Pfm Ho Sognato Pecore Elettriche

I Dreamed of Electric Sheep

E’ evidente che la Premiata Forneria Marconi, stia vivendo una sorta di seconda giovinezza musicale.

Dall’ormai lontanissimo 1971,anno di formazione della band, ne è passata acqua sotto i ponti ed è sopratutto evidente l’alternanza di grandi musicisti che hanno messo a disposizione del gruppo i loro virtuosismi sonori.

Sono passati 4 anni dal mediocre Emotional Tatoos, lavoro che ha segnato l’abbandono di Franco Mussida, prezioso ed insostituibile chitarrista solista nonchè membro storico e fondatore, così la PFM ci riprova con questo disco che a detta della band stessa, è stato influenzato dalla pandemia e dai conseguenti lockdown. Il titolo dell’album si rifà al “Il Cacciatore Di Androidi”, romanzo fantascientico amoso per aver ispirato il celebre film Blade Runner. La line-up del gruppo è arricchita dalle collaborazioni di grandissimi ospiti come Flavio Premoli alle tastiere, Steve Hackett alle chitarre e Ian Anderson al flauto.Si parte subito con la notevole strumentale sinfo-metal-prog “Mondi Paralleli” che introduce “Umani Alieni” brano che ci fa intuire il senso musicale di questo cd sospeso tra sperimentazioni dei tempi moderni con lampi di progressioni dei tempi che furono. Ma già con “Ombre Amiche”,

questo progetto comincia a fare acqua, l’ottimo lavoro alle tastiere non basta a fare decollare una canzone pop dove si evidenzia ancor di più la voce di Franz Di Cioccio che sinceramente sembra fuori luogo in un contesto simile.”La grande Corsa” riprende le sonorità prog-metal che si erano ascoltate in apertura, per “AtmoSpace” stesso discorso di “Ombre Amiche”, “Pecore Elettriche” e “Mr. Non lo So” sono due brani insulsi che hanno l’unico pregio di contenere degli assoli molto buoni, rispettivamente alla chitarra nella prima e al violino nella seconda.”Il Respiro del tempo” finalmente riporta questo disco su livelli più che accettabili, un brano dall’aria etno-world con diversi inserti prog non ultimo il flauto di Ian Anderson che interviene e spazia senza freni per tutta la durata del brano. Finalmente vera PFM !Finale in crescendo quindi con l’ultimo brano “Transumanza/Transumanza Jam”, dove Flavio Premoli e Lucio Fabbri ci riportano indietro nel tempo,esattamente sul finire degli anni settanta, con il meraviglioso free-jazz-rock di Jet Lag album della PFM del 1977.

Come avrete capito questo album alterna pochi pezzi di livello eccellente (tracks 1, 2, 8, 9 e 10) ad altri completamente fuori fase ed usando un eufemismo poco ispirati… tutto ciò è strano perche comunque visti gli ospiti chiamati in aiuto, il disco è sicuramente molto ambizioso ed importante per la band quindi possiamo pensare che il messaggio del gruppo sia stato soprattutto quello di dimostrare la propria vitalità ed esistenza e poco importa se dopo il mediocre Emotional Tatoos di quattro anni fa è stato prodotto l’altrettanto mediocre Ho Sognato Pecore Elettriche.

Massimo Cassibba

Insideout
www.pfmworld.com

Worlds Beyond
Adrenaline Oasis
Let Go
City Life
If I had wings
Electric Sheep
Daily Heroes
Kindred souls
Transhumance (bonus track)
Transhumance Jam(bonus track)

Franz Di Cioccio (voce e batteria)
Patrick Djivas (basso)
Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori)
Alessandro Scaglione (tastiere, cori)
Marco Sfogli (chitarra, cori)
Alberto Bravin (tastiere, chitarra, seconda voce).