Edoardo Bennato

Non farti cadere le Braccia

Quest’anno 2023 viene pubblicato su vinile di colore rosso, l’album d’esordio del cantautore napoletano Edoardo bennato; tiratura limitata a 500 copie. E’ una azione per festeggiare i 50 anni della vita discografica del musicista che in realtà aveva già scritto in precedenza canzoni per altri, e che ora si cimentava con una carriera in prima persona. Il disco in realtà non ebbe successo e la casa discografica lo scaricò, ma il carro era  partito e non fu che un’ascesa.

Fino ad ‘Uffà Uffà e ‘Sono solo Canzonette’ la sua espressività più artistica non si fermerà, dopo ci saranno ancora numeri di successo ma non della stessa pregnanza dal punto di vista valoriale, anche se ci saranno altri tredici full-lenght fino al 2020. Per ora, al debutto, si tratta di una musica acerba eppure già distintiva e con alcuni pezzi davvero di qualità.La title-track ‘NON FARTI CADERE LE BRACCIA’ è tra le cose più belle, una canzone melodica molto sentita e con una progressione avvincente, il cui titolo rende chiaro il moto caratteriale dello stesso autore che presenta l’essenza di ciò che egli è: un musicista che vuole mostrarsi innovativo e tonico, e che nella sua song immette accenti forti anche se melodici. ‘UNA SETTIMANA…UN GIORNO’ è una ballata con un certo pathos, guidata da violini suadenti e chitarra ritmica, con una enfasi lirica che nella frase “vorrei che mai, mai nessuno al mondo mai” alza la sua graffiante voce. ‘DETTO TRA NOI’ usa un arrangiamento classicheggiante di un tipo che tornerà nei suoi dischi, e la linea melodica si alterna tra dolcezza interlocutoria e ritornello scattante con un bell’effetto, e poi il piano fa un cenno di honky-tonk, aggiungendo flauto e orchestrazioni per una ibridazione efficacemente corposa. Tenace la rockeggiante ‘RINNEGATO’, il brano più lungo del lavoro, che possiede una verve che in futuro diventerà centrale nel modo di comporre di Bennato, con un mood adatto a lunghe session in puro stile anni settanta dove gli strumenti si intersecano.  Le due canzoni i cui testi sono scritti da altri ma musicati da Bennato hanno un appeal delicato ma sempre ben delineato dentro le alzate di tono caratteristiche del musicista. Anch’esse fanno parte del meglio del disco. ‘LEI NON è QUI…NON E’ LA’…’ è già un bel brano, ma fra le due il vero capolavoro è ‘UN GIORNO CREDI’ dove oltre al sound sinfonico anche il testo è altamente significativo, e in qualche modo si connette alla title-track nello spingere a non arrendersi mai; e il pathos raggiunge uno dei picchi più elevati dell’album concludendo con i fiati che rendono pieno l’ascolto.
Tra i brani minori, a parte l’iniziale intro  ‘Mn’, troviamo la brevissima ‘Ma quando arrivi Treno’ che però ha una tinta blues-rock piuttosto marcata e testimonia l’acidità espressiva che fa parte integrante del’estetica di Bennato. Poi ‘Campi Flegrei’ che emana luce serena per parlare della propria zona di nascita, un pezzo che mescola rock e musica leggera italiana. Ottimo lo spunto di ‘Tempo Sprecato’, simile alle cose acustiche dei Led Zeppelin, ma il brano non si sviluppa appieno, con un finale sperimentale dal crescendo interessante che purtroppo non progredisce così da farsi esaustivo.L’album è registrato con cura, ed è ricco di strumentazione, dove la ritmica ha una grande parte di presenza.  In effetti basso e percussioni sono notevolmente esuberanti, sostenuti da chitarre ritmiche e da altri inserti frizzanti  che si notano maggiormente nei pezzi più saltellanti, ma non solo; con l’aggiunta di vocalizzazioni spezzate dell’ugola di Edoardo che tanto userà anche successivamente. Naturalmente non poteva mancare l’armonica a bocca, segno che sarà distintivo della sua verve insieme al kazoo. L’artista colora il proprio debutto di scintille diverse, anche rifacendosi alla musica popolare folk, caratterizzando in maniera autonoma ogni episodio e fa prevalere spesso la soffice armonia sui pizzichi pungenti della musica. Bennato è molto legato al rock, ma non disdegna cenni di musica leggera, senza però mai diventare esplicitamente commerciale come avverrà dagli anni ottanta. Ricordiamoci che quello del ’73 fu un periodo in cui la massa era in grado di godere anche di cose non mainstream, anzi, il mainstream era anche la musica rock colta. Il pubblico era più aperto alle novità, più famelico di oggi nei confronti della “vera” arte. Edoardo stava dentro quest’alveo comunicativo, e vi introduceva, come facevano anche altri, tematiche più seriose e non sempre affettive. Una opera già di spessore che verrà superata in modo valoriale dai dischi successivi a riprova che l’artista aveva molto da dire. E’ stato un unicum della nostra musica mediterranea e molto più spinto nell’innovazione e nel carattere rispetto a Vecchioni o a De Gregori che avevano un afflato molto più pacato e prevedibile. Bennato è stato un personaggio che ha costruito una strada tutta sua, non avvicinabile ad alcun altro; un vero e proprio genio.

Roberto Sky Latini

Lato A
Mm
Non farti cadere le braccia
Una settimana… un giorno…
Ma quando arrivi treno
Campi Flegrei
Tempo sprecato

Lato B
Detto tra noi
Lei non è qui… non è là (lyrics by B. Lauzi)
Un giorno credi                (lyrics by P. Trampetti)
Rinnegato