Nornir

Skuld

Ormai non ci sono dubbi: quando dalla Germania arrivano release che iniziano con canti propiziatori,tuoni,pioggia,tamburi e marce da battaglia non può che esserci in agguato un disco valido e potente. A parte la battuta eheheh, siamo di fronte ad un’opera black metal variegata e matura,un vero e proprio viaggio pagano che passa attraverso momenti bellici ed altri più epici.

Così i Nornir arrivano al concepimento di questo “Skuld”,il terzo album della band,nonchè terzo capitolo di una trilogia spirituale iniziata nel 2017 con “Urd”,seguita nel 2019 con “Verdandi” ed arrivata al culmine con questo album.Registrato e prodotto puttosto bene questo disco è composto da 10 tracce di cui un intro ed una cover,”Helvegen” dei Wardruna;la prima traccia “Vigr” è un intro che rende subito l’atmosfera tesa e fa presagire devastazione,infatti dopo la parentesi iniziale partono i riff affilati come lame di “Krigsrop”,che rischiano di lacerarti la faccia dalla furia,sembra quasi di essere dinanzi ai Marduk di “Panzer Division..”,un vero e proprio grido di guerra.L’ascolto dell’album, come anticipato, lascia spazio a momenti più spirituali, quasi introspettivi. Con “Hel’s postulate” l’atmosfera si fa più drammatica, anche grazie allo screaming quasi più sofferente che rabbioso di Lethian, e i testi narrano di un’anima inquieta in lotta con se stessa,sette minuti di un incedere lento ed inesorabile come una marcia di guerra.La bellissima “Dedicated to the night” conferma i canoni di altissima qualità compositive dell’opera con le sue melodie ed i suoi cambi di tempo azzeccatissimi e classicamente black metal,gran bel pezzo.

Così arrivo alla cover dei Wardruna;”Helvegen” (per chi non conoscesse i Wardruna)è uno dei pezzi più affascinanti della band citata,e si tratta di un pezzo totalmente cantato da un coro maschile,evovativo atmosferico e molto emozionante,pezzo che i Nornir hanno scelto per crearne una loro versione:in buona sostanza hanno replicato il canto evocativo iniziale con una voce femminile molto bella e hanno poi sviluppato la versione suonata cogli strumenti,una gran bella cover.”Galdr” dona all’ascoltatore un momento di riflessione e pace,immaginatevi seduti attorno ad un fuoco scricchiolante accompagnati da un paio di strumenti acustici e la voce di Sophie “Woodland Witch” Smith che vi sussurra una storia,fantastico.Con “Høst, Du Ville Kraft” i Nornir tornano a picchiare col black metal,anche qui melodia e furia la fanno da padroni con un pezzo vario,ben composto e piuttosto evocativo;anche proseguendo l’ascolto di “Pest” l’attenzione non cala minimamente,anzi,devo dire che i nostri non mostrano minimamente segni di arretramento o di stanchezza,buttando giù uno dei migliori pezzi dell’album.

Da sottolineare anche l’epica “Ere the world falls”,highlight del disco secondo me.Melodie evocative su cui recitare quella che sembra una vera e propria poesia (in danese) con riferimenti norreni;una traccia di puro pagan black metal che in certi momenti mi ricorda i cari Taake,sia nel rifferama che nell’evoluzione del brano.Stesso discorso vale anche per “Host,du ville kraft”,ennesimo pezzo bellissimo in cui troverete citazioni del tipo<>,veramente particolare.Questi tedeschi Nornir,propongono un validissimo prodotto di black metal dal retrogusto pagano.Niente inutili orpelli.I momenti in cui la furia cieca lascia spazio alla melodia sono abbastanza godibili.Non ci sono momenti di calo: 45 minuti totali scorrono in scioltezza senza tempo per sbadigli. Intro e outro con in mezzo tutti gli elementi già citati, distribuiti con equilibrio e serietà.Mi hanno stupito veramente tanto,ho appena ascoltato un capolavoro di pagan black metal,con tanto di “ninna nanna” finale che merita tantissimo.

Ricordatevi di prendere nota sui Nornir appena potete,questo è un disco da avere assolutamente.Bravissimi!!

Giuseppe Musso

Northern Silence Productions
www.facebook.com/NornirMetal

75
Vígr
Krigsrop
Hel´s Postulate
Dedicated to the Night
Helvegen (Wardruna cover)
Galdr
Høst, Du Ville Kraft
Pest
Ere the World Falls
Valr

Lethian – voices, guitars, percussion
Angrist –  guitars, voices
Matunos – bass
Farliath – drums