, dopo aver toccato l’elektronische musik con “Stati emozionali” passando per la psichedelia di “Don’t shoot the piano player (it’s all in your head)” e l’indie pop di “Something (you don’t need)”, torna con un brano di pura furia grunge primigenia: “Propaganda in my eyes, again (you’re erased)”.
«Quando ho scritto “Propaganda in my eyes, again (you’re erased)” avevo in mente i Nirvana di “Bleach”, un album sporco e violento, direttamente ispirato dal sound e dallo stile dei Mudhoney, essenziale e diretto».
“Propaganda in my eyes, again (you’re erased)”, infatti, a differenza degli altri brani di SOLO, è un brano ridotto all’osso, senza troppe sovraincisioni: chitarra, basso e batteria. (Se non si considera un piccolo “esperimento” sulla coda del brano)
«Nei brani pubblicati fino ad ora avevo sperimentato molto in studio, sovraincidendo decine e decine di tracce, per creare tappeti sonori e contrappunti fra gli strumenti. Per “Propaganda in my eyes, again (you’re erased)”, data la natura del brano, ci voleva qualcosa di più essenziale. L’unica sovraincisione che mi sono concesso è stato il basso. Ce ne sono 3 sovrapposti, trattati ognuno in maniera diversa: uno clean, uno passato dentro un Soul Food, l’altro in un Big Muff. Insomma, l’Electro Harmonix mi ha dato una grande mano. Alla fine del brano, invece, c’è un doppio “assolo” di batteria (due batterie sovraincise, una delle quali distorta, idea di Edoardo Di Vietri, che nel suo Hexagonlab Studio mi dà una mano con i mixaggi)».
Il brano, nato inizialmente per un altro progetto di SOLO, i M.i.B., ha avuto un’evoluzione nel tempo, anche e soprattutto grazie all’apporto del batterista David Garofalo.

«La mia idea iniziale era quella di realizzare un brano più cadenzato, con una ritmica dimezzata e martellante, ripetitiva, più rivolta ad alcune produzioni grunge. Consegnate le tracce a David gli spiegai la mia idea ma, una volta tornato nel suo studio, mi trovai di fronte a un brano di pura furia punk: devastante! Sono molto contento che non abbia dato ascolto alle mie indicazioni, perché è riuscito a tirare fuori un’energia unica, trasformandolo in un brano da pogo selvaggio!».