New York Dolls
New York Dolls
In un mondo contemporaneo dove un gruppo come i Maneskin viene criticato aspramente, e dove oltre alla musica si mette sotto accusa la scena che esteticamente propongono con il look, attaccando il loro trucco effeminato, le nudità e l’atteggiamento efebico, ci si scorda che nel 1973 i New York Dolls vestivano da donne con un make-up inequivocabilmente ambiguo, quasi da drag-queen. Criticando in tal modo i Maneskin si critica lo stesso mondo del rock, la sua storia.
Naturalmente a noi interessa di più la musica, ma fare scena è parte integrante della filosofia rock, e i N.Y.D. hanno anticipato sia il sound che la forma visiva e comportamentale di un modo che verrà, un modo che sarà sia Glam, sia Punk. Lo stile sonoro è un bel rock’n’roll corposo e diretto, di una genetica alla Rolling Stones, ma più violenta e ruvida. Sia il riffing che il cantato ricalcano la stilistica dei Rolling Stones, ma vengono resi maggiormente duri, facendo diventare il tutto intensamente hard. In fondo i N.Y.Dolls, con gli Aerosmith, esordienti anche loro nello stesso anno, inaugurano un ammodernamento della figura Rollingstonsiana, solo che i primi non avranno lo stesso successo dei secondi.E’ un disco funzionante, che a risentire oggi, non ha nulla che non vada, né pensando a quel periodo, né pensando al 2023. Hanoi Rocks e tanto Street Metal devono a loro molto delle proprie essenze.
‘PERSONALITY CRISIS’, con il suo pianoforte Honky Tonk, il cantato sguagliato che assomiglia ai futuri Sex Pistols di quattro anni dopo, è un bel pezzo dall’anima totalmente rockettara che non ha rispetto per la forma levigata, preferendo essere istintiva. I Sex Pistols continuano ad emergere con ‘LOOKING FOR A KISS’, ma si sente chiaramente anche che il ballabile riffing prettamente rock’n’roll è della stessa pasta di quella usata da David Bowie l’anno prima per ‘Ziggy Stardust’, segno che, per quanto precursori, sono anche molto legati al passato e ai cambiamenti del momento. Ancora durezza, uno dei pezzi più duri dell’album, con la tonica ‘BAD GIRL’ a guidare in maniera rock’n’roll la carica combattiva insita in questi musicisti. Altro episodio ficcante ed energico è ‘SUBWAY TRAIN’ che però non si dimentica di avere una certa attenzione alle sfumature esecutive.
Con i suoi stop and go, ‘JET BOY’ si fa scattosa, ma invece dei Pistols, fa venire in mente i Clash, e dentro troviamo forse l’unico vero riffing esplicitamente hard & heavy, anche se parte del brano rimane punkggiante. Se in molti brani si pensa ai Sex Pistols, ‘TRASH’ invece va nel versante Ramones, in senso sbarazzino, e dimostra che a traghettare dal rock leggero al punk certi atteggiamenti sono stati proprio i N.Y.Dolls. Anche se la ballata ‘LONELY PLANET BOY’, dalla voce soffice ma al contempo ammiccante col suo tono basso, sembra maleducata, risulta invece piuttosto elegante, e lo testimonia anche il sax che non prende in mano con forza esuberante la song, ma fa piccole accentazioni d’accompagnamento estremamente funzionali, quindi una presenza non esagerata, ma senza la quale non si avrebbe lo stesso peculiare effetto. A ricordare la vena da cui il gruppo si abbevera, sta la cover di Bo Diddley, benissimamente fatta, la qual song non fa altro che affermare ancora una volta la necessità di indurire quello stile rock’n’roll per avere tonicità insieme ad un effetto immediato di fruizione. I brani, in conclusione, non hanno niente da invidiare a quelli di altri grandi nomi, e il mancato successo forse fu dovuto solo a circostanze non favorevoli e non certo alla bassa energia del disco, che invece è appunto molto pimpante ed efficace. L’unico brano non propriamente superiore possiamo trovarlo in ‘Private World’, un po’ debole e scontato.
