Morbonoct

The Highest Purpose

Non ho mai nutrito tantissima fiducia in chi si propone come “studio project” soprattutto perchè poi,ascoltando,vado a scoprire proposte sterili e carenti di personalità,sconfortamdomi e di conseguenza obbligandomi inevitabilmente a riporre il tutto nel mio caro cassetto del dimenticatoio.

Bene,non è il caso di questi Morbonoct per fortuna,band formata dal solo Alexander Medvedev,di origini ucraine e residente in Polonia,e,soltanto da poco affiancato dal vocalist David Welnicki.Il genere suonato dai M. è un cosmic black metal piuttosto moderno e molto atmosferico,a tratti sognante,sulla scia dei Cosmic burial,Dark space,Antares(quelli di “Portal“),Kangeheet e simili,prodotto bene e con un lavoro sui synth che è una vera bellezza.Il mixaggio di questo lavoro è fatto molto bene ma a tratti(purtroppo) la presenza dei synth coprono un pò il resto degli strumenti,come anche il rullante della batteria che tende leggermente a nascondersi nelle parti più tirate e caotiche,già negli 11 minuti ed oltre di “Mortal shell“,opener del disco e gran bel pezzo tra l’altro,ci si può facilmente accorgere di queste piccole mancanze.A proposito mettetevi comodi e preparate thè,biscotti,e qualcosa da fumare in santa pace,perchè una volta cliccato “Play” sul vostro lettore avrete da ascoltare un disco composto da 6 tracce per una durata di quasi un ora;spesso alzerete gli occhi per osservare il cielo stellato perchè verrete travolti da sensazioni molto intense ed avvolgenti,in cui gli elementi classici del black metal incontrano soluzioni musicali al limite della new age che creano atmosfere davvero uniche che si fanno sempre più protagoniste,arrivate alla bellissima “Labirinth of the damned” e vi accorgerete della grande ispirazione di cui Alexander è dotato.

Compositivamente è un lavoro di una certa importanza,la costruzione di melodie atipiche ora epiche,ora sognanti e sulfuree sono il piatto forte di questa band,insieme anche alle parti vocali di David azzeccatissime e di grande effetto,dimostrazione del fatto che anche loro,in quanto a maturità artistica,si collocano su un gradino abbastanza alto del genere,a pochissima distanza dalla nascita del progetto;”The prayer”,ad esempio, è uno dei pezzi più rappresentativi che mi ha sbalordito,con questo suo intermezzo acustico che mi ha letteralmente ipnotizzato,ben composto,vario e mai noioso malgrado i suoi 10 minuti e 10 secondi di durata.Il suono della profondità dello spazio e la furia black metal sono gli elementi portanti di “Comet king”,anche questo un pezzo(il quarto della release)della durata di 10 minuti, forse il più bello ed il più tecnico di tutti,da far rabbrividire Limbonic art e qualcun’altro dei sopra citati,un vero capolavoro di trascendenza e symphonic black che mi lascia a bocca aperta.Il mio stupore è alle stelle appena ascolto anche “Death and rebirth“,sembra di ascoltare un Devin Townsend estremizzato e totalmente rapito dall’immensità dello spazio,con un cantante che esprime sensazioni evocative colme anche di una certa disperazione,smorzate da un coro femminile sognante che intona una melodia semplicemente fantastica,da pelle d’oca.

Segue infine “Beneath the veil of time“,ed oserei dire che non potevano che scegliere pezzo migliore per chiudere questo capolavoro,un connubio di melodie fuori dal comune introdotte da una apertura del pezzo composta da dei synth iniziali spaziali(nel vero senso del termine),che si evolve man mano in un pezzo black metal che ricorda un pò i Dimmu Borgir più attuali ed in cui a metà pezzo si fa spazio una sorta di improvvisazione prog coi suoni in pulito e che apre una seconda parte di pezzo lascia senza respiro fino all’ultimo secondo.Non sono mai stato un estimatore di questo genere e vi assicuro che negli anni sono stato in grado di apprezzare ben poca roba,ma oggi ho ascoltato un capolavoro di proporzioni gigantesche,piuttosto tecnico,ispirato da paura e composto in modo tanto intelligente che ho dovuto riascoltare alcune tracce per rendermi ulteriormente conto della bellezza di ciò che veniva suonato.Questo “studio project” fa davvero paura,non oso immaginare cosa potrebbe uscir fuori un giorno se i nostri 2 “astronauti” riuscissero a tirar su una band al completo,cosa che mi auguro assolutamente ,perchè un talento del genere,a mio parere,non può restare sotto coperta in questa forma attuale. Doppi applausi e tantissimi auguri a questi ragazzi,autori di un disco fantastico ed accattivante. Enjoy.

Giuseppe Musso

Black Metal Promotion
www.morbonoct.bandcamp.com

Mortal Shell
Labyrinth of the Damned
The Prayer
Comet King
Death and Rebirth
Beneath the Veil of Time

Alex Medvedev – guitars, bass, drums, keyboards
David Welnicki – vocals