Pineapple Thief

Give it back

Strano destino quello dei Pineapple Thief, attivi sin dal 1999 e fautori di un ottimo prog-indie-hard rock, tanto per intenderci un incrocio tra Porcupine Tree, Radiohead e soprattutto Smashing Pumpkins tanto che nei primi album la voce del leader della band Bruce Soord e lo stile musicale erano molto simili a quella di Billy Corgan degli Smashing. Poi nel corso della loro carriera prima l’incontro  con Steven Wilson che li prenderà sotto la sua ala protettiva, poi le influenze più hard condivise con gli Opeth e in ultimo l’entrata dal 2016 in line up del virtuoso e genio della batteria Gavin Harrison che di fatto sposterà gli equilibri della band.

I Pineapple Thief hanno sempre e comunque guardato alla qualità della produzione e della pulizia musicale e mi sono sempre domandato il motivo del loro poco successo commerciale e l’unica risposta a cui ho pensato è che probabilmente nonostante l’indubbio talento, nei vari periodi della loro carriera sono stati sempre un pò l’ombra della figura di riferimento del momento.  Dal 2016, anno di ingresso in formazione di Gavin, tutto questo è mutato e si tocca con mano un enorme cambiamento nell’autostima del gruppo, Bruce e soci sfornano così tre album notevoli come Your Wilderness (2016), Dissolution (2018) e Versions of the truth (2020).L’autostima di cui parlavo, ha fatto si che Bruce di concerto con Gavin potessero scegliere tra i vecchi dischi dei Pineapple i brani preferiti per risuonarli, ricantarli e riproporli con nuovi arrangiamenti come se fossero nuovi di pacco. Give it back è una magnifica raccolta di canzoni che pur avendo una storia suonano coem se fossero state appena scritte.

La opener Wretched Soul da subito un taglio prog metal per via dei suoi continui cambi di ritmo ma la successiva bellissima Dead in the water ci riporta ad un ambiente più prog legato ai canoni Porcupine Tree. La title track è la traccia più lunga del cd, sei minuti di basso frenetico ed un riff nervoso di chitarra ma è fenomenale il ritmo tenuto dalla batteria indiavolata di Gavin.Le sognanti e tranquille marimba di Build a world cambiano completamente registro e ci guidano verso la dolcezza infinita di Start your descent, bellissima ballad in stile Radiohead.Ritorniamo sulla terra con il rock sperimentale di 137  mentre con l’ottima Shoot first riaffiorano i fantasmi legati agli Smashing Pumpkins. Boxing day è la bellissima ballad estratta dall’album Little man, la successiva Warm seas ci ricollega al metal prog della opener e poi si ritorna alla dolcezza con la delicata Someone pull me out che fa da sparti acque con le ultime due bellissme tracce, Last man standing un bellissimo pezzo ipnoticamente lento da ascoltare in rigorosa solitudine davanti ad un panorama mozzafiato e si chiude così con la malinconica e struggente Little man.

Con questo lavoro i Pineapple Thief dimostrano in modo esponenziale di avere raggiunto una grande maturità musicale che gli ha consentito di attualizzare anche il vecchio repertorio con una continua e ritrovata verve creativa e musicale, un album che suona davvero bene!

Massimo Cassibba

Wretched Soul (Rewired)
Dead In The Water (Rewired)
Give It Back (Rewired)
Build A World (Rewired)
Start Your Descent (Rewired)
137 (Rewired)
Shoot First (Rewired)
Boxing Day (Rewired)
Warm Seas (Rewired)
Someone Pull Me Out (Rewired)
Last Man Standing (Rewired)
Little Man (Rewired)

Bruce Soord – vocals
Jon Sykes – bass, vocals
Steve Kitch – keyboards
Gavin Harrison – drums