La personalità è tanta ed incisiva, ma in realtà l’innovazione artistica della band è minima, non si può parlare di vero proto-hard rock in quanto tale genere era già nato nel 1969, quanto invece di proto-punk e di proto-GlamMetal. Ciò che viene usato è materia sonora già codificata, eppure piccoli accorgimenti la rendono più moderna persino degli Aerosmith stessi. Sentire per esempio alcuni inserti chitarristici o alcune cose dell’arrangiamento, fra le righe si percepisce tutto meno che la banalità o la superficialità. In ogni caso questi rockers vanno considerati fondamentali nella storia del rock, appunto per essere “proto”. Ma in cosa sono proto-punk? La struttura rock classica viene portata ad un livello di ineducata espressività, ma in realtà l’uso strumentale è globalmente molto maturo, anche raffinato, dove la rozzezza è presente solo in apparenza, in quanto essa sembra solo un elemento necessario voluto e non una mancanza.
Di certo la verve d’assalto della chitarra ritmica ha un tono agguerrito, ma non è un riffing più evoluto di quello suonato da Led Zeppelin o da Black Sabbath; è un rifframa insomma che rimane nella tradizione proveniente dal rock più classico, ma ciò lo rende semplice e diretto, le stesse caratteristiche poi riprese dal punk che sentiva i gruppi fondatori del rock duro ormai degli aristocratici, troppo intellettuali musicalmente. Inoltre la voce, prendendo da certa sfrontatezza alla Rolling Stones, ne aumenta la sporcizia da slang, e quindi il cantato non viene curato per proporre del virtuosismo, quanto invece per emettere suoni sgraziati che hanno urgenza di venire espressi, altra cosa che il punk usò per essere diretti e provocatori.
Va ricordato che nello stesso anno, nell’esordio degli Aerosmith, troviamo ‘Mama Kin’ un brano anch’esso che potremmo considerare altrettanto proto-punk, un brano similare al carattere del disco di questi new-yorkesi. Ma in fondo i N.Y.Dolls, non sono ancora punk, risultando ancora troppo, ma in senso positivo, eleganti nell’arrangiamento. E in cosa sono proto-Glam-Street? L’immagine non è l’unica responsabile della fondazione del Glam-rock e del Glam-Metal. Il Glam possiede anche una carica rockettara dei suoni, che però si allontana dalla forma troppo cerebrale dei Mostri Sacri, per lasciare che si rimanga nei riff di stampo Rock’n’Roll basico, vedi tanto una delle fasi di Bowie, quanto gruppi come Sweet o Slade.
In realtà nello stesso periodo c’erano i Roxy Music (esordienti l’anno prima), anch’essi Glam esteticamente, ma non accomunabili musicalmente, andando verso una deriva più sperimentale. Ma insomma il Glam in genere cercava strade più semplici e si basava sul riff del rock meno evoluto. E alla fine assomigliano più allo Street/Sleaze/Hard RockMetal di Motley Crue o Michael Monroe che al punk stesso. In fondo Punk/Glam/Street/ Sleaze/HardMetal sono un calderone in cui tutte queste peculiarità oggi si fondono, e che i NewYork Dolls al tempo già sintetizzavano. Per questo è una band di grande valore, essendo precursori di tutti quei generi, ed inoltre con la realizzazione di ottime canzoni. Un cinquantennale da celebrare, per un riconoscimento al merito che ormai ogni critico ha oggettivato.
Roberto Sky Latini
Mercury Records
www.facebook.com/nydolls
Side A
Personality Crisis
Looking for a Kiss
Vietnamese Baby
Lonely Planet Boy
Frankenstein
Lato B
Trash
Bad Girl
Subway Train
Pills (Cover Bo Diddley)
Private World
Jet Boy
David Johansen – vocals / harmonica/ gong
Johnny Thunders – guitar
Sylvain Sylvain – guitar / piano
Arthur “Killer” Kane – bass
Jerry Nolan – drums
Other musicians:
Todd Rundgren – keyboards / synth
Alex Spyropoulos – piano
Buddy Bowser – sax