Nemesis Sopor

Firmament

I Nemesis Sopor sono un gruppo germanico di Black metal che canta in tedesco e vanta 12 anni di esperienza. Nel 2023 siamo ormai al suo quarto disco. Firmament. Album ben suonato, ben arrangiato e ben prodotto. Ma il commento sul songwriting e’ alquanto complesso. Siamo veramente davanti a un disco di Black metal? Molti dicono di si e per farlo rientrare in tale categoria ampiano il nome con un aggettivo che spesso aiuta in casi come questi. Progressive Black Metal questa e’ l’etichetta che molti utilizzano. Tutto cio’ non mi trova d’accordo. Questo non e’ altro che un disco Doom metal artificialmente spostato nel Black metal.

Su questo insisto perché e’ evidente che questo album abbia molte caratteristiche per essere considerato in questo modo. I Nemesis Sopor hanno investito molto su alcune caratteristiche, specialmente su alcune parti strumentali, che nulla hanno a che fare con il Black metal. Il modo in cui la band utilizza queste caratteristiche è la chiave di ciò che sostengo. “Firmament” è un album solido ben costruito che non vede mai ritmi forsennati o uno scream intenso e trascinante.Tutt’altro. I pezzi sono lenti, lunghi con suoni puliti e equilibrati. Non e’ che usando il cosiddetto “Blast Beat” o batteria a raffica che si puo’ trasformare un pezzo da Doom a Black. Cosi’ come non e’ l’uso dello scream senza una vera costruzione melodica del cantato che cambia i connotati a un pezzo musicale. Per fortuna le parti cantate sono brevi e vanno in secondo piano perche’ nel songwirting la ricerca e la qualita’ musicale della voce non sfiora minimamente quella degli strumenti. Direi che questo disco, se fosse stato strumentale, mi avrebbe colpito positivamente in quanto le costruzioni musicali, seppure mai eccelse, tanto da non avere un pezzo che si possa ben stampare nella mente, sono studiate, articolate e mai banali. La prova migliore l’hanno data con l’ultimo pezzo del disco, Wall, dove la costruzione musicale, sempre articolata, porta il brano anche a parti middle temp di metal classico. Insomma un disco difficile che vale la pena ascoltare almeno (o solo) una volta.

Mario Latini

Detritus
Argus
Apsis
Paresis
Monument
Wall

RS – guitars, vocals
AB – guitars
XM – bass
FK – drums