Eldritch

EOS

Questa band italica ci ha da sempre abituati ad un prog-metal moderno ma non iper-moderno, nel senso che dentro si intravedono molti passaggi legati ad una espressività più tradizionale.

L’uso tonico dell’elettronica o le chitarre spesso trattate, e un groove attualissimo, non nascondono una ispirazione anche più antica, che si sente soprattutto nelle modulazioni vocali e corali, e varie volte anche negli assoli. Tecnicamente il sound è nella scia culturale di DGM ed Empyrios, ma l’espressività, diversamente dai due gruppi citati, ha molti maggiori legami con l’intera storia del progressive, anche quella più lontana, e comunque una personalità propria ben specifica.

I due pezzi migliori sono quelli iniziali dopo l’intro ‘Dead Blossom’ dove i cori e l’ampiezza atmosferica si sposano perfettamente con le linee melodiche raffinate e variegate. Una è ‘FAILURE OF FAITH’ che possiede un cantato che sale e scende accentando l’ascolto e la ritmica sostenuta sostiene intrecci solistici che possono essere positivamente paragonati al virtuosismo dei Dream Theater, ma senza strabordare verso inutili giravolte, e le tastiere contribuiscono alla sostanza formale con la loro avvolgenza suadente. L’epica ‘THE CRY OF A NATIONS’ si fa più dura, anche se si basa meno sulla velocità del precedente pezzo, e qui il drumming diventa meno lineare e si intreccia in maniera stringente con la struttura, cooperando con gli altri strumenti ad una estetica più dinamica e zigzagante, con anche uno strumentale ponte centrale che non si basa solo sull’assolo chitarristico, coerentemente con l’essenza di tutta la canzone.

Con la massiccia ‘FEAR ME’ si mostrano i muscoli e il muro compatto ritmico si sposa alla perfezione con una melodia pur sempre orecchiabile ma diretta e più incalzante, incrementando una pregnanza metallica scevra di debolezze, neanche il ponte  morbido centrale riesce a sminuire la sua forza; la tastiera è splendidamente fluida nella parte soft che si fa classica, ma partecipa convincentemente anche a quella dura dove invece è molto più moderna. Un altro momento esaltante è la frizzante ‘THE AWFUL CLOSURE’ dove il muro sonoro ogni tanto crea aperture ariose, particolarmente nel ritornello, quasi adolescenziale, che diventa un momento che potrebbe funzionare benissimo anche dal vivo. Sono questi gli episodi migliori? La verità è che tutto l’album è costruito con estro artistico, anche se servono più ascolti per respirarne il vero calore. Qui entra in gioco il gusto, dato che i filler sono inesistenti.

Nonostante abbiano una elaborazione compositiva che li avvicina ai gruppi complessi del progressive, gli Eldritch sono più diretti e cercano sempre di tornare al nucleo del pezzo che hanno ideato, senza allontanarsene troppo. Il modo di utilizzare le tastiere è davvero particolare, perché il musicista passa da tecniche moderne ad evoluzioni classiche, persino settantiane. La voce a volte ricorda il singer Bernardo Lanzetti della PFM di ‘Chocolate Kings’ del 1975; nonostante ciò non siamo di fronte allo stesso timbro e in un panorama musicale pieno di cloni questa degli Eldritch è invece come al solito riconoscibilissima, con alcune caratteristiche molto peculiari come per esempio un vibrato che viene fuori quando si alza di tono. La classe italiana,  come da tradizione, nel progressive rock eccelle, e lo fa anche quando suona metal come gli Eldritch, anzi essi sono da ritenere uno dei combo italici che vivono di luce propria e che quindi emergono tra i migliori in questo nostro mondo musicale. Il fatto di essere orecchiabili non li fa mai diventare semplici, pur essendoci delle tracce più dirette, ma non tutte le melodie sono immediate. La ricchezza che la band offre non è però divagazione, le idee rimangono ben centrate. In realtà alcune parti strumentali funzionano benissimo da sole, anche scollegate dal cantato perché non sono mai meri accompagnamenti, però non si dilungano e non fanno perdere il contatto con la canzone.

Roberto Sky Latini

Scarlet Records
www.eldritchweb.com

Dead Blossom
Failure Of Faith
The Cry Of A Nation
Circles
No Obscurity
Sunken Dreams
Fear Me
I Can’t Believe It
The Awful Closure
EOS
Runaway

Terence Holler – vocals
Eugene Simone – guitars
Rudj Ginanneschi – guitars
Oleg Smirnoff – keyboards
Dario Lastrucci – bass
Raffahell Dridge – drums