Powerwolf

Interludium

Dopo due anni dal medio-basso ‘Call of the Wild’ di due anni fa, esce un altro lavoro della band tedesca, ma è una semplice operazione di presenza, dato che quattro pezzi su dieci sono già editi e conosciuti e gli altri sembrano prodotti di scarso valore, cioè rimasugli di qualcosa. Quindi possiamo considerarlo un ep, ma purtroppo non trovando alcuna traccia inedita di qualità, non possiamo prendere sul serio questa uscita.

Con le canzoni nuove non si raggiungere nemmeno il livello delle migliori presenti nel disco del 2021, già di per se non entusiasmanti, ma almeno più attraenti. L’essere bombastici non è sufficiente a fare buona musica, anche nella semplicità si può fare di meglio, molto meglio.Gli unici momenti con un minimo di contenuto  e che meritino voto sufficiente sono ‘’SAINTED BY THE STORM’ e ‘ALTARS ON FIRE’ che comunque appaiono già sentite non riuscendo a stupire, ma che funzioneranno parecchio dal vivo. Va sottolineata una curiosità che riguarda noi italiani: per un italiano, appunto, c’è anche da sorridere per il pezzettino strumentale di poche note, ripetuto, che ricorda letteralmente la strofa “…chi sia stato non si sa” da ‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno’ degli 883  (sentire dal minuto e 18”). Detto questo, sembra di ascoltare la linearità e sempliciotteria delle canzoncine dello ‘Zecchino D’Oro’ che è il modo nel quale Pezzali in effetti costruisce le sue song, solo che lo fanno in versione metal. E tale approccio vale per tutte le nuove canzoni. I pezzi che valgono in questo full-lenght sono quelli già conosciuti, tra cui ‘Beast of Gevaudan’ qui trasformata in cantato francese. E quattro sono filler. Un po’ poco per volere questo prodotto.

Cristina D’Avena ha cantato una canzone per bambini che vale di più di queste sei nuove sfornate dai Powerwolf. Si tratta de ‘L’Isola del Tesoro’, sigla della serie animata tv, per bambini, del 1996. E’ un momento epico piratesco che appare più divertente e pregnante di queste che ne seguono infantilmente la linea. Sembra insomma che i Powerwolf si siano ispirati a ‘L’Isola del Tesoro’ italiana come stile ed espressività. La pecca del gruppo è quella, anno dopo anno, di limitarsi a riproporre le stesse cose senza neanche tentare di caratterizzarle a dovere. Va bene la strofa-ritornello edulcorata e corale, ma almeno provare ad arricchire le parti soliste ed i bridge con qualcosa di maggiormente accentato e peculiare. Invece tutto scorre nell’estrema banalità aggiungendo artificiosamente la solita enfasi.

Considerando che il meglio i Powerwolf l’hanno già prodotto, se deve ricalcare pedissequamente il passato, meglio ascoltare appunto il passato che era venuto chiaramente meglio. Molti gruppi ricalcano se stessi, ma sanno farlo con migliore qualità, creando nello stesso stile ottime canzoni che non assomiglino troppo a quelle già composte. Rimanendo nello stesso genere, i Powerwolf stanno scendendo molto sotto gli svedesi Sabaton e i francesi Lonewolf. Il loro esemplificarsi diventa sempre più piatto e scontato. Alla fine questo risulta un disco inutile e povero, sicuramente insufficiente. Il titolo è un giusto concetto per questa pseudo-opera: siamo ad un mero intermezzo, che non dice nulla se non l’abbassamento di una reputazione di un gruppo che ha una storia (per quanto non stratosferica), teoricamente, da dover difendere.

Roberto Sky Latini

NapalmRecords
www.powerwolf.net

Wolves of War
Sainted by the Storm
No Prayer at Midnight
My will be done
Altars of Fire
Wolfborn
Stronger than the Sacrament (Wolfsnachte Tour EP – 2015)
Living on a Nightmare              (Wolfsnachte Tour EP – 2015)
Midnight Madonna                   (‘The Sacrament of Sin’ – 2018)
Bete du Gèvaudan                    (‘Call of the Wild’ –english version- 2021)

Attila Dorn – vocals
Matthew Greywolf – guitar
Falk Maria Schlegel – keyboards
Charles Greywolf – bass / guitar
Roel van Helden – drums