Necronomicon Exmortis

Silver Bullet

Un gruppo statunitense che è in grado di inserire gli stilemi degli anni ottanta dentro un Death Metal rigoroso, ma al tempo stesso variegato, aperto ad altre infuenze.

Siamo al secondo ep in questo stesso anno 2023, che alla fine diventerebbe un unico full-lenght. Ma si sa, per esordire oggi forse è meglio tastare il terreno. Il primo (lo stesso titolo del moniker) era stata una buonissima partenza, ma qui è stata superata l’asticella appena posta. Il livello è diventato abbastanza alto da mettere a rischio la prosecuzione artistica del combo, dato che a questo punto le aspettative per un prossimo lavoro sono altrettanto elevate. Al momento però godiamoci l’uscita in questione.I pezzi si limitano a tre perché la terza traccia ‘Circle of the Werewolf’ è solo un intro strumentale molto breve e non significativo, se non per creare un avamposto dalla minima atmosfera horror che è la tematica dei testi di questo gruppo. Due episodi si esprimono sopra la media, si tratta di  ‘CRYPT OF THE GORILLA GOD’e di ‘THE SWAMP’.

Il primo si costruisce sopra un riffing compatto che però ogni tanto slitta o si accenta scattoso, creando una punteggiatura intrigante. Delle sezioni chitarristiche fanno il verso ai Megadeth, ma si presenta anche una doppia chitarra in armonizzazione che non appare affatto fuori posto. Il secondo inizia incombente e in tale afflato l’ugola risulta estremamente efficiente e infatti la linea vocale è davvero un valore aggiunto lasciando perciò che vada a ruota libera. La canzone utilizza riff e giri chitarristici molto poco death, anche morbidi e sinuosi, nell’insieme quindi questo momento è più raffinato del precedente; l’assolo è poi un pezzo più che ispirato e lo si vorrebbe prolungato. Il brano meno personale appare con la titletrack ‘Silver Bullet’, ma attenzione è sempre una bella song che contribuisce a rendere l’ep valoriale; è infatti interessante notare come nonostante sia una canzone impattante, abbia gli strumenti aperti alla melodia ariosa, vivendo due livelli compositivi che si embricano in perfetto equilibrio, in un continuum formale ricco di feeling.

Pezzi dinamici che non sono mai claustrofobici nonostante la virulenza corposa. Molti cambi di ritmo, assoli elettrici taglienti e parti intervallate da un discreto numero di inserti, sia strumentali che vocali. Il growl di grana grossa è però efficace e non annoia perché è inserito in un contesto che lo avvolge in modo che possa esprimersi quando è necessario davvero. Non è come quei gruppi che utilizzano il cantato in maniera continuativa così da farne un tappeto monotono. Se ci si mette è chiaro che il cantante ha un potenziale compositivo di livello che gli permette di essere interessante e non solo un retro-rumore inutile.

Ciò gli permette di essere efficace e davvero cattivo, mentre il growling piatto ha la capacità di rendere innocua la propria presenza, cosa che succede in molti gruppi, ma non qui. C’è un notevole tecnicismo che non diventa mai ipermoderno, prediligendo essere un virtuosismo sempre al servizio della canzone. Un virtuosismo caldo, e molto gustoso. Non si tratta realmente di musica sperimentale, ma si percepisce però una basilare attrattiva verso le possibilità espressive che si possono mettere in campo in ogni singolo brano. Così ogni struttura ingloba diversi caratteri, senza però sfilacciarne la trama. Per fare ciò, ci vuole molta conoscenza ma anche molta intelligenza compositiva.

Roberto Sky Latini

Crypt of the Gorilla God
The Swamp
Cyrcle of the Werewolf
Silver Bullet

Craig Schmul – vocals,
Michael Bala – guitar,
Manuel Barbarà – guitar
Bottom – Yusuf Rashid – bass
Joey Ferretti – drums